Da Coach a Guru, tutte le facce del Dan Peterson che abbiamo sempre amato
Quante cose è stato Dan Peterson, che oggi compie 85 anni? Se ne vogliamo fare un elenco molto asciutto potremmo indicare: allenatore di basket, commentatore televisivo, attore, motivatore, testimonial, giornalista, esperto e formatore in ambito comunicativo, ma forse soprattutto “Americano in Italia”. Non è una professione, ma Dan Peterson è stata uno di quelle persone che, venendo dagli Stati Uniti, è riuscito meglio di tanti altri a capire (grazie alla sua intelligenza portentosa, che tutti sottolineano) cosa del mondo USA ci faceva bene assorbire e in cosa invece noi dovevamo mantenere il punto.
“Mamma butta la pasta!”
Lo ha fatto su un campo da basket prima di tutto. Quando venne in Italia unì subito queste due anime, l’americana, con atleti USA molto forti a dargli una grande mano, e quella italiana, che puntava anche all’orgoglio nazionale. Vinse subito la Coppa e Italia e il campionato con la Virtus Bologna di Luigi Serafini capitano.
“Fe-no-me-na-le”
Milano non poteva lasciarselo scappare e fu la sua grande fortuna. Con le scarpette rosse creò la dinastia degli anni ’80, periodo in cui vinse 4 scudetti (1982, 1985, 1986 e 1987), 2 Coppe Italia (1986 e 1987), una Coppa Korać (1985) e una Coppa dei Campioni (1987). Tutto questo in poco meno di nove anni, dal 1978 al 1987.
“Richiamate i cani perché qui la caccia è finita!”
Furono gli anni più belli per la pallacanestro italiana. L’Olimpia Milano schierava Mike D’Antoni, Dino Meneghin, Vittorio Gallinari, Renzo Bariviera, Roberto Premier, Bob McAdoo, Riccardo Pittis. Erano anni in cui c’era anche una grande squadra a Roma, la Virtus di Larry Wright che vinse scudetto e Coppa dei Campioni in due stagioni consecutive, c’era una grande squadra del sud, come Caserta, che vincerà uno scudetto nel 1991, e immancabili erano le sfide che valevano scudetti e coppe contro Cantù, Pesaro, Varese.
“Amici sportivi”
E se si usciva dall’Italia, la Milano di Dan Peterson doveva vedersela contro il Maccabi Tel Aviv di Mickey Berkowitz, il Barcellona di San Epifanio, il Cibona Zagabria di Dražen Petrović, il Real Madrid di Wayne Robinson, lo Zalgiris di Arvydas Sabonis. Sono tutti nomi che fanno paura e che facevano di quelle sfide classiche a livello NBA a tutti gli effetti.
“Pandemonio!”
Dan Peterson è la faccia di quel basket e in parte anche di quegli anni, riuscendo ad andare oltre lo sport da palazzetto ed entrare in casa degli italiani sotto tanti altri “travestimenti” che nessuno credeva possibili prima di lui. Per questo è stato un innovatore, con tratti di genialità comunicativa fuori dal comune e un uomo che ci ha capiti, anche cambiandoci un po’. Per tutto quello che ha fatto su un campo da basket, attraverso uno schermo televisivo, sulle pagine di un giornale, Dan Peterson non potremo mai dimenticarlo.