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Kevin Durant non si muoverà da Brooklyn, è ufficiale: tanto rumore per nulla

La superstar dei Nets sembra aver superato i malumori che lo avevano portato alla richiesta di trade e resterà a disposizione di coach Steve Nash. Con un effetto domino che riguarderà anche altre franchigie.
A cura di Luca Mazzella
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Kevin Durant non si muove da Brooklyn, ora è ufficiale. Dopo un meeting tenutosi nella giornata di ieri tra il giocatore, il business manager della squadra Rich Kleiman, il GM Sean Marks e l'head coach Steve Nash oltre ai co-proprietari Joe Tsai e Clara Wu Tsai, la franchigia ha messo fine alle tante voci di trade che proprio nelle ultime ore si erano intensificate attorno al numero 7 – con i Memphis Grizzlies ultimi pretendenti – confermando la volontà di tutto il team di rispettare gli accordi presi e remare tutti nella stessa direzione per portare l'anello a Brooklyn.

Un chiarimento che, oltre a spegnere del tutto le voci su quella che a tutti gli effetti era diventata la querelle della off-season NBA, sembra sottintendere anche una resa tra i protagonisti più discussi della vicenda, ovvero lo stesso KD e la coppia Marks-Nash, colpevoli fino a qualche minuto fa di non aver messo il giocatore nelle condizioni di vincere al punto tale da imporre una sorte di aut-aut alla franchigia. Tutto risolto, almeno per ora. Non solo sponda Durant, ma a questo punto anche lato Kyrie Irving, che avrebbe in ogni caso seguito l'amico e compagno di squadra abbandonando Brooklyn e forzando la mano per la tanto discussa trade che lo avrebbe riportato alla corte di LeBron James in quel di L.A., dopo l'anello 2016.

Ora Brooklyn fa davvero paura

Se la situazione fosse realmente questa, e vista la comunicazione istituzionale non vi è motivo di temere nuovi scossoni, il roster con il quale i Nets si presenterebbero ai nastri di partenza della nuova stagione sarebbe senza mezzi termini uno dei più titolati ad arrivare in fondo alla Eastern Conference.

Con la conferma di Durant e Irving, il debutto di Ben Simmons acquisito a febbraio al posto dello scontento James Harden (e da qualche ora di nuovo in grado di allenarsi con contatti fisici dopo l'infortunio alla schiena), il rientrante Joe Harris – essenziale per spaziature e pericolosità perimetrale della squadra – oltre ai confermati Seth Curry, Cameron Thomas, Patty Mills e Nic Claxton e i nuovi arrivi TJ Warren e Royce O'Neale, Brooklyn avrebbe una rotazione di 10 giocatori interscambiabili, effort difensivo e sufficiente spacing che lo scorso anno ha più volte destato invece preoccupazione. Insomma, sarebbe senza mezzi termini una assoluta contender.

I delusi dell'ultima ora: Los Angeles Lakers

Un altro grande interrogativo prenderà ora il sopravvento nei salotti televisivi e sui social a stelle e strisce: che ne sarà dei Los Angeles Lakers? Dopo l'estensione milionaria di LeBron James e l'avvicendamento in panchina tra Frank Vogel e il neo-coach Darvin Ham, in tanti attendevano una mossa decisa sul mercato e tutte le attenzioni della franchigia, su indicazione proprio del "Re", erano puntate sullo scontento di lusso Kyrie Irving, sicuro partente visti i mal di pancia di KD, con Brooklyn pronta eventualmente ad accettare Russell Westbrook come contropartita economica assieme alle future prime scelte 2027 e 2029 dei giallo-viola.

Un sogno solo accarezzato ma evidentemente sfumato col passare delle settimane e fino all'annuncio di questi minuti, che ora cambia e di molto il target del GM Pelinka al quale restano pochissime potenziali sponde a cui rivolgersi nella speranza di rinforzare e rendere più funzionale questo roster. Su tutte, quegli Indiana Pacers che potrebbero accollarsi "The Broodie" lasciando andare in California il tiratore Buddy Hield e un'ulteriore contropartita, ovviamente puntando a fare bottino grosso con le scelte future di Los Angeles. Ecco perché il comunicato dei Nets può generare un effetto domino e avere conseguenze importanti per la corsa al titolo 2023, da Brooklyn fino…alla California.

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