Esordio da sogno per Paolo Banchero con Duke, può essere la prima scelta NBA
Si chiama "Champions Classic”, apre la stagione NCAA, e si gioca nella Mecca della pallacanestro mondiale, il Madison Square Garden di New York. Con tanto di star dei Knicks sedute in prima fila e 18.000 spettatori in totale presenti. Tutti, o quasi, per godersi l'esordio in maglia Duke di quello che sembra il candidato numero 1 a diventare la prima scelta del prossimo draft NBA, che si terrà a giugno 2022. Quello che regalerà all'Italia del basket un altro, prestigioso giocatore tra i giganti a stelle e strisce. Il fenomeno in questione si chiama Paolo Banchero, nome e cognome che non mentono: papà Mario è ligure, e Paolo ha ottenuto a giugno 2020 il passaporto italiano che gli consentirà di giocare anche per la nostra Nazionale.
La grande partita di Banchero
Davanti al Madison stracolmo, il numero 5 di Duke, ala forte di 2 metri e 10 centimetri (e oltre 110 chili) con impressionante atletismo e doti tecniche da autentico esterno, non ha deluso: basti vedere tutto l'arsenale tecnico a disposizione, fatto di conclusioni vicino al ferro e tiri da guardia pura, con un palleggio e un footwork (movimento di piedi) molto più evoluti di quanto la stazza imponente lasci intendere. Una stazza che gli consente di giocare abilmente anche spalle a canestro e imporre muscoli e peso in avvicinamento. In 31 minuti di gioco, Banchero ha collezionato 22 punti, 7 rimbalzi, 7/11 al tiro, 8/9 in lunetta e anche 2 palle recuperate. Contribuendo nonostante i problemi fisici di inizio secondo tempo alla vittoria di Duke per 79-71 contro Kentucky che fa già sognare chi tra meno di un anno avrà la possibilità di chiamarlo per prima e aprirgli le porte del mondo NBA. Nel frattempo però, a coccolare l'ala grande ci pensa coach Mike Krzyzewski, un totem a livello universitario e non solo (ha allenato anche Team USA), che di lui ha detto "Col passare dei giorni sarà sempre più forte, potenzialmente siamo davanti a un campione"
Italiano nel sangue… e nel passaporto
Figlio di un ex giocatore di football e di un ex giocatrice in WNBA, 19 anni tra un paio di giorni, dopo gli anni alla O’Dea High School di Seattle (città a cui è legatissimo, con tanto di skyline tatuata sul braccio) Paolo ha scelto, tra i tanti atenei pronti a fiondarsi su di lui, la prestigiosa università di Duke e la palestra di "coach K" appunto, che tanti nomi di livello hanno regalato al basket americano (Jayson Tatum, Zion Williamson, Kyrie Irving, RJ Barrett). E ha scelto, soprattutto, di avviare più di un anno fa l'iter per ottenere il passaporto italiano che grazie a papà Mario gli darebbe la possibilità di giocare per la nostra Italbasket, che in lui vede la grande speranza e l'ultimo tassello necessario per completare una generazione che può togliersi tante soddisfazioni nei prossimi anni. Subito dopo ottenuto, Paolo aveva commentato dicendo: "Ho subito incorniciato la canotta che mi hanno inviato. Giocare in Azzurro per me è motivo di orgoglio anche perché la mia famiglia si sente italiana. Non vedo l’ora di venire in Italia e iniziare”.
Meo Sacchetti lo aveva anche convocato per le scorse partite di qualificazione agli europei di Tallin, ma una sospetta positività al covid-19 di un componente della famiglia ha rimandato il tutto prima a questa estate, dove però Paolo non è stato arruolabile per la spedizione di Belgrado e Tokyo, e poi alla prima vera occasione per vederlo finalmente in maglia azzurra, che visti gli impegni di NCAA si lascerà attendere ancora un po'. Per ora quindi a goderselo saranno i tifosi di Duke e i tanti giocatori NBA già elettrizzati al pensiero di accoglierlo nella lega, come testimoniano i tweet delle ultime ore:
Tra venerdì e sabato, proprio dopo aver festeggiato il compleanno, Paolo giocherà di nuovo, questa volta contro Army. Con le solite decine di scout NBA a prendere nota e tantissimi italiani che non vedono l'ora di abbracciarlo in azzurro.