Carmelo Anthony nella storia: è il nono miglior marcatore di sempre in NBA
Un jumper dei suoi, dal palleggio, per darsi “ritmo” e compattare il movimento. Uno dei dieci, cento, mille che gli abbiamo visto fare in carriera, spesso e volentieri con un unico risultato: palla nel canestro. Non poteva che arrivare con il marchio di fabbrica di casa un canestro storico, l’ennesimo della cavalcata di Carmelo Anthony in NBA.
Da stanotte infatti, “Melo” ha compiuto l’ennesimo passo verso la leggenda, superando Moses Malone al nono posto dei migliori marcatori della storia del gioco, e lasciandosi davanti i soli Kareem Abdul-Jabbar, Karl Malone, LeBron James, Kobe Bryant, Michael Jordan, Dirk Nowitzki, Wilt Chamberlain e Shaquille O’Neal, 8 autorità della pallacanestro, nella classifica all-time. Anthony, da oggi, è a quota 27.423 punti totali in carriera (nella sola regular season, unica a contare per questo genere di graduatorie), a 1173 punti da un altro "Laker" come Shaq, raggiungibile segnando grossomodo 15 punti di media nelle 79 partite restanti di stagione. Un traguardo non impossibile, ma per il quale serve continuità nella dimensione da scorer della second-unit che coach Vogel ha pensato per lui.
I liberi della vittoria
Superare Moses Malone non è statal’unica soddisfazione che Melo si è tolto nella notte però. Il veterano ha infatti segnato i tiri liberi dei punti numero 120 e 121 dei suoi, in una gara da 28 punti totali, 10/15 dal campo, 6/8 da tre, 3 rimbalzi, 1 recupero, 1 stoppata, chiudendo di fatto la sfida e approfittando del decisivo errore in lunetta di Ja Morant sul 119-118, dopo il quale ha afferrato il rimbalzo che, complice il fallo subito, gli ha dato la chance di chiudere la pratica e portare a casa la prima vittoria stagionale dei Los Angeles Lakers dopo le 2 sconfitte contro Warriors e Suns, che avevano subito messo i campioni 2020 spalle al muro e condannati a vincere alla terza chance casalinga.
Progressi in casa Lakers
Al netto delle evidenti difficoltà difensive, del nervosismo palesato nella sfida precedente a quella contro Memphis, e del fatto che 3 partite restano un campione troppo ridotto per trarre giudizi in un senso o nell’altro, l’attacco dei Lakers sembra lentamente iniziare a funzionare. Nonostante una starting lineup ancora tutta da trovare per coach Vogel (Kent Bazemore e DeAndre Jordan i peggiori con -16 e -15 di plus/minus) l’apporto dei 3 “panchinari” Carmelo Anthony, Malink Monk e del rookie Austin Reaves (+19 i primi due, +18 il terzo) è stato determinante ai fini della vittoria, colta approfittando anche dei minuti in panchina dell’inarrestabile Ja Morant. Starà quindi allo staff tecnico della squadra bilanciare al meglio titolari e riserve per arrivare alla chimica perfetta che renda questa squadra funzionale all’unico obiettivo possibile di LeBron James: vincere l’anello. Per ora, con uno spiraglio di luce che fa tanto ottimismo.