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Il curioso problema di Paolo Banchero: perde 3 chili a partita, ma Duke ha un piano

L’ala americana ma di passaporto italiano di Duke ha finora mostrato un solo grande problema nelle 8 partite giocate: l’eccessiva sudorazione e la fatica.
A cura di Luca Mazzella
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Nell’attesa di quello che sarà il suo ingresso ufficiale in NBA, con il draft 2022, e col solo dubbio di sapere quando Adam Silver pronuncerà il suo nome tra quelli dei 60 (ora 58 in realtà dopo le sanzioni per tampering contro Heat e Bulls che saranno costretti a rinunciare alle rispettive chiamate del secondo giro), se come prima scelta o su uno dei due gradini più bassi del podio, ipotesi scarsamente probabile ma da considerare vista la crescita impressionante di altri prospetti come Jabari Smith, Jaden Hardy e il già notissimi Chet Holmgren, Paolo Banchero ha un piccolo problema da risolvere.

E così, tra un movimento di potenza spalle a canestro e una tripla dal palleggio mostrati con impressionante alternanza nelle prime 3 settimane ufficiali da giocatore NCAA, l’ala nativa di Seattle ma con passaporto italiano si trova a dover fronteggiare quello che finora è stato l’unico reale avversario capace di metterlo KO nelle 8 partite giocate: i crampi. Sia nel match di apertura contro Kentucky che nel big match contro Gonzaga infatti, ma più in generale praticamente ogni volta in cui è sceso in campo, il ragazzo 2002 ha infatti sempre avuto un primo tempo di gioco stellare e un secondo condizionato da fastidi fisici e nello specifico, appunto, da crampi e fatica.

Un inconveniente emerso così tante volte da aver spinto lo staff dei Blue Devils, come reso noto dalla giornalista di ESPN Holly Rowe, ad approfondire la vicenda fino a scoprire che l’eccessiva sudorazione di Banchero gli avrebbe addirittura fatto perdere finora dai 3 ai 3 chili e mezzo a partita tra liquidi e sali. Un problema a cui Duke sta per ora rimediando tramite una dieta personalizzata fuori dal campo e un drink ossigenato e con diversi integratori, che viene subito offerto al ragazzo dopo ogni sostituzione e in ogni pausa utile.

C’è da dire che prima di arrivare a Duke, al liceo Paolo non aveva mai sofferto dello stesso problema come ammesso direttamente dal ragazzo, e che in questo momento tra lui e la prossima partita contro South Carolina State ci sono oltre 10 giorni di riposo e di lavoro individuale che attendono il numero 5. Le cui medie nelle 8 partite giocate finora, così come gli scouting report che puntuali dopo ogni partita proiettano l’italo-americano sempre più verso la prima scelta, restano di altissimo livello.

I numeri e il sogno Azzurro

In quella che assomiglia a una marcia trionfale a piccoli passi verso il sogno NBA, con un bagaglio tecnico offensivo che partita dopo partita sembra aggiungere qualcosa di nuovo, Banchero sta finora segnando quasi 18 punti di media e oltre 7 rimbalzi a gara, con il 50% dal campo e un incoraggiante 33% da tre, fondamentale nel quale appare sempre più a suo agio sia in situazioni di tiri piazzati sugli scarichi che proprio in soluzioni individuali, che sta imparando ogni giorno a costruirsi dal palleggio. Una completezza offensiva che sta chiaramente mettendo tanta pressione sulla Federazione italiana, che punta ad inserire Paolo nel roster Italbasket già dal prossimo Europeo, come recentemente affermato proprio dal Presidente Gianni Petrucci che è sembrato fiducioso sulle chance di poter aggregare il ragazzo quanto prima alla spedizione dei ragazzi di Meo Sacchetti.

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Zero rischi in vista della NBA

Uno dei tanti scout finora accorsi per vedere dal vivo l’ala grande di origini liguri si è dichiarato sicurissimo ai microfoni di ESPN di vedere superato il problema prima dell’approdo in NBA, derubricandolo a "piccola preoccupazione" destinata a non impattare ulteriormente sul suo gioco. E soprattutto, che non dovrebbe far retrocedere Banchero dalla vetta o quantomeno dal podio dei talenti prossimi ad approdare nella lega dei Giganti.

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