Il gesto d’amore di Vanessa Bryant per Kobe e la figlia Gigi: maxi risarcimento devoluto in beneficenza
Non ha voluto tenere niente per sé. I sedici milioni di dollari di risarcimento riconosciuti a Vanessa Bryant dal tribunale saranno devoluti in beneficenza. Ha vinto la causa contro la Contea di Los Angeles per le foto dei resti umani di Kobe e della figlia finiti sui cellulari degli agenti e divenute "oggetto di pettegolezzo" perché diffuse al di fuori di un circuito istituzionale.
Nessun media ne è entrato in possesso ma la giuria ha ritenuto fondata l'obiezione sollevata dalla vedova (e dal co-querelante, Chris Chester, che nell'incidente aveva perso moglie e figlia) e fondata sul timore che, a causa di quel comportamento, c'è il rischio che un giorno o l'altro quelle immagini siano pubblicate in Rete con tutto quel che ne consegue in termini di ansia e dolore.
La sentenza ha messo la parola fine anche su questa pagina molto triste della morte di Kobe. Fa parte del corredo accessorio che accompagna le grandi star internazionali: siano vive o morte, tutto fa notizia. Ma non tutto è tollerabile al di là di ogni rispetto e umana pietà.
Il tesoretto andrà alla Fondazione Mamba & Mambacita Sports che lo utilizzerà per finanziare progetti di inserimento e avviamento allo sport offrendo così l'opportunità a tanti ragazzi meno fortunati di avvicinarsi all'attività di base e – perché no – vivere un sogno all'ombra dell'icona leggendaria dei Lakers e della pallacanestro.
Era il desiderio di Kobe e di sua figlia Gianna Maria, oggi si riverbera nella mission dell'associazione, che non creata affinché la loro memoria e quel progetto a cui tanto tenevano non vadano dispersi.
Luis Li, l'avvocato di Vanessa Bryant, ha assicurato in un comunicato pubblicato dal Los Angeles Times che in virtù di quel lascito la vedova della leggenda dei Lakers vuole onorare "l'eredità di Kobe e Gigi" sottolineando come "fin dall'inizio del processo la donna ha avuto solo un desiderio: accertare la responsabilità di quegli atti".
Il legale ha aggiunto anche un altro dettaglio che spiega bene quale sia stata la determinazione della vedova: "Non ha mai vacillato, anche quando la contea ha tentato di costringerla a sottoporsi a una visita psichiatrica".
Vanessa ha resistito e ha raggiunto il suo obiettivo: tracciare una linea di confine per il futuro, dare un lezione che possa essere esempio per tutti. "La speranza della signora Bryant è che questo importante caso sui diritti civili metta fine a questo comportamento aberrante e insensibile". È finita come dove andare, nel nome del padre e della figlia. Che riposino in pace.