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I Los Angeles Lakers piazzano il colpo: arriva l’ala Rui Hachimura. E non finisce qui

I gialloviola a sorpresa ufficializzano uno scambio coi Washington Wizards. Nella Capitale approdano Kendrick Nunn e tre seconde scelte future in cambio dell’ala giapponese classe ’98.
A cura di Luca Mazzella
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No, i Los Angeles Lakers non potevano restare ancora a lungo immobili sul mercato. In un'annata come quella attuale in cui Anthony Davis, al netto degli infortuni, ha confermato di essere uno dei lunghi più dominanti della NBA e considerato il rendimento stellare di LeBron James – che prendendo come riferimento le sole ultime 10 partite giocate viaggia ad una media di 35.1 punti, 9,6 rimbalzi e 7,9 assist, tirando col 53% dal campo – nonché la situazione molto fluida della classifica di una Western Conference in cui dal terzo posto attualmente occupato dai Sacramento Kings (27-19) fino ad arrivare all'11esimo posto occupato dagli Oklahoma City Thunder (23-24) ballano soltanto 4 partite, tutti gli addetti ai lavori si aspettavano un mossa decisa da parte del GM Rob Pelinka che potesse in qualche modo dare slancio ulteriore a un ambiente che, con fatica, sta guadagnando nuovamente fiducia dopo il pessimo inizio.

E in una stagione che non sembra avere una vera e propria squadra dominatrice soprattutto a Ovest e in cui i gialloviola hanno comunque dimostrato di potersela giocare con tutte le squadre contender incluse, come ha lasciato intendere la recente vittoria contro i Memphis Grizzlies, non provare nemmeno a migliorare questo roster mettendo James nelle condizioni di competere, sarebbe stato un peccato imperdonabile.

In California, come confermato come sempre con largo anticipo dagli insider USA rispetto all'ufficialità poi arrivata sui canali della franchigia, è approdato Rui Hachimura, nona scelta assoluta del draft 2019, in cambio di Kendrick Nunn, ad oggi oggetto misterioso e condizionato pesantemente dagli infortuni nella sua esperienza californiana, più tre seconde scelte (la 2023 dei Chicago Bulls, la 2029 dei LAL e la più bassa tra quelle del 2028 delle due squadre). Hachimura sta viaggiando in stagione ad una media di 13 punti a partita, con 4.3 rimbalzi e 1.2 assist, ma i numeri non dicono tutto, soprattutto sulle caratteristiche che sembrano sposarsi a perfezione con le attuali esigenze di L.A. L'ala giapponese – in una fase di crescita e reduce dal massimo in carriera, con 30 punti segnati nella vittoria contro gli Orlando Magic – rappresenta oggi un unicum se si considerano le qualità fisiche e tecniche del roster dei gialloviola.

Cosa può dare Hachimura ai Lakers

Uno dei tanti problemi dei Lakers emersi in questa stagione infatti, oltre alla nota e difficile convivenza tecnica tra LeBron James e Russell Westbrook alla quale coach Darvin Ham ha tentato di offrire rimedio reinventando l'ex MVP nel ruolo sesto uomo con risultati incoraggianti, era e in realtà è ancora la composizione di un roster eccessivamente sbilanciato sugli esterni (molti dei quali "undersized" tra Schroeder, Beverley, Westbrook, Reaves, Walker) rispetto a uno striminzito reparto di ali e lunghi. Hachimura aggiunge appunto chili e centimetri in uno spot in cui alle spalle del terzetto LeBron-Davis-Bryant (quest'ultimo in netta crescita come testimoniato dai 31 punti e i 14 rimbalzi nella recente vittoria sui Portland Trail Blazers), gli unici giocatori su cui i Lakers potevano contare erano Wenyen Gabriel e Troy Brown, con tutte le difficoltà a rimbalzo e in aiuto difensivo che ne derivavano.

