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“Coach, ho le vertigini”, giocatore di 18 anni muore dopo un arresto cardiaco in campo

Cartier Woods è deceduto dopo una settimana di ricovero. La testimonianza degli allenatori della squadra di basket è da brividi: “Ci ha detto che si sentiva stordito poi è finito per terra”.
A cura di Maurizio De Santis
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Un'immagine di Cartier Woods, morto a 18 anni per un problema cardiaco.
Un'immagine di Cartier Woods, morto a 18 anni per un problema cardiaco.

"Coach, ho le vertigini". Cartier Woods fa appena in tempo a pronunciare queste parole poi avverte un malore e finisce all'ospedale. Era entrato in arresto cardiaco crollando in campo, lasciando sotto shock compagni di squadra e spettatori. L'assistenza medica lo aveva aiutato a non mollare, a restare aggrappato a quel filo sottilissimo che può essere la vita. Ma non è bastato, non ce l'ha fatta. E dopo una settimana di ricovero è arrivata la notizia terribile: l'annuncio della sua morte da parte del medici è terribile e getta nello sconforto la galassia del basket collegiale americano.

A 18 anni, il ragazzo della Northwestern High School di Detroit, porta via con sé tutti i sogni che aveva nel cassetto: li tirava fuori da lì ogni volta che prendeva la palla a spicchi tra le mani e vedeva dinanzi a sé l'orizzonte sconfinato del basket da percorrere. È finito tutto così in fretta, in maniera così tragica.

Una sciagura inspiegabile. I suoi familiari più stretti ancora non riescono a spiegarsi cosa sia potuto accadere. Sua zia e tutore legale, Dwanda Woods, ha spiegato subito che il giovane nipote non aveva mai dato segni di sofferenza fisica né lamentato disturbi cardiaci. E chi è corso in suo aiuto in quei momenti drammatici ha fatto il possibile perché il cuore non smettesse di battere, riuscisse a resistere fino all'arrivo in corsia.

Woods in campo accanto a un compagno di squadra.
Woods in campo accanto a un compagno di squadra.

Il racconto dell'episodio mette i brividi addosso. Pierre Brooks (capo allenatore) e Roland Eason (suo assistente) hanno spiegato cosa è successo al Detroit-Free Press: a inizio match il ragazzo aveva già avvertito una sensazione di stordimento. "Devo uscire… coach, ho le vertigini", poco dopo s'è spenta la luce. "Cartier è finito per terra – ha aggiunto il tecnico -. Ha lasciato tutti col fiato sospeso, la gente che era venuta alla partita era preoccupata".

Cartier è stato tenuto in vita per una settimana ma la sua situazione era apparsa subito molto difficile. È morto nelle ultime ore, come confermato dalla famiglia che aveva fatto il possibile per garantirgli le cure migliori. Sua cugina, Melonie, aveva avviato anche una campagna su GoFundMe per raccogliere fondi da destinare alle spese mediche ma non è bastato. Cartier era stato preso sotto tutela della zia da quando era ancora in fasce, con lei era cresciuto e con lei aveva iniziato la sua avventura nel mondo del basket. Che per lui s'è chiusa troppo in fretta.

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