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Impazza il mercato NBA: tutti i nomi caldi della deadline

Come ogni anno, le ore che precedono la trade deadline sono le più caotiche di tutta la stagione. Prima del mercato dei free-agents, c’è chi prova a rinforzarsi via trade e chi in tutti i modi sta tentando di liberarsi di giocatori ormai avulsi. Ognuna col suo obiettivo e ancora poche ore per ottenerli.
A cura di Luca Mazzella
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25 marzo, ore 20:00: il mercato NBA chiude i battenti. Sono quindi le ultime, concitatissime ore in cui praticamente tra tutte le 30 franchigie della lega non si parla che di scambi, chi per aggiungere l'ultimo tassello per l'anello, chi per avere più chance di infastidire le contender, chi oramai avendo poco o nulla da perdere svende i suoi migliori giocatori pur di ottenere scelte ai prossimi draft. Ogni squadra ha la sua legittima ambizione di vittoria o ricostruzione, e se da settimane ormai i nomi girano in modo vorticoso, è come sempre nell'ultime ore che il primo grande scambio condurrà a un enorme effetto dominio con decine di giocatori coinvolti. Vediamo i nomi più caldi di queste ore, perché cedere, perché acquistare e quali squadre spingono per arrivare determinati giocatori.

Kyle Lowry – Toronto Raptors

Il playmaker dei campioni NBA 2019 vedrà scadere il suo contratto, da 30.5 milioni complessivi, in estate. Anziché perderlo a zero (la sua firma apparirebbe in netta controtendenza con il rinnovato progetto dei canadesi) è evidente che Toronto stia provando a scambiarlo ora. E per quanto le smentite di rito si susseguano una dietro l'altra, una squadra in striscia aperta di 9 sconfitte consecutive e ad appena 4.5 partite dall'ultimo posto, in questo caso invitantissimo, occupato dai Detroit Pistons, sta definitivamente cambiando il suo obiettivo stagionale proiettandosi sulla prossima stagione. La corsa alla prima scelta, Cade Cunningham, è una tentazione non da poco. A chi potrebbe interessare Kyle Lowry? Miami Heat, su tutti. La timeline non eterna di Jimmy Butler e le perplessità su Duncan Robinson hanno definitivamente convinto Pat Riley, probabilmente pentito per non aver tentato qualche mese fa l'affondo a James Harden, a disfarsi del tiratore (in scadenza a fine anno) per aggiungere esperienza e mettere la franchigia della Florida in condizione di competere e subito con le prime della Conference, Nets su tutti. Nelle ultimissime ore il nome di Lowry è stato affiancato a quello di Norman Powell (autentica sorpresa della stagione di Toronto) in un ipotetico pacchetto indirizzato agli Heat ai quali viene però chiesto di inserire Tyler Herro. Miami continua di suo a offrire Duncan Robinson per continuare a puntare sul giovane sophomore nel ruolo di point-guard di riserva (nelle intenzioni della franchigia prenderebbe il posto attualmente di Goran Dragic, in scadenza). In questo tira e molla stanno provando a inserirsi i Philadelphia 76ers, che potrebbero mettere sul tavolo uno dei migliori giovani a roster, Tyrese Maxey, 21esima scelta dell'ultimo draft.

Victor Oladipo – Houston Rockets

Il grande nome portato in Texas per la trade Harden, dopo aver rinunciato a un'estensione biennale da oltre 40 milioni, ha manifestato in modo eloquente la volontà di giocare per una contender. Atteggiamento che a dire il vero fa il paio coi mugugni mostrati già agli Indiana Pacers, motivo per cui tante squadre, pur consapevoli di una richiesta Rockets via via inferiore (l'impressione è che arrivati a questo punto basteranno un paio di scelte, non necessariamente prime) stentano a sferrare il colpo decisivo, considerato anche che in estate la guardia ex Hoosiers andrà poi rinnovata avendo il contratto da 21 milioni in scadenza. Nelle ultime notizie dei soliti insider americani a Oladipo sembrano interessati sia i Miami Heat (una sorta di piano B in caso di mancato approdo di Lowry) che i New York Knicks, che starebbero preparando la famosa offerta a base di scelte e, nel caso della squadra della Grande Mela, magari un giovane per mantenere la pick e non sacrificare troppo senza garanzia di prolungamento dell'esterno, le cui bizze ormai spaventano molti. Non è da escludere una terza squadra tra Boston Celtics e Dallas Mavericks, entrambi alla ricerca di pedine per dare slanci a progetti che rischiano di restare in perenne rampa di lancio.

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LaMarcus Aldrdige e DeMar DeRozan – San Antonio Spurs

Leggere degli Spurs attivi nel mercato a ridosso della deadline è già di per se una notizia. Negli anni di Popovich le trade sono state sempre poche e decisamente ben ponderate dalla dirigenza, che si trova tuttavia all'alba di una definitiva rivoluzione con l'addio di tutti i veterani (anche Rudy Gay viene dato in uscita) e l'investitura del core di giovani che tante soddisfazioni sta dando quest'anno, contro ogni pronostico. Aldridge e DeRozan sono ancora a libro paga per 24 e 27 milioni, una cifra monstre che la squadra libererà in estate ma che non è così automatico riempire con una superstar dalla free agency visto lo scarso appeal dei texani. Da qui il tentativo, disperato, di ottenere o chiamate al draft nei prossimi anni, puntando sulla proverbiale attività di scouting con la quale sono stati scovati autentici gioielli negli ultimi due decenni, o giovani pronti all'uso da affidare all'abile maestria di Gregg Popovich. Il rischio buy-out, tuttavia, è dietro l'angolo: se nessuno dovesse accontentare le pur minime richieste della franchigia, due giocatori ormai messi ai margini del roster e pubblicamente offerti in giro per la lega finirebbero col non poter più essere riportati nelle rotazioni. Chi potrebbe offrire per i due veterani? Aldridge ha poco mercato attualmente e l'impressione è che alla fine le contender stiano attendendo un buyout, mentre DeRozan ha certamente mercato tra squadre da Playoffs (i Knicks sono una delle tante ipotesi) salvo opti per un ritorno romantico a Toronto. Sullo sfondo, i Lakers stanno provando a offrire il pacchetto Caldwell-Pope e Harrell per rinforzarsi e il fatto che i salari complessivi combacino rendono è bastato per portare il nome dell'esterno in orbita giallo-viola.

