Golden State vola nelle NBA Finals, Wiggins e Payton II stendono Boston: Warriors sul 3-2
Se nella partita più importante delle Finals NBA puoi permetterti una serata storta, stortissima anzi, al tiro della tua superstar, vincendo comunque e portandoti a 48 minuti dal titolo, allora sei davvero una grande squadra. Con la serie sul 2-2 e uno Steph Curry da 0/9 dall'arco nella sua prima gara in carriera ai Playoffs senza triple a segno, i Golden State Warriors ringraziano le prestazioni straordinarie dei loro gregari di lusso Andrew Wiggins (26 punti e 13 rimbalzi) e Gary Payton II (15 punti) oltre che di un Klay Thompson che a 3 anni esatti dall'infortunio al tendine d'Achille (13 giugni 2019) gioca l'ennesima incredibile partita delle sue Finals segnando 21 punti.
E con un terzetto diverso dal solito si portano sul 3-2 contro una Boston troppo discontinua in attacco per potersela giocare fino in fondo e in grado di reagire solo nel terzo periodo ai primi due quarti Warriors, che però trovano una tripla fondamentale a fil di sirena di Jordan Poole (14 punti) che interrompe l'inerzia della squadra di Udoka e restituisce il controllo del match ai padroni di casa, che nel quarto quarto non si voltano più e arrivano al 104-94 finale. Tra 72 ore, a Boston, Golden State avrà il primo match point delle sue Finals.
Se da un lato Jayson Tatum ma in generale tutto l'attacco Celtics è ricaduto negli ormai noti errori di gestione dei possessi nel periodo finale e con la partita in bilico, la tattica di Steve Kerr che attendendosi aggiustamenti su Curry ha declassato il suo numero 30 a un ruolo più lontano dalla palla, per sfruttarne al massimo la gravity e distrarre la difesa avversaria si è poi rivelata vincente, al di là delle percentuali pessime con cui ha poi tirato Steph. Contava solo vincere, e così è stato. Il Chase Center esplode di gioia: i Warriors ora vedono lo striscione del traguardo vicinissimo.
La cronaca della partita
Kerr e Udoka confermano i quintetti di gara 4. E se la cosa non fa notizia dal lato dei Celtics, fa invece notizia sponda Warriors, dove rivedere Otto Porter Jr da starter dopo la brutta partita precedente sorprende tutti. Parte meglio Golden State con 2 punti rapidi proprio di Porter su taglio, mentre il primo possesso di Boston è una palla persa di Tatum. Il grande osservato di questa serie, Draymond Green, sbaglia una tripla e commette fallo dopo pochi secondi ma va poi a punti nel possesso successivo. Dopo 3 minuti il punteggio dice 10-4 coi Warriors che sembrano ancora sulle ali dell’entusiasmo di gara 4 e gli ospiti che perdono troppi palloni e vedono proprio Green inchiodare il 12-4 che rende necessario il primo time out.
Udoka abbassa il quintetto e richiama in panchina Robert Williams, mentre dall'altra parte risponde Steve Kerr che fa entrare Kevon Looney alzando i centimetri e i chili della sua squadra. L’intensità difensiva di Golden State non stenta a scemare e dopo 7 minuti il punteggio dice 17-8, con il centro appena entrato però già a quota 3 falli. Il primo aggiustamento di Kerr rispetto alle prime gare è una risposta preventiva a quello di Udoka: Curry con pochissima palla nelle mani, usato come “bersaglio” per tenere la difesa impegnata, e coinvolti tutti gli altri giocatori con tagli e movimenti continui. Una scelta che paga visto il 22-8 con meno di 3 minuti da giocare e che pagherà nel prosieguo del match. Segna 6 punti in fila Tatum che prova a mettersi in partita e muove un po’ il tabellino di una Boston troppa brutta per essere vera: il punteggio dice però 16-27 con il libero segnato in chiusura da un ottimo Andrew Wiggins, ma visto il gioco espresso e le palle perse è quasi un affare per Horford e soci essere sul -11.
