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Jayson Tatum e i Boston Celtics si abbattono su Denver: la svolta della stagione?

Una vittoria che può cambiare in positivo la stagione di Boston e incidere allo stesso tempo in negativo su una Denver che non aveva mai perso dall’avvento di Aaron Gordon. Con una panchina di impatto e grazie alle solite prestazioni di Tatum e Brown, i Celtics tornano dal Colorado con rinnovate convinzioni.
A cura di Luca Mazzella
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Un uragano, non ci sono altre parole. Nel miglior momento della stagione dei Denver Nuggets, sempre più candidati al ruolo di anti-Lakers dopo l'aggiunta di Aaron Gordon, sul team del Colorado si è abbattuto un tornado di nome Boston. Una squadra che, tra mille problemi e le tante incertezze dovute alle difficoltà sulle due metà campo e a un mercato senza sussulti, ha letteralmente schiacciato Nikola Jokic e compagni nel giro di pochi minuti, grazie a una prestazione in crescendo culminata, dopo un primo tempo mediocre, con un terzo quarto di orgoglio e un ultimo quarto spaziale, che la dice lunghissima sul talento puro a disposizione di Brad Stevens.

Boston ha ovviamente costruito la sua dominante vittoria sulle prestazioni delle due stelle Jayson Tatum e Jaylen Brown, sublimi nei 12 minuti di trance agonistica (con tanto di parziale di 31-3) e ispirati al punto da regalare proprio prima di uscire per la standing ovation dalla panchina le due migliori giocate della serata, con due schiacciate a suggellare le gare da 28 (e 10 rimbalzi) il primo e 20 il secondo. In più, gli ospiti hanno potuto contare su un'altra gara di sostanza di Robert Williams III, ormai fattore in attacco e in difesa e sempre più a suo agio anche nel ruolo di facilitatore offensivo.

La prima parte di gara sembrava viaggiare spedito verso una comoda vittoria di Denver, che ha però subito l'impatto della panchina degli ospiti, da cui Grant Williams e Romeo Langford si sono alzati impattando positivamente sul match (+23 e + 18 di plus/minus con loro in campo), confermando le buone sensazioni delle ultime due settimane (nelle ultime 6 il record è di 5-1), segno che la chiusura della finestra per gli scambi ha anche portato serenità tra i tanti giocatori coinvolti nei vari rumors.

Il parziale con cui Boston ha ribaltato la partita

La partita è cambiata proprio nel miglior momento di Denver, che sopra di 14 punti nel terzo quarto (79-65 dopo una tripla di Facundo Campazzo) ha praticamente staccato l'interruttore entrando in rottura prolungata con 3 palle perse consecutive che hanno prima consentito a Boston di limare lo svantaggio, poi di mettere la testa avanti (con un parziale di 20-1), infine di esplodere nell'ultimo parziale chiuso 31-8 (40-8 considerando anche il finale del terzo quarto) tra giocate di energia di Tatum e Brown e preoccupanti scene di nervosismo in casa Nuggets, dove Jokic nonostante la tripla doppia ha chiuso anzitempo la partita, sostituito da coach Malone per non incorrere in un'espulsione a cui è andato più volte vicino. Nel quarto periodo la scorsa finalista dei Playoffs a Ovest ha chiuso con un desolante 3/23 dal campo.

Campanello d'allarme in casa Denver, svolta per Boston?

Per Denver, visto il modo in cui è maturata, questa sconfitta potrebbe avere un peso ben maggiore di un semplice incidente di percorso. Per Boston invece, una "statement victory" che rimette la squadra sulla mappa delle pretenders (le squadre a ridosso delle contender), risultato a un certo punto nemmeno ipotizzabile visto il crollo verticale subito a ridosso dell'All-Star Game. Il recupero degli infortunati, su tutti Marcus Smart e Kemba Walker, quest'ultimo in evidente ascesa nell'ultimo mese, ha dato comunque a Stevens rotazioni più lunghe e un minimo di compattezza in un roster più volte sembrato sull'orlo di una crisi di nervi. E per una Denver che si lecca le ferite e riflette sull'impatto negativo della second-unit (Paul Millsap e Jamychael Green hanno chiuso con un plus/minus di -23, Monte Morris di -21 e Dozier con un disastroso -27), la lega riabbraccia una Boston che si rilancia definitivamente con una vittoria prestigiosa.

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