Aaron Gordon e Evan Fournier – Orlando Magic

Tanti pro per il primo: l'età, il contratto (18 milioni quest'anno, 16.4 il prossimo), i margini di miglioramento in attacco e un atletismo sconfinato. In più, una squadra in balìa degli eventi e vittime di infortuni illustri che non vuole privarsi della super-star Nikola Vucevic ma ha allo stesso tempo la necessità di rinnovarsi. Ecco perché il nome di Aaron Gordon è tremendamente attuale e vicino a diverse squadre della lega. Il giocatore ha però manifestato la volontà di essere scambiato per team in orbita Playoffs, rendendo più che credibili le candidature di Portland Trail Blazers, Boston Celtics, Denver Nuggets e Golden State Warriors su tutte. Se Aaron decidesse sul serio di non essere più un semplice straordinario atleta ma un giocatore a tutto tondo, potrebbe davvero fare le fortune di tutte le squadre che con lui sperano di fare il salto di qualità. L'altro contratto che Orlando sta offrendo praticamente in coppia con l'ala grande è quello del francese Evan Fournier, realizzatore con diversi anni di esperienza ma tanti dubbi legati alla metà campo difensiva. In una squadra attualmente senza obiettivi, giocatori come lui (e Terrence Ross) sembrano onestamente solo tarpare le ali ai più giovani.

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Andre Drummond – Cleveland Cavaliers

Dopo aver acquistato Jarrett Allen facendo da sponda, ma nemmeno troppo, alla blockbuster trade che ha portato James Harden ai Nets, era evidente che a Cleveland la storia di Andre Drummond fosse ormai agli sgoccioli. Non sono bastate le doppie-doppie e i numeri sempre iper-appariscenti (che mai come nel suo caso ci mostrano la totale inutilità delle statistiche) a guadagnare mercato e stima in giro per la lega. La verità è che un corpo come quello di Drummond, con tutti i limiti offensivi e soprattutto difensivi del caso, sarebbe ideale in ogni squadra della Eastern per tentare di arginare Joel Embiid in un potenziale scontro coi 76ers o per le squadre della Western che avranno la sfortuna di incrociare Anthony Davis sul loro cammino, ma sacrificare ora un asset per un giocatore messo fuori squadra da un mese sarebbe un clamoroso autogol. Poche ore e Drummond potrebbe essere free agent. E in quel caso, il 25 marzo non sarebbe più la data limite per firmarlo.

Lonzo Ball, Nicolò Melli, JJ Redick, Eric Bledose – New Orleans Pelicans

Per una squadra in cui regna la confusione, un degno elenco di giocatori sul mercato. Si passa dagli scontenti Nicolò Melli e JJ Redick, entrambi scarsamente utilizzati da coach Van Gundy, entrambi potenziali buy-out con diverse pretendenti una volta free agents. C'è poi Lonzo Ball, desiderio nemmeno troppo celato dei Los Angeles Clippers e prossimo a dover discutere il rinnovo di contratto, ma che NOLA sembra voler cedere solo in coppia con Eric Bledose, pessimo come non mai quest'anno e inserito in ogni potenziale trattativa con l'ex Lakers. Nelle ultimissime ore, sui due sembrano piombati i New York Knicks, appunto disposti ad assorbire il brutto contratto della point-guard pur di arrivare al talento purissimo di Lonzo, visto dalla dirigenza come fit ideale per giocare al fianco della stella in ascesa RJ Barrett.

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Gli altri nomi

Dopo i nomi principali c'è un ulteriore mercato di giocatori in scadenza o sorprendentemente offerti last-minute dalle più insospettabili squadre. La lista è molto lunga e va da Malcolm Brogdon inspiegabilmente messo sul mercato dagli Indiana Pacers, a Otto Porter in scadenza ai Bulls fino a Harrison Barnes, potenziale obiettivo della tanto chiacchierata trade exception a disposizione dei Boston Celtics. In più, tanti nomi in cerca di ribalta: Marvin Bagley III mai sbocciato ai Kings o Buddy Hield e Richaun Holmes, sempre dai californiani, Nerlens Noel o Aaron Baynes che potrebbero rappresentare il piano B di chi ancora cerca un lungo per ritoccare il roster, e anche Lauri Markkanen, che Chicago sembra disposta a cedere.

Eppure, per tutti quelli nominati, è quasi certo ce ne siano tanti e tanti altri che nell'azzardo di portare a termine delle trade in preda a disperazione finiranno per essere coinvolti e cambiare casacca senza neanche venirne a conoscenza. È il bello e il brutto di queste ore, prendere o lasciare. Ma per fortuna, tra poco più di 24 ore, tutto questo vortice sarà alle spalle.

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