Il secondo quarto inizia sulla falsariga del primo: Celtics aggressivi ma con tremenda fatica ad andare a punti al ferro, Golden State più viva con l'ingresso di Jordan Poole e con un Draymond Green finalmente sbloccato sulle due metà campo. A un certo punto la squadra di Udoka dà qualche segnale incoraggiante e inizia a muovere di più la palla, pescando nel mezzo un bel canestro in isolamento di Tatum e risalendo fino al -8, che diventa -6 con l’assist di Smart per Williams. Kerr rimette quindi in campo Curry per riaprire l’attacco dei suoi e arrivano i 2 punti di Green per il 34-26 e il gioco da 3 punti di Andrew Wiggins che fissano il punteggio sul 37-26. Con i Celtics sullo 0/12 da tre arriva la prima tripla della gara dei verdi con Tatum e subito dopo quella di Horford che danno un minimo di fiducia (ne arriveranno altre 6 in fila). Peccato però che dall’altra parte Wiggins sia in serata di grazia e ne metta altri 2 in elegante step back e segni ancora prima su assist (dopo rimbalzo) di un delizioso Draymond Green e poi di Steph Curry, che intanto si mette in partita con uno dei suoi step-back e una penetrazione nell’azione successiva. Il primo tempo si chiude 51-39 per Golden State.
Boston inizia bene il secondo tempo grazie a un rientro pigro di Golden State che regala 4 punti rapidi e vede Klay Thompson gravato di 2 falli in un amen. Tatum segna due triple pesantissime e in un amen tutto lo svantaggio accumulato nel primo tempo è quasi annullato: 51-49 Warriors e timeout Kerr dopo il parziale di 10-0 Celtics. Il fenomeno col numero 0 prosegue il suo terzo quarto da sogno con tre tiri da 3 segnati e partita definitivamente riaperta, con la rimonta completata e concretizzata dalle triple di Smart e Horford per il 58-55 di Boston. La difesa di Golden State sbanda pericolosamente e il solito terzo quarto “Dubs” sembra mai come stavolta aver cambiato padrone. Grant Williams stoppa Curry e poi segna i liberi dopo il fallo subito in contropiede per il 66-61 Celtics. Da lì in poi, minuto dopo minuto, risorge Golden State.
Klay Thompson segna due triple in fila seguite da una schiacciata di Williams III dall’altra parte dopo una bella circolazione di palla per il 70-67 Boston, Jordan Poole accorcia sul 71-70, Gary Payton II segna in contropiede e Golden State reagisce. La partita diventa godibilissima e con le squadre a scambiarsi colpi su colpi. Tocca a Jaylen Brown stavolta, che segna col fallo nel traffico. La ciliegina sulla torta di un terzo quarto bellissimo la mette Jordan Poole proprio sulla sirena, per il 75-74 Warriors, che rompe in qualche modo l'inerzia Celtics e rimette in partita un pubblico che si era spento dopo le prodezze di Tatum e compagni.
Il quarto periodo inizia con un canestro in penetrazione di Wiggins, qualche possesso di troppo sbagliato dai Celtics e la tripla di Klay Thompson che a 3 anni esatti dalla sua notte da incubo alle Finals 2019 segna un canestro pesantissimo e riporta Golden State a un vantaggio rassicurante a spegnere definitivamente la sfuriata di Boston. Il parziale dei padroni di casa, proprio nel peggior momento della gara, è di 15-3, il tutto con Curry in panchina e con il punteggio sull’82-74. I Celtics provano a tenersi in partita con Tatum e Brown e arrivano fino all’85-78, ma sfruttando ancora la marcatura asfissiante sul numero 30 Golden State trova altri due punti con Wiggins, uomo della partita. Curry allunga sul 91-79, Boston è totalmente fuori partita e senza nemmeno accorgersene ne esce miseramente assistendo al trionfo dei padroni di casa. La ciliegina sulla torta è ancora di Andrew Wiggins, MVP del match, in schiacciata. Golden State vince 104-94 e va sul 3-2. Ora il sogno dista davvero pochissimi metri.