Green sospeso in NBA, ha un problema di gestione dell’aggressività: “Curati o non giochi più”
Draymond Green è stato sospeso a tempo indeterminato dalla NBA: il giocatore dei Golden State Warriors lo scorso martedì è stato espulso per la diciannovesima volta in undici anni di carriera dopo aver colpito Jusuf Nurkic con forza in pieno volto. Un gesto violento che gli è costata l'ennesima squalifica, ma questa volta le conseguenze saranno più dure.
All'inizio di questa stagione Green era già stato sospeso per cinque partite per aver afferrato il collo di Rudy Gobert in "modo pericoloso e antisportivo". Questa volta ha schiaffeggiato l'avversario, l'ultimo atto di una lunga serie di reazioni spropositate.
Nel suo albo d'oro degli atti violenti ci sono i vari pugni dati a LeBron James in occasioni diverse, i calci a Steven Adams, una gomitata sul naso di Davis Bertans e l'attacco al suo compagno di squadra Jordan Poole in allenamento. Ma il colpo a Nurkic gli costerà carissimo: la sospensione è arrivata a tempo indeterminato, anche se si parla di uno stop dalle dieci alle venti partite, con una decurtazione dallo stipendio di circa 150mila per ogni match saltato.
"Devi curarti. Finché non guarisci, non giocherai più", è stata la reazione netta della NBA che in un comunicato ha affermato che dovrà sottoporsi anche a un trattamento terapeutico: "Può tornare solo se accetta le regole del gioco". Green in conferenza stampa si è scusato con il suo avversario, definendo però il colpo come uno "sfortunato incidente".
Tutti sono preoccupati per lo stato della sua salute mentale e per gli scatti di aggressività che da sempre hanno contraddistinto la carriera del 33enne, segnata da 19 brutte espulsioni per condotta violenta. Comportamenti che nessuno si augura di rivedere più dopo il suo rientro che non avverrà a breve.