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Così Nico Mannion ha conquistato Steph Curry: il rapporto speciale tra i due

Nico Mannion ha letteralmente stregato Stephen Curry: nati lo stesso giorno e con genitori che hanno avuto il medesimo passato sportivo (mamme nel volley, papà nel basket), il 20enne senese sta crescendo nei Warriors sotto le direttive di Curry. In tripla cifra in tre gare NBA, lo scorso 25 marzo ha realizzato il suo primo high-career.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non sta andando bene per i Golden State Warriors in NBA: i playoff sono lontani con l'attuale 10 ° posto nella Western Conference. Ma al di là dei risultati e delle prestazioni della squadra c'è già una nota estremamente positiva in questa parte di stagione. E porta il nome di Nico Mannion che è riuscito a catturare l'attenzione di Stephen Curry e dello staff tecnico.

Dopo essere stato selezionato al secondo turno dai Warriors, lo scorso novembre  come 48ª scelta del Draft 2020, Niccolò Mannion si è guadagnato il ruolo di playmaker di riserva quest'anno. La sua voglia e motivazione sono ciò che gli ha dato questa occasione proponendosi a tutti gli effetti, quale soluzione vincente al posto dello stesso Curry per gli anni a venire.

Curry ha dedicato gran parte del suo tempo per insegnare il mondo NBA a Mannion e a inserirlo nel modo migliore, creando un legame speciale. Anche perché i fili del destino legano Curry e Mannion al di là della semplice passione per il basket. Sono nati nella stessa data, il 14 marzo, anche se a 13 anni di distanza, ed entrambi hanno genitori con un passato sportivo uguale. Le due madri giocavano a pallavolo di alto livello mentre i due padri giocavano nella NBA.

Tutto ciò, unito alla voglia di diventare un grande giocatore a livello internazionale da parte di Mannion ha spinto Curry a credere e a scommettere in lui: ha iniziato a prenderlo da parte dopo gli allenamenti per insegnargli tutte le sfumature della marcatura a uomo, a difendere meglio e i movimenti fuori palla. E non è un caso se Nico è in costante crescita: ha realizzato la sua prima partita in doppia cifra in NBA, segnando 10 punti contro i Lakers l'11 marzo. Si ripete, qualche giorno dopo, il 15, sempre in doppia cifra nella sconfitta casalinga ancora contro Los Angeles e il 25 marzo trova il suo primo record NBA. Un high-career da 19 punti in 29 minuti sul parquet, condito da 3 assist, 62,5% da tre punti e 41,7% dal campo.

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