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I Portland Blazers perdono pezzi e Dame Lillard è sempre più solo

La franchigia dell’Oregon continua la sua ricostruzione regalando giocatori a prezzo di saldo. Sicuri che non ci sia anche Lillard sul mercato?
A cura di Luca Mazzella
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E se dopo 10 anni potesse finire l'era Damian Lillard Portland? Qualche mese fa sembrava impossibile, eppure proprio in queste ore lo scenario sta cambiando in modo radicale. Chiariamo subito: non esiste un Lillard sul mercato e un Lillard incedibile. Nell'NBA di oggi ogni giocatore, salvo davvero casi che si contano sulle dita di una mano, può ritenersi scambiabile con le giuste contropartite e proprio una superstar come Dame Lillard, in quel di Portland, ha sempre avuto storicamente una lunghissima fila di corteggiatori pronti ad affondare il colpo per portare via il numero 0 dall'Oregon. La lealtà del giocatore, in maniera forse addirittura superiore alle intenzioni rigide dei Blazers di trattenerlo, ha però sempre fatto la differenza e fino a poche settimana, nonostante i risultati sportivi deludenti degli ultimi anni, ipotizzare un Lillard lontano da Portland sembrava a un'utopia. Se non fosse che, nelle ultime ore, le mosse a  tratti sconvolgenti della dirigenza stanno mescolando e di molto le carte in tavola.

Le trade coi Los Angeles Clippers e i New Orleans Pelicans

Nel giro praticamente di 96 ore, a Portland è iniziata in maniera ufficiale la rivoluzione. Una di quelle drastiche e senza troppi prigionieri, dove forse anche la fretta di azzerare tutto guida in qualche modo le decisioni aggiungendo quella percentuale di emotività che si riflette poi sulle contropartite in gioco. 4 giorni fa il primo maxi-scambio con i Los Angeles Clippers ha privato la squadra di due dei migliori giocatori alle spalle della coppia Lillard-McCollum, ovvero Norman Powell e Robert Covington. Il primo, blindato pochi mesi fa con un contratto quinquennale, è una guardia con punti nelle mani per i quali proprio alla scorsa deadline Portland aveva deciso di sacrificare Gary Trent Jr, girato ai Toronto Raptors. Il secondo è il classico giocatore di sistema dalle spiccate attitudini difensive, ottimo per essere calato in una franchigia con un impianto già forte nella propria metà campo, per il quale due stagioni fa la franchigia aveva sacrificato la bellezza di due prime scelte.

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Le contropartite ricevute per i due? Eric Bledsoe, Keon Johnson (scelta numero 21 dell'ultimo draft), Justice Winslow e una seconda scelta dai Los Angeles Clippers. Una mossa che, con qualche timida speranza legata allo sviluppo di Johnson, ha rappresentato sostanzialmente una svendita a prezzi di saldo di due giocatori fortemente ambiti da ogni papabile contender e per cui nel giro di 2 anni la dirigenza aveva sacrificato tantissimo in termini di young core e scelte (tramutatesi poi in Isaiah Stewart e Usman Garuba).

Una volta livellate verso il basso le richieste per due giocatori da quintetto, era quasi prevedibile quello che nelle ultime ore si è poi materializzato. Ennesima trade, questa volta con i New Orleans Pelicans, e cessione degli ultimi elementi di valore del roster, con CJ McCollum che dopo quasi 10 anni saluta quindi l'Oregon, Larry Nance Jr e Tony Snell approdati ai New Orleans Pelicans in cambio di Josh Hart, Tomas Satoransky, Nickeil Alexander-Walker, una prima scelta protetta (che toccherebbe a loro solo in caso in cui finisse tra le numero 5 e la numero 14 del prossimo draft) e due seconde scelte.

Anche qui, considerato l'alto valore di mercato della guardia, i social sono subito impazziti additando Portland di essersi troppo facilmente piegata alle logiche di ricostruzione senza minimamente puntare a ottenere qualcosa di meglio dallo smantellamento del roster. Una scelta per giunta protetta, due seconde scelte e giocatori marginali oltre a un buono ma non certo fenomenale Josh Hart in cambio di una star e di un ottimo role player come Nance: davvero troppo poco. E con la prospettiva di scambiare anche l'ultimo giocatore del vecchio gruppo presente a roster oltre Lillard, ovvero il centro bosniaco Jusuf Nurkik, le prossime ore potrebbero segnare ulteriormente la strada del progetto di rebuilding della squadra.

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Quali prospettive?

C'è chi come Adrian Wojnarowski afferma che l'intenzione della franchigia, nonostante tutto, sia ancora quella di costruire attorno a Damian Lillard un nuovo corso sfruttando i 60 milioni liberi in estate per fiondarsi su qualche free agent (DeAndre Ayton, Bradley Beal, Zach LaVine?) e i 21 di trade exception generati proprio con gli scambi odierni per aggiungere un altro tassello e dare nuove speranze ai fan della squadra. Che dalla richiesta di maggior competitività della loro superstar ad oggi sembra aver imboccato una strada parecchio confusionaria e senza reali pilastri su cui rifondare diversi dal "tutti attorno a Dame". Che però, a questo punto, diventa il bersaglio di tutte le squadre finora vigili sulla sua situazione ma mai realmente invogliate a sferrare il colpo. Per un giocatore che proprio poche ore fa ha ribadito la sua fedeltà al progetto e alla città, sarebbe finalmente l'occasione di misurarsi in un contesto competitivo per l'anello. Per Portland, arrivati a questo punto, l'ultimo boccone amaro da digerire per poi voltare definitivamente pagina e guardare al futuro. A meno che a 31 anni Lillard non abbia davvero intenzione di dare nuovamente fiducia a una squadra che sembra non aver mai assecondato nei fatti la sua voglia di vincere.

Saranno ora molto concitate: chi seguiva Dame ha avuto in questi giorni sufficienti segnali per guardare con fiducia anche alla più impossibile delle trade, a meno che non arriverà l'ennesimo grido d'amore verso la franchigia di un giocatore troppo orgoglioso per cascare nello stesso limbo dei tanti criticati colleghi perennemente in movimento alla ricerca dell'anello, ma troppo forte per assistere inerme (con una sua importante responsabilità nel mantenimento di un roster con troppi equivoci tecnici e tattici) alla fine della sua creatura e con lei dei suoi sogni di gloria. State sintonizzati, tra oggi e luglio di colpi di scena possono essercene ancora tantissimi.

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