Jimmy Butler è leggendario: 56 punti ai Bucks, i Miami Heat sono a un passo dall’impresa
Nella nottata che incorona (una volta di più) LeBron James, ancora decisivo a 38 anni e autore di giocate fondamentali nel clutch di gara 4 contro i Memphis Grizzlies, c'è un solo giocatore in grado di rubare la copertina al Re. Gioca nei Miami Heat, è praticamente circondato da un roster che non è all'altezza delle più grandi corazzate della Eastern Conference, eppure sta trascinando la squadra della Florida a un successo che nessuno avrebbe mai immaginato. Jimmy Butler, aka "Jimmy Buckets", si regala l'ennesima nottata leggendaria di una carriera che lo vede ormai da anni alternare un basket di regular season di medio-alto livello a prestazioni nei Playoffs in grado di scomodare i più grandi di sempre.
E coi suoi 56 punti totali frutto di un brillante 19/28 dal campo, con 9 rimbalzi e un finale di partita da raccontare, porta i suoi Heat sul 3-1 contro la strafavorita della serie e più in generale all'anello Milwaukee, che per l'occasione aveva anche recuperato il suo giocatore più importante, Giannis Antetokounmpo, visto solo per pochi minuti di gara 1 prima di un infortunio alla schiena che lo aveva escluso da gara 2, gara 3 e gara 4.
E se come tanti prevedevano il rientro del greco avrebbe esponenzialmente rialzato le chance di passaggio del turno dei Bucks (che oltre alla sua tripla doppia hanno avuto un Brook Lopez da 36 punti), non si poteva pronosticare che coi roster al completo Butler fosse capace di un'impresa del genere.
Una partita contrassegnata dai 22 punti del numero 22, divisi in due momenti ben precisi della gara. Il primo, incredibile quarto, chiuso appunto a 22 punti con 9/10 dal campo e una perentoria schiacciata a due mani contro il Dio greco, inutilmente accorso in aiuto sulla sua penetrazione. E gli 8 minuti finali, quelli che vedevano Miami sotto 98-87 (ma i punti di svantaggio sono stati anche di più) prima del rientro in campo del loro eroe, che con altri 22 punti contro i 16 totali dei Bucks ha ribaltato la sfida portando i suoi al successo nel modo più insperato ed esaltante possibile.
La fiducia e la carica della stella degli Heat sono rappresentate al meglio nel tiro incosciente che Jimmy prende con meno di un minuto da giocare e 55 secondi sul cronometro, con i suoi in vantaggio e la chance di far scorrere il cronometro dei 24 per perdere tempo…
Niente di tutto ciò, perché la trance agonistica del nativo di Houston ha fatto sì che una volta superata la metà campo, Butler lasciasse andare un tiro in step-back assolutamente inatteso, che ha finito con il devastare psicologicamente una Milwaukee apparsa stranamente fragile e fin troppo superficiale rispetto a come una contender, la contender numero 1 in realtà, dovrebbe attentare ai finali di gara.
Butler mette in archivio così la quarta miglior prestazione di sempre ai Playoffs NBA, la migliore nella storia dei Miami Heat (franchigia in cui hanno giocato Dwyane Wade e LeBron James, tra gli altri), ma soprattutto dimostra come anche in una stagione che sembrava destinata alla mediocrità – i Miami Heat sono arrivati ai Playoffs passando per gli spareggi play-in e battendo con tante difficoltà i Bulls nell'ultima sfida disponibile – e con un front-office praticamente immobile da anni, se si esclude l'arrivo di quel Kyle Lowry campione NBA coi Raptors ma mai impattante e mai visto in forma fisica accettabile in Florida, un solo giocatore può essere in grado di cambiare le sorti anche della peggiore delle squadre. Stupendo persino chi con lui si allena tutti i giorni, come si vede dall'espressione del rookie Nikola Jovic in questo video NBA…
Con un Bam Adebayo da cui ormai si attende sempre il salto di qualità a livello offensivo e circondato da un supporting cast composto da Gabe Vincent, Max Strus, Kevin Love, Cody Martin e tante altre anonime comparse, Jimmy Butler è distante 48 minuti dal passaggio in semifinale che, anche in caso di eventuale eliminazione, avrebbe a dir poco dello storico. Ma già solo aver messo in piedi una serie che anche senza Giannis Antetokounmpo sembrava comunque a senso unico basterebbe per esaltare la leadership di un giocatore che troppe volte si tende a sottovalutare quando si menzionano i migliori della lega, e che per l'ennesima volta sta dimostrando di avere cuore e attributi a sufficienza per essere inserito tra i più grandi agonisti e vincenti della storia recente NBA.