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Il mito del Madison Square Garden, l’arena più famosa al mondo tra concerti mitici e la storia NBA

Il 14 aprile 1968 la partita tra New York Knicks e San Diego Clippers inaugura il nuovo Madison Square Garden, che diventerà in poco tempo l’arena sportiva più importante al mondo, ospitando match di pugilato come Frazier-Ali, i Masters di tennis e altre grandi squadre di New York. Con il tempo è diventato anche una mecca per la musica, perché vi hanno suonato i Led Zeppelin, David Bowie e John Lennon vi ha tenuto l’ultimo concerto della carriera.
A cura di Jvan Sica
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Il 14 aprile 1968 i New York Knicks portano per la prima volta il basket all’interno dell’ultima versione del Madison Square Garden, battendo i San Diego Clippers. È una giornata storica per la franchigia, il basket e per l’intera cultura popolare degli Stati Uniti. Nasce il mito dell’arena più famosa al mondo, dove la storia dello sport e la Storia senza specificazioni hanno spesso scelto questo luogo per farsi.

La versione definitiva dell’edificio, che vediamo all’indirizzo 4 Pennsylvania Plaza, Manhattan, New York 10001, è il quarto che porta lo stesso nome. Il primo è entrato in funzione nel 1879 e venne chiuso nel 1889, ma subito sulle sue ceneri venne costruito un nuovo impianto. Il secondo Madison Square Garden, progettato dall'architetto Stanford White, è rimasto in funzione fino al 1925. Il terzo fu il primo impianto ad essere costruito fuori da Madison Square. Entra in funzione nel 1925 e chiude nel 1968, quando arriva il quarto e definitivo impianto, quello che conosciamo anche oggi e che è sulla 7a Avenue, tra la 31a e la 33a strada.

La storia di quello che in poco tempo divenne The World’s Most Famous Arena da quel momento si lega strettamente alla sua squadra di basket, che ha a sua volta una parabola che racconta molto di quella città e dello sport USA. I New York Knicks nacquero nel 1946 grazie a Ned Irish, altro grande benefattore del Madison Square Garden. Il 29 dicembre 1934 infatti, Irish organizzò due incontri nello stesso giorno all’interno del palazzo (New York University contro University of Notre Dame e Westminster College contro St. John’s University), proprio per affermare che dentro quel tempio poteva entrare a pieno diritto il basket, quello collegiale in particolare e quel giorno ebbe ragione, perché portò al The Garden ben 16.000 spettatori. La cosa piacque a tutti e continuò anche nel 1934-35, quando organizzò 8 doppie sfide e gli spettatori totali furono quasi 100.000. Fu grazie a questo interesse riscontrato anche negli anni successivi che decise di fondare i New York Knickerbockers e dare vita alla loro storia.

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I Knicks partirono forte sia durante la denominazione Basketball Association of America (BAA), che quando la Lega passò a chiamarsi definitivamente National Basketball Association (NBA). A vincere in quegli anni erano spesso i Minneapolis Lakers del centro George Mikan. Ma New York arrivò per ben tre volte di seguito in finale dal 1950 al 1953. Dopo un periodo di appannamento durato 15 anni arriva la scelta che cambia la storia della franchigia, nella Grande Mela appare Willis Reed, centro camaleontico e capace di giocate di classe, di forza e di pura volontà. Vince subito il rookie dell’anno e porta la squadra in un’altra dimensione, ma per vincere serve uno altrettanto forte nel backcourt. Così viene preso Walt “Clyde” Frazier.

La squadra si struttura, ci gioca anche un certo Phil Jackson e arriva proprio nel nuovo e definitivo Madison Square Garden la prima vittoria NBA contro i Los Angeles Lakers di Wilt Chamberlain. Epocale e indimenticabile anche per chi mastica poca NBA è la vicenda che riguarda proprio Willis Reed, che gioca da infortunato, claudicante, in pratica zoppo, ma riesce a limitare Chamberlain e portare a casa il titolo NBA, oltre ai titoli personali di MVP della Finals, MVP della regular season e MVP dell’All-Star Game, primo giocatore a riuscirci. Nel 1972 l’arena può ammirare un altro grande campione, Earl Monroe, e si arriva di nuovo in finale, questa volta perdendo contro Los Angeles, ma vincendo sempre contro i Lakers il titolo del 1973.

