Draymond Green colpito e affondato, sfida i tifosi Grizzlies con il dito medio: “Siete sporchi”
E meno male che doveva essere una serie scontata a favore della corazzata Warriors contro gli esordienti e poco navigati Grizzlies. La partita vinta nella notte da Memphis, che aveva perso gara 1 di un solo punto (117-116) sempre tra le mura amiche, racconta tutt'altro. Non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sul piano fisico e agonistico dove i giovanissimi ragazzi allenati da Taylor Jenkins sembrano non essere assolutamente disposti a fare le vittime sacrificali di Steph Curry e compagni. Al punto da superare anche il limite, se necessario, nella consapevolezza delle conseguenze che questo può comportare.
E così, pochi secondi dopo il fallo terminale di Dillon Brooks ai danni di Gary Payton, sempre nel primo quarto della gara di stanotte è toccato a Draymond Green subire un contatto oltre il limite da Xavier Tillman. Su una penetrazione di Curry infatti, il lungo di Memphis ha prima chiuso il numero 30 e poi, sullo scarico proprio per Green, ha eccessivamente allargato il gomito colpendo in pieno volto l'ala di Golden State, crollato a terra e costretto ad uscire per ricevere le cure necessarie.
Accompagnato dai fischi dei tifosi del Fedex Forum, il lungo ex Michigan (espulso in gara 1 dopo 17 minuti per un contatto duro contro Brandon Clarke) non ci ha pensato due volte a rispondere ai mugugni dei tifosi di Memphis, alzando il dito medio nel percorso verso il tunnel degli spogliatoi e alzando ulteriormente il livello dei decibel dell'arena, che ha poi sonoramente fischiato il giocatore rientrato in campo dopo qualche minuto. Green però non si è fermato certo qui, e ha atteso la fine della partita per rincarare la dose nei confronti dei fan dei Grizzlies nelle interviste ai media americani:
"Fischi qualcuno che ha appena ricevuto una gomitata sull'occhio e in faccia, che sta sanguinando. Certo che ti mostro il dito medio, e prenderò la multa senza problemi. Ma mi sono sentito davvero bene nel mostrarglielo. Fischi un giocatore che sanguina mentre esce dal campo, che potrebbe aver avuto una concussione o qualcosa di più grave. E se loro sono capaci di essere così sporchi, sono sporco anche io. Immagino che mi stessero prendendo di mira perché sapevano che sarei stato multato, ma non mi preoccupa, anzi. Guadagno 25 milioni di dollari all'anno, dovrei cavarmela comunque"
Dopo le parole di Kerr, infuriato sin dal primo quarto per l'eccessiva fisicità di Memphis che nel giro di 10 secondi ha colpito due dei suoi più importanti giocatori, quelle di Green non sono che ulteriore benzina sul fuoco di una serie che si è accesa nel modo meno opportuno. Non di agonismo nei limiti del consentito, ma a suon di scorrettezze. E se queste sono le premesse delle sole prime due partite, c'è davvero da attendersi una battaglia all'ultimo sangue nelle due gare che si giocheranno in casa Golden State sabato e lunedì notte, alle 2.30 e alle 4.00 italiane. Perché se i Grizzlies hanno fatto capire a chiare lettere di essere disposti anche a sporcarsi le mani se necessario, tutta l'esperienza dei Warriors a questi livelli unita alla carica e anche alla rudezza di Green che vorrà subito rendere il favore agli avversari rischiano di far deragliare facilmente la partita oltre tutti i contenuti tecnici e tattici che già da soli rendevano questa serie interessante da seguire. Spostarsi dal basket al ring non è necessariamente un bello spettacolo, ma l'impressione è che il meglio (o il peggio) debba ancora venire. Da un lato c'è una dinasty che non vuole abdicare, dall'altro una delle franchigie emergenti e vogliose di raccogliere il testimone. Uno scontro generazionale che le due squadre hanno deciso di vivere nella maniera più fisica possibile.