Impiegato NBA si licenzia e si vendica sulla pagina Facebook ufficiale: svelati turni e stipendi
Violare la pagina Facebook ufficiale dell'ex azienda in cui lavoravi sfruttando username e password ancora in tuo possesso e non modificati. È ciò che ha fatto un ex dipendente della NBA, la massima lega del basket professionistico americano, che non solo è riuscito ad entrare nel profilo social, ma ha anche pubblicato un post diventato immediatamente virale. Si tratta, probabilmente, dell'ex social media manager che prima di lasciare definitivamente il suo vecchio impiego, ha svelato le condizioni di lavoro a cui era costretto a sottostare a fronte di uno stipendio minimo non in linea con le astronomiche cifre che circolano nel basket a stelle e strisce.
Molti inizialmente pensavano che l'account fosse stato violato, ma l'ex dipendente ha chiarito che aveva accesso agli account anche se si era dimesso dall'NBA. Non è noto se abbia ottenuto l'accesso tramite hacking, ma ciò che fa scalpore è il contenuto di quel post. Postato alle 8:25, ora di New York, l'ex dipendente ha voluto mettere in evidenza le dinamiche lavorative interne del team dei social media della NBA e il modo in cui vengono trattati i dipendenti rivelando ore di lavoro e stipendio percepiti.
Anche se probabilmente dovrà affrontare gravi conseguenze per la sua denuncia, il diretto interessato ha espresso legittime preoccupazioni per l'intenso carico di lavoro del team dei social media e la mancanza di compenso. Il trattamento probabilmente ha avuto un impatto mentale sull'ex dipendente che ha deciso di cambiare drasticamente lavoro. Questo post su Facebook dell'NBA attira anche molta attenzione sulla sua attività che non sarebbe in grado di creare da solo. “Come faccio a connettermi da qui? Non lavoro qui da settimane – si legge nel post pubblicato – Ad ogni modo, l'NBA sovraccarica i suoi dipendenti dei social media a scapito della loro salute e della loro vita sociale per uno stipendio inferiore a $ 50.000 all'anno netti". A questo punto l'ex dipendente mette in evidenza gli orari di lavoro che doveva svolgere:
"A volte ho lavorato su turni di 14 ore senza pause – ha spiegato – Ascolta Adam Silver. Non otteniamo l'assicurazione sanitaria fino a 90 giorni di lavoro! È sciocco, vero? Sono contento di essermi dimesso, non c'è bisogno di un lavoro per intralciare la tua felicità. È una delle cause di salute mentale". Una denuncia a tutti gli effetti delle condizioni al quale sono sottoposti diversi dipendenti NBA che con questa mossa spera che si faccia luce sulla vicenda e si migliori la qualità della vita di pari passi con una struttura lavorativa adeguata al compenso. Un grido d'allarme apprezzato da tantissimi tifosi che hanno risposto a quel post – prima che venisse eliminato – auspicandosi una pronta risposta da parte dell'NBA che però al momento ha preferito ancora restare in silenzio.