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Gli Charlotte Hornets fanno tremendamente sul serio in NBA

Dopo l’infortunio del loro miglior giocatore gli Charlotte Hornets, per molti, erano pronti a sprofondare nell’anonimato rimandando alla prossima stagione l’esplosione del progetto tecnico. La realtà sta dicendo tutt’altro però: anche senza il rookie delle meraviglie, la squadra di James Borrego continua a giocare alla grande e a vincere partite.
A cura di Luca Mazzella
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Nel leggere dello stop di LaMelo Ball fino a fine stagione (ma non è detta l'ultima parola) per la frattura al polso riportata contro i Clippers tutti abbiamo pensato che, perso il loro trascinatore nonché probabilissimo almeno fino a quel momento Rookie dell'Anno, gli Hornets sarebbero crollati. Una discesa verticale pronosticata da molti per un team giovane che fino a quel momento stava viaggiando sulle ali dell'entusiasmo grazie al gioco esuberante e spettacolare orchestrato dal fratello minore di Lonzo, ma che in realtà aveva lasciato intravedere tante ottime individualità e una sapiente gestione di coach James Borrego, per 10 anni (intervallati da esperienze tra Orlando e Charlotte, appunto) tra gli assistenti di Gregg Popovich in quel di San Antonio.

La realtà, però, ha smentito questi timori e dissipato ogni dubbio: gli Hornets fanno tremendamente sul serio e oggi sono quarti in solitaria nella equilibratissima Eastern Conference, dove la distanza tra i seed 4 e 9 è di appena due partite e mezzo e ci sono praticamente 8 squadre a giocarsi i posti Playoffs alle spalle delle corazzate Nets, Sixers e Bucks.

No Melo, no problem

Nelle 5 partite giocate senza LaMelo Charlotte ha un record di 4 vittorie e 1 sconfitta, quest'ultima al supplementare contro i Phoenix Suns dopo una partita prima strapersa e poi recuperata grazie a una serie importante di giocate di Terry Rozier, uomo in più in questa fase della stagione. Le 4 W invece sono arrivate contro squadre modeste come Wizards, stanotte, Spurs e Rockets, oltre alla fondamentale vittoria contro i Miami Heat. Una mini-serie di 5 partite che ha dimostrato come questa squadra sappia andare ben oltre i singoli e quanto stia incidendo la mano di Borrego, che ha creato una chimica importante in un gruppo di giocatori in cerca di riscatto tra i quali spiccano Gordon Hayward, il cui contratto da 30 milioni annui aveva fatto storcere il naso a più di qualche addetto ai lavori, e Terry Rozier, altro giocatore preso di mira dopo la firma del contratto triennale da 58 milioni nel 2019 ma che oggi sta vivendo la miglior stagione della carriera.

Scary Terry infatti, oltre ad essere migliorato in diverse voci statistiche (punti a partita, percentuale dal campo e dall'arco, palle recuperate e palle perse) in questo momento guida la lega nel clutch time (5 minuti finali di gare entro i 5 punti di scarto) dove nessuno tira con percentuali migliori delle sue in NBA (55.6 dal campo, 54.2 da tre, 89.5 ai liberi). La vera svolta per l'ex Celtics è arrivata nel momento in cui, preso LaMelo e non trovando acquirenti sul mercato, la franchigia ha deciso di cambiare in parte il suo coinvolgimento offensivo togliendogli la palla dalle mani e lasciandolo giocare molto più off the ball rispetto alle sue abitudini. Il risultato? Una delle migliori shooting guard della Conference.

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La vera forza è il collettivo

Più in generale è tutta la squadra che sta volando e che viene sapientemente gestita grazie al coinvolgimento di ben 12 giocatori in rotazione (dal quintetto fino al dodicesimo uomo Jalen McDaniels che gioca 11 minuti a partita) di cui 6 in doppia cifra di media e 8 in totale sopra i 9.0 punti a partita. Un collettivo che, pur evidentemente deficitario nello spot di 5 (dove oggi vengono alternati Cody Zeller, Bismack Biyombo e in quintetti più piccoli anche PJ Washington) sta riuscendo a farsi rispettare e a guadagnare sempre più credibilità nella lega. E che già sogna, in off-season, di aggiungere un ultimo tassello per poter puntare ancora più in alto: si parte da Andre Drummond, attualmente in scadenza e ai Lakers fino a fine stagione, fino a Richaun Holmes, sottovalutatissimo lungo dei Sacramento Kings che ben si sposerebbe col basket ad alti ritmi della squadra. Quello che è sicuro è che il proprietario (di fatto) Michael Jordan, dopo tanti anni di brutte figure, si sta finalmente godendo la sua creatura.

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