L'altra grande lacuna che in qualche modo questa trade contribuisce a limare è la carenza di giocatori pericolosi dal perimetro in casa dei campioni NBA 2020. Di Rui Hachimura si sottovaluta infatti l'abilità nel tiro da 3: l'ala nipponica ha collezionato tra la scorsa stagione e quella corrente 85 centri su 206 tentativi in catch and shoot,  il 41% circa: una percentuale ragguardevole se calata in un roster in cui al momento nessun giocatore arriva al 40% di conversione. Un'arma in più al fianco di LeBron James e Anthony Davis e potenzialmente in grado di giocare sia in quintetti small che in quintetti con Davis e Bryant insieme a LeBron da point-guard. Una nuova variante tattica per una squadra spesso costretta quest'anno a lineups del tutto anomale con Austin Reaves utilizzato da ala piccola e Troy Brown da ala grande.

Altro aspetto da non sottovalutare riguarda la situazione salariale di Hachimura, in scadenza di contratto a giugno. Il lungo non ha infatti trovato l'accordo per il rinnovo coi Wizards, che a questo punto hanno preferito virare sull'estensione contrattuale dell'ex Lakers Kyle Kuzma. Il giapponese sarà estendibile in estate e da quanto trapela dalle prime indiscrezioni fatte emergere da Adrian Wojnarowski subito dopo la trade, l'intenzione della dirigenza sarebbe quella di trovare un accordo duraturo, forti anche dello status di restricted free agent che consentirà in ogni caso a Pelinka di pareggiare le offerte delle altre squadre.

Trade assolutamente positiva

Considerata l'età del giocatore, la voglia di guadagnarsi un contratto lungo e remunerativo e il basso sacrificio richiesto in cambio (3 seconde scelte che verosimilmente non porteranno ad alcuna superstar e un esterno in eccesso e in fase nettamente calante), la trade è assolutamente da promuovere per la franchigia di LeBron e compagni, che acquisiscono un giocatori già impattante nell'immediato ma da considerare anche nella costruzione del roster del futuro. Hachimura, nonostante la poca continuità dovuta a ragioni fisiche e vicissitudini extracampo in quel di Washington, è un giocatore con ampi margini di miglioramento del quale probabilmente si è vista solo la superficie, pur al netto di una difesa tutt'altro che impeccabile e della tendenza, nella metà campo offensiva, a coinvolgere poco i compagni. Utilizzato sugli scarichi e sfruttando i tanti metri di vantaggio creati dalla gravity di LeBron, il giapponese può rivelarsi un'ottima aggiunta a bassissimo costo.

Cosa manca ancora?

Ovviamente è lecito attendersi che i californiani non si fermino qui: sistemata in parte la questione gap fisico i gialloviola devono adesso fronteggiare la più grave pecca di questo roster, più volte evidenziata dagli stessi protagonisti: l'assenza di tiratori. Si va dal nome di Bojan Bogdanovic dei Pistons al sempre attuale Buddy Hield, passando per soluzioni meno altisonanti ma potenzialmente impattanti come Gary Trent Jr dei Raptors o Saddiq Bey, sempre dalla "Mo Town".

Nelle ultime ore è emerso un rumor che vorrebbe Russell Westbrook in direzione San Antonio Spurs, che in cambio della point-guard e di almeno 1 delle 2 prime scelte che i Lakers ancora conservano (2027 e 2029) potrebbero offrire un pacchetto composto dal tiratore Doug Mcdermott più Josh Richardson e Jakob Poeltl, soluzioni non necessariamente da copertina ma che renderebbero ancor più competitivo un roster già di suo impreziosito dalla leggendaria stagione di LeBron e dall'imminente rientro di AD, nonché dalle note comunque positive arrivate dai giocatori aggiunti in estate, tra cui spiccano Lonnie Walker e il già citato Thomas Bryant ad aggiungersi ai role players Austin Reaves e Wenyen Gabriel che, ogni qualvolta chiamati in causa, si stanno dimostrando gregari comunque affidabili. Insomma a questa squadra, considerate le 2 superstar e chi finora ha positivamente convinto, basterebbe davvero poco per essere quantomeno competitiva nello starting five con l'aggiunta di giocatori pericolosi sul perimetro ad allentare la pressione nel pitturato che inevitabilmente ci sarà su AD. A Pelinka il compito di provarci, rendendo questi Lakers pronti a infastidire anche le contender. D'altronde, fin quando hai LeBron James al centro del tuo progetto, competere è un dovere, non una possibilità.

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