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I Los Angeles Lakers rimpiangono Alex Caruso: ora è protagonista a Chicago nei Playoffs NBA

La scelta dei Lakers di non confermare la guardia di origine italiana ha rappresentato un crocevia importante per la stagione dei gialloviola e per quella dei Bulls, che ora se lo godono.
A cura di Luca Mazzella
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I Chicago Bulls non sono morti, anzi. Dati per spacciati dalla quasi totalità degli addetti ai lavori contro i campioni NBA in carica dei campioni Bucks e dopo aver perso malamente gara 1 in Wisconsin, la squadra di coach Donovan ha portato a casa una vittoria fondamentale (114-110) nella notte che apre una serie il cui esito sembrava già scritto.

Visti infatti gli stati di forma con cui le due squadre arrivavano alla post-season e l'assenza cruciale di Lonzo Ball, Chicago era sembrata da subito la vittima sacrificale di Giannis e compagni, al punto da lasciar legittimamente sospettare di una volontà dei Bucks di incrociare il team della Windy City come incrocio più abbordabile.

E se appunto il primo incontro aveva subito indirizzato la serie verso il campione greco, la veemente e orgogliosa reazione della squadra a lungo rivelazione dell'anno ma poi entrata in una spirale negativa crollando fino al quinto posto della Eastern Conference ha spiazzato tutti e apre ora una nuova mini-serie di 5 partite con il vantaggio per i Bulls della doppia sfida in casa di gara 3 e gara 4. Partite in cui molto probabilmente Milwaukee dovrà fare a meno di Khris Middleton per una distorsione al legamento del ginocchio.

La copertina della notte è giustamente occupata dai 41 punti di DeMar DeRozan, che dopo gara 1 aveva promesso un pronto riscatto mantenendo poi la promessa, ma a vestire i panni dell'eroe per Chicago è stato Alex Caruso. Un giocatore che ha cambiato in tutto e per tutto la cultura in Illinois e che stanotte ha giocato probabilmente la miglior partita della sua finora già notevole stagione con la sua nuova squadra. Partita che i numeri (9 punti, 10 assist, 2 stoppate, 2 palle recuperate) non spiegano del tutto, perché è stato l'impatto avuto in difesa e la sua capacità di arginare a turno i migliori giocatori dei Bucks a fare la differenza, assieme alle giocate più importanti nel finale tra cui lo sfondamento subito proprio contro Antetokounmpo a 5 secondi dalla fine.

Per un giocatore snobbato prima nella notte del draft 2016, quando nessuna delle 30 squadre spese una chiamata per lui nonostante l'ottima stagione a Texas A&M a causa di un fisico troppo leggero a detta degli scout, tagliato sia dai 76ers che dai Thunder nella Summer League di quell'anno, e nuovamente sottovalutato dai Los Angeles Lakers la scorsa estate nonostante l'apporto cruciale in difesa per il titolo nella bolla di Orlando, è ora arrivato il momento di riscuotere consensi in tutta la lega, magari guadagnando anche una selezione in uno dei due quintetti All-Defensive della stagione.

Se a Chicago giustamente si godono un game-changer che con la sua energia e la sua aggressività ha dato nuova linfa a una franchigia reduce da anni fallimentari, in California la dirigenza dei Lakers ormai in vacanza da quasi un mese e fuori persino dalla lotta play-in dovrebbe interrogarsi sul clamoroso errore di valutazione fatto lo scorso luglio, preferendo un quadriennale a Talen Horton-Tucker da 37 milioni al classe '94 e optando per un contenimento dei salari non offrendo quindi a Caruso un rinnovo più corposo del biennale da 15 milioni inizialmente proposti. Un errore che, oggi si può dire con forza, ha condizionato in direzione opposta la stagione dei gialloviola e quella dei Bulls, che da sicuri "sweepati" (lo sweep è quando una serie si chiude sul 4-0) ora sognano di fare lo sgambetto ai campioni NBA.

Se così non dovesse essere però, col recupero di Lonzo e le giuste mosse in estate del GM Karnisovas la strada tracciata è quella giusta, e se oggi Chicago può sperare di tornare ai fasti del passato lo deve anche alla cultura vincente portata da Alex Caruso.

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