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Come spesso accade negli sport americani, dopo una fase di grandi prestazioni e vittorie c’è una fase di re-building che porta alla prima scelta assoluta del 1985, in cui viene selezionato Pat Ewing. La squadra riparte ancora una volta intorno a un grande centro e insieme a giocatori come John Starks, Charles Oakley e all’allenatore Pat Riley, ma c’è un ostacolo enorme da superare per vincere, il suo nome è Micheal Jordan e gioca nella loro Eastern Conference con i Chicago Bulls. Nel 1994 Jordan non c’è e i Knicks ne approfittano, arrivando in finale NBA contro gli Houston Rockets di Hakeem Olajuwon, ma perdono 4-3. Nel 1999 Jordan si è ritirato e ancora una volta i Knicks ne approfittano per andare in finale contro i San Antonio Spurs di Popovich che iniziano in quell’anno la loro ascesa ventennale.

Dopo questa finale ancora una volta persa inizia una brutta fase di ricostruzione che ha portato al Madison Square Garden grandi giocatori, come Carmelo Anthony, momenti di pura follia cestistica, come il periodo della Lin-sanity, vissuta nel 2012 grazie alle prestazioni incredibili e mai più ripetute dopo quel breve periodo da parte di Jeremy Lin e tante speranze andate perdute, come quelle italiane di Danilo Gallinari e Andrea Bargnani.

Oggi per la prima volta dopo anni i New York Knicks hanno finalmente un’idea di gioco, un capo e una coda se si vuol essere drastici, con Tom Thibodeau in panchina, che magari non è la nouvelle vague del gioco ma riesce sempre a dare un’identità soprattutto difensiva. In campo la squadra si affida a Derrick Rose, il quale ogni tanto torna quello che si stava per prendersi la Lega prima dei terribili infortuni, mentre per la leadership in fatto di punti si va da Julius Randle. Dopo un po’ di anni il Madison Square Garden potrebbe rivedere i playoff NBA e questa è una buona notizia.

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Ma non di solo basket ha vissuto e continua a vivere il Madison Square Garden, chiamato così dal 1879, in quanto al tempo la vecchia versione era in primo luogo un velodromo e come tale le Madison, chiamate anche Americane, erano gli eventi principali. Se restiamo allo sport, le squadre che ci giocano, insieme ai Knicks, sono le Liberty della WNBA, i New York Rangers di hockey su ghiaccio, i New York Titans di lacrosse e da non dimenticare è la sera del draft NBA che lì è organizzata.

Altri eventi sportivi epocali sono stati il primo e secondo incontro della trilogia Frazier-Ali e, poco dopo l'apertura, il terzo dell’altra trilogia a noi forse ancora più conosciuta fra Nino Benvenuti ed Emile Griffith e dal 1977 al 1989 è stato sede del Masters di tennis. Oltre alle convention di entrambi i partiti politici poi, il numero e il livello dei concerti organizzati è pazzesco.

Si parte con i Led Zeppelin nel 1973, Frank Sinatra, Elvis Presley nel 1972, Bruce Springsteen, i Queen, i Guns ‘N Roses, Madonna, David Bowie, Luciano Pavarotti, Micheal Jackson per il trentennale della sua carriera. Ha ospitato anche l'ultimo concerto di John Lennon nel 1974 insieme a Elton John. Entrando al Madison Square Garden ti accorgi subito che pareti, pavimenti, ogni oggetto presente ti parla di un evento storico e indimenticabile. E se i Knicks ripartono davvero, allora diventerà ancora una volta il tempio dove si gioca il più bel basket del mondo.

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