Italia al preolimpico di basket a Belgrado: verso le Olimpiadi con l’ostacolo Serbia
I nostri sogni passano per Belgrado. La nuova, è il caso di dirlo visti i tanti esordienti in una competizione ufficiale, Nazionale Azzurra, si appresta da domani a giocare il torneo preolimpico con l’ambizione di provare ad arrivare in fondo e prendersi lo scalpo dei padroni di casa della Serbia, orfani dell’MVP NBA Nikola Jokic, dell’attuale finalista di Conference con gli Atlanta Hawks Bogdan Bogdanovic, ma forte del miglior giocatore dell’ultima Eurolega Vasilje Micic, del fresco campione d’Italia Milos Teodosic, e del centrone dei Dallas Mavericks Boban Marjanovic. Il tutto col supporto del pubblico amico che, in gare da dentro o fuori, può incidere in maniera determinante.
Prima di pensare all'eventuale accoppiamento contro i serbi però (che ieri hanno avuto la meglio contro la Repubblica Dominicana solo nell'ultimo quarto), occorre innanzitutto superare il girone – cosa matematicamente avvenuta ancora prima di giocare vista l'assenza del Senegal fermato dal covid – ma soprattutto battere l’avversaria che troveremo in semifinale, molto probabilmente proprio i dominicani, prima della sfida già annunciata per il posto in paradiso. Uno dei 4 messi a disposizione del torneo preolimpico, che divide le 24 squadre in 4 diverse città, Victoria, Spalato, Kaunas e appunto Belgrado, in ognuna delle quali sono stati sorteggiati due gironi da 3 squadre, che si affrontano una sola volta prima della seconda fase, a cui accedono prima e seconda coi classici incroci con l'altro gironcino. Dando per assodato, a questo punto, il primo posto della Serbia, ai nostri ragazzi toccherà battere nella sfida di domani (ore 16.30, diretta Sky Sport e Rai Sport) il Portorico. Squadra, quella centroamericana, da non sottovalutare soprattutto in competizioni internazionali, dove storicamente esperienza e abitudine a giocare a certi livelli e con obiettivi così prestigiosi in palio fa tutta la differenza del mondo.
E a proposito di esperienza, il roster degli azzurri appare notevolmente innovato rispetto a quello visto nelle ultime rassegne internazionali (a cui manchiamo dal 2019, decimo posto ai Mondiali cinesi). Non ci saranno, causa rinunce per curare i rispettivi acciacchi fisici, Marco Belinelli e Gigi Datome, e Danilo Gallinari, anch'egli impegnato con gli Atlanta Hawks nella finale di Eastern Conference (attualmente sul 2-2). Tanti i volti nuovi e alla prima vera esperienza di peso con gli Azzurri, su tutti Nico Mannion e Stefano Tonut, che con Italbasket hanno già giocato il torneo di qualificazione ai Mondiali 2019 oltre a diverse amichevoli, e Alessandro Pajola, una sola partita nello scorso novembre per le qualificazioni ad Euro 2021 (posticipati al 2022). Con loro, il piacevole ritorno di Achille Polonara, in queste ore approdato alla corazzata Fenerbahce dopo la straordinaria parentesi al Baskonia e che con la Nazionale vanta già 50 presenze ma una misteriosa latitanza, nelle competizioni ufficiali, che andava avanti dal 2018 (anche in quel caso si trattava di qualificazioni al Mondiale 2019). Ci sarà come centro di ruolo il solo Amedeo Tessitori e diversi esterni, tra guardie come Marco Spissu (Dinamo Sassari), Michele Vitali (Brose Bamberg e da qualche giorno nuovo giocatore della Reyer Venezia) Simone Fontecchio (Alba Berlino), Awudu Abass e Giampaolo Ricci (campioni d'Italia con la Virtus Bologna) e Riccardo Moraschini (Olimpia Milano).
Con loro, la star della squadra, ovvero Niccolò Melli. Reduce dall'esperienza NBA tra Pelicans e Mavs e dato per probabilissimo rientrare in Europa, dove è stato già protagonista fino al 2019, per Nico è la prima esperienza da capitano e da leader tecnico della squadra dopo le defezioni degli storici senatori. Un bel modo per dimostrare di poter guidare il nuovo corso, qualificazione o meno per Tokyo, verso soddisfazioni diverse da quelle degli ultimi anni.
Il nostro è un roster decisamente sbilanciato verso giocatori in grado di fronteggiare il canestro e mettere palla a terra, con il solo Tessitori abile a sgomitare sotto le plance. Una scelta ponderata da coach Romeo Sacchetti che ha optato per un gruppo versatile, con più potenziali portatori di palla e tante ali in grado di aprire il campo. Che rischia di pagare e di molto la differenza di centimetri contro Boban Marjanovic e Filip Petrusev in una possibile sfida contro la Serbia, ma che ambisce proprio a snaturare il gioco degli avversari esponendoli a quintetti rapidi e con tutti i giocatori in grado di battere in palleggio o punire dall'arco i rispettivi difensori, per costringere appunto i big-men ad uscire dalla comfort-zone del pitturato e liberarlo per le penetrazioni. Un'idea tattica che può funzionare e regalarci un'Olimpiade che manca dal 2004, quando ad Atene 2004 la Nazionale conquistò un argento dopo la finale persa contro l'Argentina. Sognare non costa nulla e le tante defezioni causa calendari fitti e impegni paralleli in NBA hanno di fatto depotenziato tutte le nostre rivali. Una squadra rinnovata, con tanti giocatori vogliosi di mettersi in mostra e prendersi una vetrina internazionale di livello, può puntare proprio sulle motivazioni e sull'assenza di pressione per regalarci una qualificazione che sarebbe il miglior punto di partenza per un nuovo, entusiasmante capitolo azzurro. A partire da domani.