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Mondiali di Basket 2023

Cosa aspettarsi dall’Italia ai Mondiali di basket: con “umiltà e arroganza” possiamo dare fastidio

L’Italia arriva ai Mondiali di basket con sette vittorie in amichevole. I mostri NBA non ci sono tutti, mentre per Team USA il meglio è in panchina. Il girone degli azzurri non è impossibile ma nemmeno così facile come potrebbe sembrare.
A cura di Jvan Sica
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Dopo i Mondiali di basket di quattro anni fa in Cina, che vide il tracollo USA, solo settimi a fine torneo e il trionfo della solita e solida Spagna, oggi riparte un Mondiale organizzato da Filippine, Giappone e Indonesia, ricco di partite (32 partecipanti), di atleti NBA (anche se mancano le stelle più luminose) e di possibili nuovi volti.
Se parliamo di favorite, non si può non parlare di Team USA che questa volta l’elemento “dream” ce l’ha in panchina, dove siederanno: Steve Kerr, allenatore dei Golden State Warriors e capace di cambiare il gioco, Erik Spoelstra, geniale allenatore dei Miami Heat capaci ancora una volta di raggiungere le NBA Finals, Tyronn Lue, vincitore di un titolo con i Cleveland Cavaliers e bravo nel far giocare sempre bene i Los Angeles Clippers nonostante gli infortuni continui delle sue due stelle, Kawhi Leonard e Paul George e infine Mark Few, da 24 anni a capo di una delle squadre di college migliori del Paese, Gonzaga.

Per quel che riguarda il roster il talento è ovviamente diffuso e ogni giocatore può cambiare lo spartito di una partita in un attimo. Probabile che Kerr faccia grande affidamento in attacco e difesa alla connection play-centro formata da Jalen Brunson e Jaren Jackson Jr. (votato migliore difensore della Lega), con Anthony Edwards a fare il gustatore e Brandon Ingram a creare dal palleggio. È una squadra fortissima in cui avrà un ruolo importante anche Paolo Banchero, per mesi nostro oggetto del desiderio. Come accennato, a Team USA mancano i mostri (nessuno dei presenti è in uno dei tre quintetti all-NBA), così come mancheranno Jokic alla Serbia, Giannis Antetokounmpo alla Grecia, Sabonis alla Lituania.

Senza queste stelle le loro squadre perderanno tantissimo, mentre sono salite nei pronostici le squadre che i loro campioni li avranno in campo, prima fra tutte il Canada, che può schierare il primo quintetto all-NBA Shai Gilgeous-Alexander, due difensori top class come Luguentz Dort e Dillon Brooks, nella speranza che si comporti bene, e un centro che sa fare tante cose bene come Dwight Powell. Altro all-NBA che ci sarà è Luka Doncic, che non si perde mai un appuntamento con la Nazionale, anche se l’attuale Slovenia sembra essere meno forte di qualche anno fa e sempre più dipendente dalle sue idee.

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Altra squadra zeppa di giocatori NBA e piena di talento e determinazione è l’Australia, che metterà in mostra i giovani Josh Giddey e Matisse Thybulle (altro grande difensore), mentre le due grandi d’Europa, la Francia di Nando De Colo e Rudy Gobert e la Spagna degli intramontabili Sergio Llull e Rudy Fernández potranno dare battaglia, nonostante alla prima manchi il nuovo fenomeno, Victor Wembanyama, prima scelta assoluta dei San Antonio Spurs e agli iberici la freschezza di qualche anno fa.

Insieme a queste squadre molto forti c’è poi tutta una pletora di team che possono azzeccare il grande torneo o restare deluse. Uno di questi è l’Italia, che arriva alla prima sfida contro Angola con un carnet brillante nelle amichevoli: sette vittorie su sette battendo Brasile, Turchia, Cina, Serbia, Grecia, Portorico e Nuova Zelanda.
Il ct Pozzecco, con un ragionamento controintuitivo molto del personaggio ma anche molto intelligente, ha detto che da queste amichevoli ha capito come l’Italia potrà perdere con tutte, ragionamento molto giusto perché ai Mondiali tutte le squadre hanno qualità con cui ci possono mettere in difficoltà. Il roster di Mister “Poz” è molto equilibrato con vecchi, attuali e probabilmente futuri giocatori NBA su cui puntare.

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L’asse di base è formato da Spissu e Melli, con Mannion lasciato a casa per fare spazio in posizione di play a Matteo Spagnolo, nuovo acquisto dell’Alba Berlino. Il talento più cristallino è quello di Simone Fontecchio, ala degli Utah Jazz, che avrà molte più responsabilità di Gigi Datome, al suo ultimo giro di valzer prima di ritirarsi dal basket. In posizione di centro speriamo nell’intelligenza di Melli e nella rinnovata e sorprendente energia di Mouhamet Diouf per non soffrire sotto i tabelloni come spesso ci succede.

Il girone non è impossibile ma nemmeno così facile come potrebbe sembrare. Si parte contro l’Angola in fase calante, ma già la Repubblica Dominicana ha Karl-Anthony Towns costruito per farci malissimo, infine le Filippine, spinte dal pubblico di casa e con rinforzi USA di ottimo livello, come Jordan Clarkson. Essere tra le prime due che passano al secondo girone non è facilissimo ma alla nostra portata. Poi il girone A andrà a scontrarsi con le squadre rimaste del girone B, dove dovrebbero andare avanti una Serbia non esaltante, che si appoggia molto su Bogdan Bogdanovic e probabilmente la Cina. Le prime due poi di questo altro girone andranno ai quarti di finale.
Il nostro mantra è proprio quello che ha dettato Pozzecco. Possiamo perdere con tutti, ma con prove di squadra di alto livello possiamo scovare i punti deboli degli avversari e attaccarli, giocando come ossessi in difesa. Potrebbe essere un Mondiale dove non saremo solo spettatori o punching ball, con un mix ossimorico di umiltà e arroganza potremmo dare fastidio a tanti.

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