Ex presidente del Siena circuito da una finta principessa araba: Amira non esiste, vuole solo soldi
Ferdinando Minucci ha segnato un'epoca del basket italiano: la Mens Sana Siena – di cui era presidente – ha vinto scudetti a ripetizione tra il 2004 e il 2013, lui stesso ha mietuto riconoscimenti individuali al livello più alto (tre volte miglior dirigente della Serie A, ma anche onorificenze da parte del capo dello Stato), prima che tutto crollasse sotto i colpi dell'inchiesta ‘Time Out', in seguito alla quale nel 2014 venne dichiarato il fallimento della società e revocati gli ultimi due titoli vinti (2012 e 2013).
Minucci, accusato di frode fiscale e bancarotta fraudolenta, fu colpito dalla radiazione sul piano sportivo, uscendo dunque definitivamente dal mondo del basket. Il suo nome torna oggi d'attualità per una vicenda che con lo sport non c'entra nulla, se non per il fatto che ricorda un po' la vicenda dell'ex nazionale di pallavolo Roberto Cazzaniga, che era stato fidanzato per anni con una donna inesistente, frutto di una finzione orchestrata ai suoi danni per spillargli denaro.
Qua la donna che era entrata nel cuore di Minucci esisteva in carne e ossa, ma non era quella che dichiarava di essere ed anche in questo caso l'alterazione della realtà era finalizzata – secondo la denuncia dell'ex presidente senese – a ricavare denaro dalla recita. Una quantità ingente di soldi, nell'ordine dei 140mila euro. I due si erano conosciuti in un centro olistico di Colle di Val d'Elsa, nel senese: lei si era presentata al 70enne Minucci come la principessa araba Amira Fabiani Al Saud, ma in realtà il suo vero nome è Silvia Lombardi, 57enne di Campi Bisenzio, vicino Firenze.
Tra i due è nata una stretta amicizia, che poi si è trasformata in qualcosa di più intimo, una relazione sentimentale. Dopo essersi preso il cuore dell'uomo, la donna ha iniziato a chiedergli soldi con motivazioni inventate, andando avanti nei due anni in cui è durata la loro frequentazione (il 2020 e il 2021), finché Minucci non si è insospettito e alla fine l'ha denunciata, come riporta La Nazione. Nella prima udienza istruttoria che si è svolta giovedì al tribunale di Firenze, l'imprenditore ha ripercorso la storia fin dal suo inizio.
La donna al loro primo incontro si è spacciata per una principessa in fuga dall'Arabia. Per metà saudita e per metà italiana da parte di madre, ha raccontato di essere scappata dal suo Paese natale per sfuggire ai soprusi del padre e dei fratelli. Si sarebbe dunque ritrovata in Italia senza poter attingere alle ricchezze di famiglia, ospitata da una cugina italiana, tale… Silvia Lombardi, ovvero lei stessa (che ovviamente non si sarebbe mai mostrata). Quest'ultima – nella narrazione della finta Amira – avrebbe avuto tali problemi di salute ed economici, da richiedere l'aiuto della finta cugina araba, che a sua volta avrebbe sollecitato l'intervento di Minucci.
L'ex presidente senese ha spiegato in tribunale di essersi legato inizialmente alla donna "per aiutarla a superare la sua drammatica storia personale", salvo poi ritrovarsi subissato di richieste di denaro, attestate dalle mail scambiate tra i due e lette in udienza dagli avvocati dell'uomo, in cui vengono citate esigenze di spese mediche per la cugina ma anche legali per la finta principessa (per il processo contro i fratelli in Arabia), e soprattutto richieste di soldi necessari per l'acquisto dei diritti d'autore per la pubblicazione di un libro autobiografico.
Già, perché la finta Amira Fabiani Al Saud aveva fatto credere a Minucci che avrebbe voluto raccontare appunto in un libro la sua storia di donna araba vessata dal patriarcato islamico. L'imprenditore, ormai completamente preso nella rete tessutagli intorno dalla donna, aveva comprato i diritti d'autore dell'opera. "C'è stata la cessione dei diritti d'autore – ha spiegato l'ex dirigente senese – e il racconto di Amira è stato scritto e preparato per la pubblicazione. Dopo aver scoperto l'inganno, chiaramente, è saltato tutto".
La vicenda ha assunto dimensioni ancora più surreali quando anche la figlia e l'ex moglie di Minucci sono state coinvolte nell'operazione di sostegno alla finta principessa araba, che si sostanziava in versamenti di denaro sui conti intestati alla cugina Silvia Lombardi, ovvero lei stessa. La truffa è durata fino all'estate del 2021, quando le richieste continue di soldi e il fatto che il libro non vedeva la luce hanno fatto venire qualche sospetto a Minucci, che ha denunciato tutto. A quel punto si è scoperto che "la Lombardi era nota alle forze dell'ordine, perché già condannata nel 2017 per dei raggiri in campo finanziario, operati con un falso promotore, a una pena di quattro anni di reclusione", come ha fatto sapere la Guardia di Finanza.
Quando si sentono queste storie, la domanda è sempre la stessa: com'è possibile credere a racconti così inverosimili, fino al punto di disattivare tutte le proprie difese ed arrivare a consegnare cifre enormi a qualcuno che non è altro che la proiezione dei nostri desideri, sogni, necessità? È che a volte il disperato bisogno di amare spinge a non vedere la realtà e tuffarsi a capofitto in qualcosa che ci appare meraviglioso. Ma la verità è sempre stata lì, proprio sotto i nostri occhi. E poi presenta il conto. E fa male, malissimo.