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Claudio Toti lascia la Virtus Roma: “Impossibile continuare”. Il club rischia di sparire

Claudio Toti, da 20 anni presidente della Virtus Roma, ha annunciato la decisione di mettere in vendita il club: “Nell’emergenza economica provocata dal Covid-19 devo dedicare le mie energie e le mie risorse alle aziende di famiglia”. Cosa accadrà adesso alla società capitolina? Senza nessun investitore all’orizzonte c’è il rischio che scompaia.
A cura di Maurizio De Santis
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Dalla Supercoppa italiana, conquistata appena arrivò al timone nell'anno di transizione sotto la presidenza di Giovanni Malagò, alla lettera di addio. Claudio Toti, per vent'anni presidente della Virtus Roma, ha deciso di lasciare il club capitolino di basket. Impossibile andare avanti coniugando passione sportiva e affari, famiglia e amore per la sua creatura che ha condotto per due decenni. Cosa accadrà? Ci sarà qualcuno in grado di raccogliere il testimone oppure la società rischia di sparire?

Dopo venti anni di impegno nel basket nazionale sono costretto, mio malgrado, ad annunciare il mio disimpegno dalla Pallacanestro Virtus Roma – ha ammesso il presidente, Toti -. È una decisione importante e sofferta, ma non me la sento più di andare avanti. Chiunque voglia investire nel mondo della pallacanestro si faccia avanti, sono pronto a vendere il pacchetto azionario della squadra.

Impossibile immaginare un futuro sportivo e più ancora farlo adesso che la crisi economica scatenata dalla pandemia di Coronavirus ha avuto un impatto devastante sulla vita pubblica, sulle finanze e sulle prospettive delle imprese. Ecco perché il "patron" passa la mano e dice addio: c'è bisogno che il suo impegno sia concentrato tutto sulle aziende di famiglia.

In questa difficile scelta ovviamente ha inciso in maniera preponderante l'emergenza legata al Covid-19, che mi obbliga a dedicare le mie energie e le mie risorse nelle aziende di famiglia, piuttosto che nello sport.

Vent'anni, ti volti a guardare e non li trovi. Ti sembrano, di colpo, improvvisamente pochi anche se raccontano uno spaccato della vita dell'uomo, dell'imprenditore, del presidente che nella Capitale è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nonostante la preponderanza del calcio che da sempre ha diviso le due sponde del Tevere.

Non è stato facile fare basket in una grande città come Roma, dove il calcio fagocita attenzione ed interessi, ma nonostante tutto io l'ho fatto, e non me ne pento – ha aggiunto Toti – avendo sempre potuto contare sul supporto ed aiuto di chi mi è stato veramente vicino. Oggi non mi è più possibile proseguire. La situazione economica del Paese è profondamente cambiata ed io ritengo doveroso e imprescindibile concentrare i miei sforzi altrove.

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