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I 5 più grandi esclusi dall’All-Star Game 2021 in NBA

Come ogni anno le scelte dell’All-Star Game fanno discutere: dal voto popolare che modella i quintetti a quello dei coach che scelgono le 7 riserve di ogni Conference, ogni stagione ha i suoi esclusi eccellenti. Una mancata chiamata che non incide solo sullo status e sui tanti fan desiderosi di vedere i propri beniamini, ma anche sulle tasche dei giocatori.
A cura di Luca Mazzella
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Tempo di All-Star Game, tempo di quintetti e di…riserve. Ieri notte l'NBA ha annunciato i 7 giocatori di ogni Conference che completeranno il roster dei migliori 12 pronti a sfidarsi in una partita delle stelle inizialmente non in programma, ma poi organizzata in fretta e furia per salvare una buona fetta di guadagni che l'evento offre ogni anno.

Guadagni che in realtà riguardano non solo la lega ma anche i giocatori appunto, i cui contratti spesso dipendono proprio da una serie di traguardi individuali raggiunti tra cui la partecipazione all'All-Star Game. Come ogni anno, a fronte di tante belle storie di rivalsa sportiva (su tutte quella di Julius Randle, inserito nelle riserve a Est) ci sono esclusi eccellenti. Vediamo i nomi più altisonanti tra coloro che non sono stati presi (per ora, gli infortuni potrebbero cambiare tutto) in considerazione.

Devin Booker – Phoenix Suns

Dopo alcune settimane di apprendistato accanto al veterano Chris Paul il prodotto di Kentucky è definitivamente salito di colpi e oggi la sua esclusione è forse la più rumorosa, vista la sempre maggiore centralità nel gioco dei sorprendenti Suns che hanno vinto 12 delle ultime 14 partite e un mese di febbraio da assoluta super-star con quasi 27 punti di media e clamorose percentuali dal campo (53-44-88%). All'annuncio delle riserve in tanti hanno immediatamente mostrato il loro disappunto per l'esclusione di Devin, su tutti LeBron James ("Devin Booker è il giocatore meno rispettato della lega"), soprattutto considerato che le precedenti esclusioni erano sempre state giustificate dal record perdente di squadra mentre oggi Phoenix è quarta nella Western Conference. La convocazione di Chris Paul è certamente un premio per l'annata dei ragazzi di Monty Williams ma per un shooting guard ormai nell'èlite dei giocatori NBA l'esclusione è di quelle che fanno rumore. Il premio di consolazione potrebbe comunque arrivare visto che nei nomi ad oggi figura un Anthony Davis sicuramente indisponibile causa infortunio, ma non sarà la stessa cosa.

Domantas Sabonis – Indiana Pacers

Altra esclusione eccellente è quella del figlio di Arvydas, anche se ormai l'etichetta di figlio d'arte non viene più usata per un giocatore che a inizio stagione, complice dei Pacers ai vertici della Eastern Conference, è stato addirittura incluso nelle conversazioni sull'MVP. In questo modo tra l'altro Indiana, che ha un rispettabilissimo record di 15-14 che vale il quarto posto davanti a squadre come Raptors e Celtics, non ha alcun giocatore nella Gara delle Stelle. Domantas, che sta viaggiando a 21.5 punti, 11.6 rimbalzi e 5.7 assist, avrà certamente un motivo in più per giocare una seconda parte di stagione ad altissimi livelli.

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Trae Young – Atlanta Hawks

L'esclusione di Trae fa doppiamente male. Al giocatore, i cui 27 punti e quasi 10 assist di media si sono dimostrati comunque non sufficienti per essere preso in considerazione, e anche alla franchigia che sarà peraltro padrone di casa della partita e avrebbe certamente meritato un suo rappresentante. Dopo un inizio molto deludente gli Hawks sono risaliti e oggi sono pienamente in lotta per una delle ultime posizioni Playoffs, che presumibilmente si giocheranno tramite il mini-torneo Play-in. Il merito è proprio di Young, che con la mancata chiamata diventa il primo giocatore della storia con una media di almeno 25 punti e 9 assist a non partecipare all'All-Star Game. Un triste primato che farà ulteriormente scattare la molla nel prodotto di Oklahoma, che finora è andato oltre quota 30 punti per undici volte in stagione e sta trascinando da solo la squadra visti gli infortuni di Bogdanovic e Gallinari, il pessimo rendimento di Rajon Rondo e la complessa gestione del caso Collins, in odore di trade e in rotta con gran parte dello spogliatoio.

Bam Adebayo – Miami Heat

Non leggere nelle riserve il nome di Bam Adebayo, unito a quello di Jimmy Butler, lascia spiazzati anche perché per la prima volta dal 2017 vede gli Heat non rappresentati per l'ASG. La squadra reduce dalle Finals NBA paga oltremodo un pessimo inizio di stagione, ma mentre per Jimmy le tante partite saltate sono una motivazione più che valida, il rendimento di Bam meritava la chiamata anche e soprattutto per la sua capacità, in una Miami decimata dalle assenze, di prendere per mano la squadra e tenerla faticosamente a galla senza mai sprofondare. Il giocatore sta registrando i suoi massimi in carriera alla voce punti, assist, percentuale dall'arco e ai liberi, segni di un lavoro certosino sulle soluzioni offensive e sui fondamentali, e proprio due notti fa aveva affermato di aspettare con ansia la seconda convocazione dopo quella dello scorso anno. Purtroppo per lui, gli allenatori (che decidono sulle riserve a differenza degli starters, per i quali incide maggiormente il voto popolare) hanno preferito valorizzare l'annata di altri giocatori, su tutti Nikola Vucevic.

Khris Middleton – Milwaukee Bucks

Provate a inserire su uno dei tanti siti americani che consentono di spulciare tra le statistiche NBA i seguenti parametri: 25 punti, 5 assist e 5 rimbalzi di media tirando col 50% dal campo, col 40% dall'arco e col 90% ai liberi. Vi usciranno solo due nomi, quelli di Paul George e Khris Middleton, ma solo il giocatore dei Clippers è stato convocato, ad Ovest. Il nome di Khris invece non figura tra le riserve, mancato riconoscimento per un ragazzo che non sta solo vivendo la sua miglior stagione offensiva in carriera, ma è uno dei migliori difensori di una delle squadre difensivamente più forti della lega. Una star completa sui due lati del campo che ha preso con sportività l'esclusione: "Voglio sinceramente congratularmi con tutti quelli che ce l'hanno fatta, soprattutto gli esordienti. Meritano di essere lì". Per il secondo violino di una Milwaukee che non sta rendendo ai livelli delle ultime due stagioni, è solo un arrivederci al prossimo anno, statene certi.

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