Curry non ha dubbi e sfida Jordan: “I miei Warriors con Durant avrebbero battuto i suoi Bulls”
Una sfida infinita, non fosse altro che l'unica risposta affidabile la darebbe il campo in una sfida che garantirebbe spettacolo. Eppure, nonostante l'oggettiva impossibilità di vederle una contro l'altra, i Chicago Bulls e i Golden State Warriors, nelle loro due migliori versioni, continuano costantemente a essere paragonate, anche dagli stessi giocatori interessati.
72 vittorie, 10 sconfitte e anello di campione NBA a fine anno per una squadra, nella stagione 1996-97. 67 vittorie, 15 sconfitte e anello di campione NBA a fine anno per l'altra, nella stagione 2016-17. Due roster stellari guidati da stelle del firmamento di questo sport: Michael Jordan, Scottie Pippen, Dennis Rodman e Toni Kukoc da una parte, Steph Curry, Klay Thompson, Kevin Durant e Draymond Green dall'altra. In panchina, due assolute leggende: Phil Jackson e Steve Kerr, che scherzo del destino all'epoca giocava proprio al fianco di MJ. Un talento forse mai visto all'interno di due singole squadre, e che ovviamente da anni accende ciclicamente la discussione su quale delle due trionferebbe in un eventuale faccia a faccia alle Finals: i Bulls di MJ o i Warriors di Steph Curry?
l fenomeno di Golden State, in realtà, sembra avere davvero pochi dubbi a riguardo. E in un'intervista concessa per GQ, rispondendo alle tante domande dei fan, ha ribadito – e non è la prima volta che si esprime sulla questione – che a suo modo di vedere i Warriors avrebbero avuto grandi possibilità di trionfare in una Finale contro quella versione a detta di tutti ingiocabile dei Bulls, per molti la squadra più forte mai esistita e con la miglior versione possibile di Michael Jordan. Dall'altra parte, tuttavia, ci sarebbe stato il team in grado di arrivare al titolo nel 2017 vincendo 16 partite su 17 in post-season di cui 15 consecutive, e annientando la resistenza di LeBron James alle Finals in 5 partite. Alla domanda posta da un fan "Al completo, credi che la Golden State con KD avrebbe battuto su 7 partite quei Bulls di Jordan?" Steph ha risposto in modo sicuro: "Assolutamente. Ovvio che non lo sapremo mai, ma sulla carta sono sicuro avremmo delle chance. Dico Dubs in 6 partite (4-2, ndr)"
Rispondere in concreto a un interrogativo così complesso, appartenendo le due dinastie a epoche totalmente diverse della pallacanestro, è sempre un trabocchetto. Erano altri tempi, le squadre esprimevano un basket quasi opposto tra loro con la Chicago di Jordan che ricercava un ritmo più compassato anche per questioni anagrafiche (il pace, ovvero il numero di possessi giocati per 48 minuti, era di 91.1 contro il 99.8 dei Warriors), e usava diversamente il tiro da tre come d'altronde tutte all'epoca (16.5 contro 31 a partita), contro una Golden State che proprio del tiro da tre e dell'altissimo ritmo ha fatto i suoi marchi di fabbrica.
Lo scorso anno, al termine della serie culto The Last Dance, il noto sito sportivo americano The Athletic stilò proprio una classifica dei migliori team di sempre preferendo i Bulls, primi, a quei Warriors. Steve Kerr, allenatore di questi ultimi ed ex giocatore di quella Chicago, già a maggio 2020 parlò dei suoi Bulls come squadra più forte di cui avesse mai fatto parte, lasciando in qualche modo la testimonianza forse più attendibile di tutte e figlia dell'esperienza di campo con entrambi i roster. Sarebbe davvero interessante vederle contro, anche perché comparare in maniera cinica i numeri di due corazzate appartenenti a stili di gioco e ritmi così diversi tra loro finirebbe in qualche modo con un giudizio poco attendibile.