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James Harden parte benissimo con Philadelphia, Embiid gode: “Mai viste queste spaziature”

Il debutto del mancino ex Nets fa sorridere i tifosi dei Philadelphia 76ers e il loro centro, felice come non mai.
A cura di Luca Mazzella
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Se è un sogno, non svegliate i Philadelphia 76ers. Non svegliate i loro tifosi, e soprattutto non svegliate Joel Embiid, che dopo diversi mesi a trascinare la squadra in assenza dell'altra star "nominale" (e contrattuale) del team Ben Simmons, ai ferri corti con compagni e dirigenza, ha finalmente un compagno all'altezza della situazione. Si chiama James Harden e dopo la trade che l'ha portato nella città dell'amore fraterno stanotte è finalmente arrivato il suo debutto, contro i Minnesota Timberwolves. Una partita dominata dai 76ers, immediatamente trascinati dal mancino e da un ancor più motivato Embiid, con i due che hanno chiuso rispettivamente a quota 27 punti, 12 assist e 8 rimbalzi e 34 punti con 11 rimbalzi, nel 133-102 con cui la squadra di Doc Rivers si è imposta su quella allenata da Chris Finch.

Il fit coi nuovi compagni

La "gravity" esercitata da Harden, unita alle sue letture e alla sua innata capacità di fare canestro in più modi dal palleggio, ha subito impattato positivamente sulla pallacanestro di Philadelphia, che nei mesi aveva costruito un sistema Embiid-centrico (primo in NBA per usage, ovvero percentuale di possessi che finiscono con un tiro dal campo, tiro libero o fallo subito da un giocatore e che mostra proprio quanto "usata" sia una star nell'attacco di una squadra) atto a catalizzare le attenzioni delle difese sul big-man premiando poi, dopo raddoppi e rotazioni difensive, i vari tiratori (tra cui il Seth Curry partito alla volta di Brooklyn), e che oggi si trova nelle mani uno dei migliori attaccanti della storia NBA, con le motivazioni più alte a smentire gli ultimi complessi mesi in casa Nets. A beneficiare della presenza di Harden, già da stanotte, sono stati a turno tutti i compagni di squadra, in primis proprio Joel Embiid, seguito dalla point-guard della squadra Tyrese Maxey, che con 28 punti e 12/16 dal campo ha dimostrato subito di avere grande feeling col nuovo arrivato, accettando di buon grado di giocare diversi possessi off-the-ball ma anche di trovarsi subito a suo agio in collaborazioni dirette con Harden, spesso bloccante in situazioni di pick and roll, a riprova di una capacità di sapersi mettere anche a disposizione del sistema, dote spesso sottovalutata del nativo di Los Angeles. "Non capisco perché i media mi dipingano come un pessimo compagno di squadra, guardando solo alle vicende di mercato delle ultime settimane, che possono capitare. Ogni mia scelta è sempre stata finalizzata alla ricerca della mia felicità personale e della situazione migliore per la mia carriera", il commento del diretto interessato.

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La felicità di Joel Embiid

In tutta la felicità che l'esordio del Barba ha portato nell'ambiente 76ers spicca su tutte la reazione di Joel Embiid, che a fine partita senza usare mezzi termini ha parlato ai microfoni di TNT dicendo: "Avreste dovuto vedere la mia faccia nel quarto periodo. Nei primi tre ho giocato per me e per gli altri, ma nell'ultimo ho beneficiato di spaziature mai viste prima di quel momento. Ho segnato diversi canestri facili, ero abituato a dovermi prendere tante responsabilità, ma nel quarto periodo l'abilità di creare tiri per se per gli altri di Harden…dovevate vedere la mia espressione!", in una via di mezzo tra la naturale gioia per l'aggiunta di una superstar destinata a cambiare le sorti del team e frecciata a Ben Simmons, con il quale non è mai scattata la scintilla dentro e fuori dal campo in un rapporto definitivamente precipitato dopo gli scorsi Playoffs. Ma ormai a Philadelphia si è aperto un nuovo, entusiasmante capitolo, nel segno del Barba. Il "Process" tanto atteso e ricercato ha fatto lo scatto decisivo in direzione titolo.

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