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Jayson Tatum riscrive la storia di Boston, 53 punti in una partita e fa meglio di Larry Bird

Ad appena 23 e 37 giorni la giovanissima stella dei Celtics diventa il più giovane di sempre a segnare 50 punti e il primo dal 1989 a chiudere una partita con 50 punti e 10 rimbalzi. Scalzando, in entrambi i casi, la leggenda della franchigia e uno dei più forti giocatori di sempre, Larry Bird.
A cura di Luca Mazzella
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Una notte per guadagnarsi un posto nel libro dei record della più gloriosa franchigia NBA. È quello che si è regalato Jayson Tatum contro Minnesota, nella vittoria al supplementare di Boston che avvicina la squadra di Stevens al quarto posto degli Hornets oggi distante solo una partita, nel "mucchio selvaggio" di squadre alle spalle delle prime tre della Conference lanciate verso i Playoffs.

Tatum strepitoso in Boston-Minnesota

Tatum ha chiuso una partita da sogno a quota 53 punti, 10 rimbalzi, 4 assist e una percentuale dal campo del 64% (16/25), diventando il più giovane di sempre nella storia dei Boston Celtics (a 23 anni e 37 giorni) a segnare così tanti punti e scalzando niente di meno che Larry Bird in questa speciale classifica di precocità. Larry The Legend ci era riuscito a 26 anni compiuti, nella stagione 1982-83. Tatum ha fatto tutto ciò trascinando i suoi contro una squadra modesta come i Timberwolves, fanalino di coda della Western Conference, che nel terzo quarto si sono trovati addirittura avanti di 17 punti prima della furiosa rimonta guidata proprio dall'ex Duke, che ha segnato 18 punti tra ultimo quarto e tempo supplementare (35 in totale nel secondo tempo), mostrando il solito bagaglio di soluzioni offensive negli oltre 40 minuti in campo, tra triple dal palleggio, movimenti spalle a canestro, penetrazioni di potenza, step-back e la proverbiale eleganza e compostezza nei movimenti, che ne fanno uno dei più eleganti giocatori della lega.

Tatum come Larry Bird

In più, l'ultima partita nella storia della franchigia da 50 punti e 10 rimbalzi apparteneva sempre a Larry Bird (stagione 1989), scalzato quindi due volte in una sola notte. Appreso del record dopo la sirena finale, Tatum si è limitato a dire che vedere il suo nome accanto a quello della leggenda col numero 33 è un grande onore, difficile da spiegare a parole. In più, sul suo non essere mai appariscente mantenendo sempre un profilo molto basso, il numero 0 ha detto "So di non essere il più rumoroso e di non palesare molte emozioni. Ma chiunque mi abbia allenato e mi conosca sa benissimo che ogni giorno io ci sarò per la battaglia in campo".

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Una svolta nella stagione di Boston?

La speranza di tutta la franchigia è che l'ennesima iniezione di adrenalina e entusiasmo che genererà una prestazione del genere possa scuotere una squadra ormai da mesi in cerca di se stessa e ancora palesemente incompleta, e che faccia riflettere il sempre più chiacchierato GM Danny Ainge sull'opportunità di aggiungere i giocatori necessari a rendere davvero grande Boston. Che sta probabilmente abusando della sicurezza di un grande futuro generata dal vedere in campo contemporaneamente Jayson Tatum e l'altro fenomeno Jaylen Brown, 23 anni entrambi, non intervenendo a dovere per puntellare un roster che manca ancora di diverse aggiunte per potersi dire all'altezza della corazzata Brooklyn, favorita all'anello.

In questo momento, con la post-season alle porte, è molto difficile prevedere una Boston in finale di Conference ma considerata la poca esperienza di quelle che saranno le tante squadre qualificate contro ogni pronostico (Hornets, Hawks, Knicks, Bulls le papabili) passare il primo turno con un accoppiamento favorevole non dovrebbe essere un problema. Da lì in poi, Boston dovrà sudare per replicare le cavalcate delle ultime stagioni. E prepararsi alla rivoluzione estiva tanto attesa quanto necessaria per dare a Jayson una squadra da titolo.

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