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Danilo Gallinari è subito il leader di un’Italbasket che alle Olimpiadi non si pone limiti

Lo avevamo auspicato tutti, e alla prima occasione utile siamo stati accontentati. La versione Tokyo 2021 di Danilo Gallinari è lontana parente di quanto visto negli anni scorsi, complice un roster nuovo con caratteristiche diverse dai precedenti. Il Gallo ha ben chiaro il suo ruolo in squadra, i suoi tiri, le sue responsabilità. E non ha paura di essere il leader di questa squadra.
A cura di Luca Mazzella
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Foto Italbasket (Matteo Marchi)
Foto Italbasket (Matteo Marchi)

Essere leader, entrando nel migliore dei modi in un gruppo rodato, unito, coeso dall'impresa compiuta poco più di due settimane fa a Belgrado. Esegue Danilo Gallinari.

La star dichiarata dell'Italbasket, impegnata con gli Hawks fino alla finale di Eastern Conference dei Playoffs NBA e convocata last-minute da Meo Sacchetti al posto di Abi Abass nei 12 che hanno l'arduo compito di superare il girone che ci vede accoppiati a Germania, Australia e Nigeria, proprio come avevamo auspicato e predetto in un articolo successivo alla sua chiamata è entrata letteralmente in punta di piedi in questo roster. Niente più isolamenti, niente più giochi solo ed esclusivamente per lui, niente più peso dell'attacco affidato interamente ai suoi tiri. A Danilo è stato chiesto di inserirsi nel sistema, un sistema che vive di leadership a più teste, di distribuzione paritaria di responsabilità, di equilibrio nei tiri. E che con Nico Mannion e le guardie Stefano Tonut e Simone Fontecchio poteva e doveva trovare nel Gallo un'ulteriore bocca da fuoco in un attacco spesso "grezzo" e rudimentale, ma fatto di efficacissimi penetra e scarica nei quali le mani fatate del giocatore degli Hawks potevano rappresentare l'ennesima ciliegina sulla torta. Oggi, nella vittoria 92-82 sui tedeschi, abbiamo avuto la dimostrazione della rinnovata veste del Gallo nel nuovo corso di questa Nazionale, e del potenziale offensivo di una squadra con con lui può permettersi quintetti con 5 autentici tiratori pronti a creare grattacapi alle difese avversarie.

Meno tiri, meno isolamenti, più efficacia, più leadership

Uscendo dalla panchina, perché coach Sacchetti non cambia la squadra vincitrice del preolimpico di Belgrado e parte con gli stessi giocatori, Danilo in 25 minuti ha preso 9 tiri totali del campo, 6 dei quali segnati, con 2/2 da tre e 4/5 in lunetta. A sporcare ulteriormente il tabellino 2 rimbalzi, 2 assist, 1 palla recuperata e 1 stoppata che non dice comunque niente della sua convincente presenza difensiva, soprattutto nel quintetto finale con cui Sacchetti opta per il cambio sistematico sui 5 attaccanti della Germania dopo ogni blocco. Danilo infatti non inizia bene nella nostra metà campo, viene sistematicamente coinvolto nel pick and roll e anche in marcatura diretta uno contro uno sembra faticare. Nelle ultime 4-5 azioni difensive però, quasi a liberare le energie trattenute nel corso della partita, il Gallo cambia marcia e incide per davvero nel 12-0 con cui chiudiamo i giochi, ben assistito anche dalla pressione degli esterni sui portatori di palla. Il tutto per un netto +19 di plus/minus, per distacco il migliore della gara, che culmina nel canestro che di fatto chiude i giochi e suggella la rimonta azzurra nell'ultimo quarto.

Le parole di Danilo

A fine gara, il Gallo ha anche parlato da autentico trascinatore del gruppo: "Abbiamo fatto una buona partita, anche se abbiamo iniziato così così e loro hanno avuto grandi percentuali da fuori nel primo quarto e hanno tirato bene. Noi siamo stati comunque lì e abbiamo continuato a giocare bene in difesa. Soprattutto nell'ultimo quarto, con più energia e furbizia anche in alcune situazioni difensive. Siamo stati bravi a chiuderla alla fine anche con canestri importanti". E pensare che c'era chi, poco più di due settimane fa, protestava per la convocazione del nativo di Sant'Angelo Lodigiano timoroso di come la sua presenza potesse essere quasi dannosa per il gruppo. È pur vero che con il suo inserimento il primo ad aver avuto meno spazio e meno tiri sembra essere stato proprio il pari-ruolo Achille Polonara, uno degli eroi contro la Serbia, che non ha segnato nessuna delle 6 conclusioni prese dal campo apparendo spesso fuori ritmo e certamente più sotto pressione vista la presenza di Danilo in uscita dalla panchina. A voler trovare il pelo nell'uovo nel successo odierno, Sacchetti avrà l'arduo compito di riportare Polonara al centro del nostro gioco, concedergli tiri in ritmo, e magari sfruttarlo anche in qualche quintetto assieme al Gallo e non solo alternativamente.

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Quel che è certo è che un Danilo così consapevole del suo ruolo, dei suoi pregi e difetti, delle gerarchie della squadra ma soprattutto così rispettoso dell'affiatamento di un gruppo che proprio nelle difficoltà di non poter contare sul suo talento e su quello degli altri "big" è diventato grande, forse non lo abbiamo mai visto. E dopo le polemiche per la convocazione, per anni di insuccessi, per il famoso pugno sferrato in amichevole, ed essere stato spesso capro espiatorio e additato come uno dei principali responsabili delle mancate vittorie di una generazione tanto talentuosa quanto sfortunata, la soddisfazione che si è preso oggi può essere il primo, grande passo verso la redenzione.

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