I Miami Heat fanno paura: gli Hawks di Young e Gallinari vengono spazzati via
Il primo posto a fine stagione regolare nella più competitiva Eastern Conference mai vista da anni a questa parte era già un bigliettino da visita temibile per tutti gli avversari, nello specifico per gli Atlanta Hawks entrati meno di due giorni fa nel tabellone Playoffs dopo la vittoria contro i Cleveland Cavaliers nello spareggio tra ottava e nona classificata. Eppure, gli scricchiolii intravisti nella partita contro Golden State sul finire della stagione dei Miami Heat a detta di molti dovevano destare preoccupazioni sulla tenuta psicologica di un gruppo apparso ai ferri corti. Niente di più falso, e da qualche minuto ne è arrivata la dimostrazione più veemente.
Vittoria schiacciante
Gli Heat hanno letteralmente distrutto gli Atlanta Hawks in gara 1 del primo turno di Playoff della Eastern Conference per 115-91, in una partita praticamente senza storia dal primo minuto e che orienta da subito, almeno emotivamente, la serie dal lato della franchigia della Florida, dominante ben oltre quanto non dica il punteggio finale. La squadra di Spoelstra ha infatti esercitato una pressione costante su tutti gli uomini degli Atlanta Hawks, con grande aggressività sui portatori di palla, aiuti perfetti sul pick and roll giocato da Trae Young (oltre 10.000 blocchi ricevuti in 3 anni, il numero uno indiscusso per ricorso a questa situazione) e rotazioni scientifiche a arginare ogni sbocco offensivo della squadra di McMillan, che si presentava alla sfida forte dei numeri da secondo attacco NBA in regular season.
Trascinata dall’intensità di Jimmy Butler e Kyle Lowry sugli esterni e dai cambi sistematici di Bam Adebayo, Miami ha avuto da subito la vita facile non facendo letteralmente entrare mai in partita Gallinari e compagni, sprofondati tra secondo e terzo quarto a oltre 20 punti di svantaggio, diventati poi 30 e sostanzialmente mai ridotti. Eppure Atlanta si era presentata alla sfida forte del recupero di John Collins (10 punti in 21 minuti, incoraggiante per il prosieguo della serie), ala grande titolare del team, rientrato dopo oltre un mese ai box e essenziale per spaziature e schemi della squadra. Purtroppo per la squadra della Georgia però, l’infermeria era comunque occupata ancora da un titolare, in questo caso Clint Capela, uscito malconcio dalla partita contro Cleveland e indisponibile oggi. L'impressione è che anche al completo l'energia diversa messa in campo dalle due squadre avrebbe comunque portato allo stesso epilogo.
Incoraggiante prova del Gallo
A salvare parzialmente la faccia nella pessima figura degli Hawks è solo Danilo Gallinari, il migliore dei suoi con 17 punti ma 5/12 dal campo e -17 di plus/minus. Niente a che vedere coi numeri disastrosi di Trae Young (1/12 dal campo e -22), Bogdan Bogdanovic (0/8 al tiro) e De'Andre Hunter (14 punti ma -31 di plus/minus) e più in generale di un team che in una serata da dimenticare ha tirato col 38% dal campo e il 27% da tre. Troppo poco per impensierire una delle squadre più attrezzate difensivamente dell’intera lega alla quale poi, senza valida opposizione nella propria metà campo, si è data anche l’opportunità di esprimersi al meglio in attacco. Miami ha infatti portato 4 uomini in doppia cifra, ritrovando uno spaziale Duncan Robinson che dalla panchina ha segnato 27 punti con 8 triple su 9 tentativi. Gli uomini di Spoelstra hanno collezionato in tutto 35 assist su 43 di squadra, tirando con un brillante 18/38 da oltre l’arco e 43/82 dal campo con il solito coinvolgimento di tutti gli effettivi scesi in campo.
Davvero troppo per la scarsissima verve mostrata dagli Hawks, e segnale importante per tutte le altre pretendenti all’anello sicuramente sorprese dall’atteggiamento di una squadra che sul finire della regular season sembrava sull'orlo di una crisi di nervi ma che oggi è tornata a macinare basket sulle due metà campo. Miami oggi voleva dimostrare a tutti di non essere prima a Est per caso e ci è riuscita: gli Heat di oggi fanno davvero paura a tutti.