I Boston Celtics fanno sul serio: il 2022 finora è un capolavoro
9 successi nelle ultime 11 partite, quinto posto nella Eastern Conference a una partita dai Milwaukee Bucks e a 2 dall'accoppiata Chicago Bulls-Philadelphia 76ers, e un 2022 da protagonisti che ha messo alle spalle la pessima partenza di stagione regolare, la tensione e i tanti problemi di spogliatoio emersi. I nuovi Boston Celtics targati Ime Udoka, succeduto a Brad Stevens passato al front-office della franchigia, come un motore diesel hanno carburato settimana dopo settimana fino ad esplodere definitivamente dopo Natale.
Le famose dichiarazioni di Marcus Smart, uno dei senatori e più influenti giocatori del roster, che a inizio anno aveva puntato il dito sullo scarso movimento di palla della squadra e a fin troppi egoismi tra i suoi compagni, unito alle voci di una tensione via via crescente tra le due stelle della squadra Jayson Tatum e Jaylen Brown, aveva fatto piombare Boston in un vortice di negatività in cui gli infortuni in serie uniti al covid hanno rappresentato la definitiva spinta verso la crisi. Di risultati in primis, ma anche di coesione di gruppo, mettendo in discussione non solo quanto costruito negli ultimi anni (a partire dal binomio J-J) ma persino la panchina dell'esordiente Udoka. Da allora però, i Celtics non si sono più voltati indietro.
Le fortune iniziano dalla difesa
A cambiare in positivo il percorso della stagione biancoverde sono stati innanzitutto i giocatori man mano recuperati, che hanno consentito allo staff tecnico di disporre del roster intero gestendo finalmente le rotazioni come previsto prima dell'inizio della regular season. Il quintetto-tipo della squadra, composto dai citati Marcus Smart, Jaylen Brown e Jason Tatum più la coppia di lunghi Al Horford e Robert Williams III, è diventato quindi il punto di partenza delle fortune di Boston, che dalla difesa (tra i quintetti con almeno 250 minuti giocati assieme i 5 citati hanno per distacco il miglior defensive rating, ovvero punti subiti su 100 possessi, della lega – 88.8 – e il miglior net rating – 27.0 – il differenziale tra offensive e defensive rating, della lega) ha iniziato a macinare vittorie su vittorie.
Il mercato ha giocato un ruolo fondamentale, con l'aggiunta fin troppo sottovalutata dell'ex Spurs Derrick White, che nelle vesti di sesto uomo si sta dimostrando giocatore utilissimo e soprattutto in grado di non far perdere alla squadra playmaking e decision making che nella differenza tra starter e second-unit (la point-guard di riserva prima della deadline era Dennis Schroder, meno distributore e più tendente alla ricerca della soluzione personale) nei minuti senza Smart era un enorme problema a inizio anno. Il calendario ha sorriso dimostrandosi particolarmente agevole nelle ultime settimane (ma non va sottovalutata la vittoria di stanotte contro uno dei team più in forma della lega, i Memphis Grizzlies di Ja Morant) e infine il tanto discusso Ime Udoka, su cui si era puntato il dito a inizio anno, sembra aver legato con i leader della squadra, giungendo a compromessi sul loro stile di Gioco che hanno evidentemente cambiato faccia alla squadra.
Un trend positivo da non sottovalutare: i numeri
Il miglioramento di Boston è evidente prima di tutto nei numeri: la squadra che a ottobre aveva un offensive rating di 103.5 è prima salita al 107.2 di novembre, migliorando ogni singolo mese fino al 116.5 con cui ha chiuso il mese di febbraio. I Celtics, ricercando maggiormente la transizione grazie a una difesa cresciuta di colpi, hanno iniziato ad affidarsi molto più ai tiri da due riducendo il numero di conclusioni dall’arco, dalle 27 a partita nel 2021 alle 25 circa di gennaio e febbraio, proprio perché con il progredire della difesa la squadra ha iniziato a produrre molti più punti in contropiede, anche in questo caso passando dai 7.7 punti a partita da situazioni di transizione ai 9.3 di novembre, diventati 10.9 di gennaio e 13.7 a febbraio.
Più difesa, più contropiedi, meno tiri da tre, più conclusioni da due. Boston è salita dai 42.4 nel pitturato di novembre ai 44.8 di dicembre, fino ai 50.5 di febbraio, crescita notevolissima. Come è stata evidente la crescita anche nello sviluppo del gioco, coi 22.7 assist di media a dicembre diventati 27.4 a febbraio anche grazie all'aggiunta di White. Con la sua firma e gli scambi di contorno che hanno tolto pedine di scarso peso nell'economia della squadra, è arrivata anche quella dell'ex Daniel Theis, ulteriore tassello che con Grant Williams e Payton Prithcard ha finalmente dato a Udoka una schiera di riserve capaci di tenere il passo dei titolari.
Le due "J", ma non solo: i Big 4 al comando
Viene fin troppo facile addebitare gran parte dei meriti di questa impressionante crescita al rendimento delle conclamate star del team, Jayson Tatum e Jaylen Brown, ma sono stati anche altri giocatori a diventare protagonisti fino a rendere la cooperativa di Udoka qualcosa di molto simile a un "Big 4", con i ruoli assolutamente centrali di Marcus Smart (38% da tre nelle sue ultime 19 partite giocata con 17 successi a fronte di sole 2 sconfitte) e del big-man Robert Williams III, per qualcuno firmato a cifre irragionevoli in estate (48 milioni per 4 anni) ma diventato l'X-Factor di attacco e difesa della squadra, anche grazie alla sua capacità di creare gioco dal post-alto un po' come, qualche anno prima, faceva il suo attuale compagno Al Horford.
Il terzetto composto proprio dai due "Big" più "Time-Lord" oggi, tra quelli con almeno 500 minuti giocati, è primo per net rating con +18.9 punti guadagnati su 100 possessi con loro in campo tra attacco e difesa. A vestire i ruoli del trascinatore però c'è sempre e solo Jayson Tatum, che senza la spalla Brown nella notte ha segnato 37 punti (19 nell'ultimo quarto) con 14/25 dal campo per battere la resistenza di Memphis. Il tutto anche grazie a degli auguri speciali ricevuti dal figlio Deuce prima della palla a due, per il suo 24esimo compleanno.
Tatum stesso, a fine partita, stanotte ha riassunto al meglio in poche parole la rinascita di questa squadra: "Guardandoci giocare, abbiamo molta più passione e ci divertiamo molto di più". I Celtics oggi sono sereni e sembrano finalmente sbocciati come da tempo si prevede. Guai a creare facili illusioni, ma dopo un periodo di enorme incertezza vedere i bianco-verdi nuovamente temuti e rispettati da tutta la lega è una prima, importantissima vittoria.