Incredibile Boston! Rimonta leggendaria, gara 1 delle Finals è sua!
Pronti-via e i Boston Celtics fanno cadere il fattore campo delle NBA Finals. In un Chase Center stracolmo e con la pressione della prima volta alle Finals dell'intero gruppo (0 partite giocate contro le 123 del roster Warriors), i biancoverdi vincono in rimonta per 120-108 grazie a un ultimo quarto da antologia (40-16) e a una incredibile prestazione di squadra con 21 triple messe a segno e ben 33 assist, essenziali per mascherare una pessima serata al tiro della superstar Jayson Tatum (3/17 dal campo) compensata dai 13 passaggi vincenti e da una grande prova difensiva.
É la notte di Al Horford (26 punti e 6 rimbalzi con 9/12 dal campo), straordinario nei 12 minuti finali, di Jaylen Brown (24 punti) che tiene i suoi a galla proprio nel momento di maggiore necessità, e dei comprimari Derrick White (21 punti e +25 di plus/minus, il migliore dei suoi) e Payton Pritchard (8 punti) che dopo il solito terzo devastante quarto dei Warriors (38-24) a portare la truppa di Steve Kerr fino al +15, guidano la furiosa rimonta di Boston che negli ultimi 12 minuti annichilisce totalmente Steph Curry e soci ammutolendo i tanti fan presenti per il ritorno alle Finals di Golden State. Decisivo, all'interno del parziale del quarto periodo, un break di 17-0 con Golden State a secco per oltre 5 minuti.
La cronaca della partita
I quintetti restano invariati per entrambe le squadra, con Smart-Brown-Tatum-Horford-Williams da un lato e Curry-Thompson-Wiggins-Green-Poole dall'altra. La tensione dei debuttanti Celtics dura giusto un paio di minuti, il tempo di sbagliare i primi tiri dal campo (con un airball da tre) di un Tatum che anticipa in qualche modo la pessima serata che sarà, dopodiché la squadra di Udoka si scioglie col passare del tempo trovando però uno Steph Curry in formato MVP nel primo quarto (con la complicità della difesa Celtics che sceglie di non aggredire il numero 30 sul pick and roll esponendosi a tiri aperti pur di proteggere il ferro) e in generale un buon inizio di tutti i Warriors che sfruttano a pieno tutte le loro armi e trovano punti con Klay Thompson, ai primi canestri nelle Finals dopo 3 anni dal famoso infortunio, e Andrew Wiggins che costruiscono il primo mini-parziale.
Boston ha il merito di non far scappare i Warriors con la tripla di Horford ma Steph continua a essere ispirato e segna prima la tripla del 17-12, poi del 20-14, costringendo Udoka al time-out. Un minuto di riposo che però non sembra cambiare lo stato di trance agonistica del numero 30, che segna ancora issandosi a 21 punti nel solo primo periodo, il massimo su singolo quarto di Finals dal 2000 a oggi, con la bellezza di 6 triple messe a segno (record di sempre per un quarto alle Finals). Nonostante l'inizio leggendario di Curry e il 4/11 della coppia Brown-Tatum, i Celtics restano però a contatto e chiudono il primo periodo sotto 32-28. Nel secondo quarto arriva il primo vero strappo dei padroni di casa, che aprono le danze con un rimbalzo offensivo e canestro di Draymond Green e la tripla pesantissima di Otto Porter che nel giro di pochi minuti annichiliscono Boston e portano Golden State sul 44-37, che diventa 47-37 con il canestro pesante di Klay Thompson. Proprio nel momento peggiore del primo tempo però si iscrivono alla gara Derrick White e Jaylen Brown, che colpiscono dall'arco e in transizione e confezionano un 10-0 di break che riporta la partita in parità. Nei 7 minuti e 30 finali del secondo quarto, la difesa di Udoka concede appena 7 punti a Curry e compagni, chiudendo il primo tempo avanti 56-54.
Il secondo tempo vede Golden State uscire come spesso accade dagli spogliatoi con le idee chiarissime, e grazie a un ottimo terzo quarto di Andrew Wiggins, coadiuvato da un Kevon Looney in formato-Shaq che cattura rimbalzi su rimbalzi in attacco concedendo diverse seconde chance ai compagni, i Warriors provano la fuga. Klay Thompson segna il 66-60 su una gamba con un bel tiro dal mezzo angolo, Steph approfitta dell'ennesima difesa pigra di Robert Williams sul pick and roll, Draymond Green tira male ma fa sentire i muscoli sotto i tabelloni e la fisicità Warriors crea non pochi grattacapi a Boston, che subisce il colpo e sprofonda sul -11 dopo l'ennesimo rimbalzo offensivo di Looney, che non contento stoppa White e Smart uno dietro l'altro negando anche la più semplice delle conclusioni gli avversari. La peggior notizia per Boston però è che dopo una partita anonima, si iscrive alle Finals anche Jordan Poole con due triple di fila: nel momento di massimo sforzo Golden State, il punteggio dice 87-72 e i Celtics sembrano quasi in ginocchio dopo un canestro pesante di Andre Iguodala. Il terzo periodo finisce con 38 punti segnati e 6 rimbalzi offensivi essenziali nel creare il solco tra le due squadre.
Proprio quando però ti aspetti i titoli di coda del match, arriva tutto l'orgoglio di Boston. Jaylen Brown è delizioso in apertura di ultimo periodo, Pritchard si alza dalla panchina per segnare 5 punti cruciali tra contropiede e tripla dall'angolo. Arriva in quel momento l'ultimo sussulto di Steph Curry, che sul vantaggio rosicchiato fino a -2 dai Celtics segna prima la tripla contro Robert Williams III, poi il canestro in passo e tiro a rispondere alla prodezza di Derrick White da 3. La partita per 3-4 minuti diventa un tiro a segno, con l'ex Spurs e Horford che in totale estasi cestistica iniziano a vedere il canestro sempre più grande e ammutoliscono un incredulo Chase Center.
Boston, sotto di 12 a inizio periodo, si trova avanti 109-103 dopo l'ennesimo tiro da 3 del veterano visto ai Thunder lo scorso anno e attraversa un parziale di 17-0 che spezza in due la partita. L'emorragia non si ferma, il contro-break si estende al 29-11 dopo il massimo svantaggio e tutta Golden State sembra spegnersi di fronte alla veemente reazione degli ospiti. Marcus Smart, grande assente del secondo tempo fino a quel momento, entra giusto in tempo per chiudere definitivamente la disputa. Finisce 120-108 Boston, che al primo tentativo scippa il fattore campo e si porta in vantaggio per 1-0 nella serie. Altro che inesperienza, altro che stanchezza, altro che sfavoriti: questi Celtics hanno da subito messo in chiaro di non voler fare da comparsa in queste Finals.