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Altro record per LeBron James: superato Karl Malone al secondo posto dei marcatori all-time

Da stanotte la “all-time scoring list” abbraccia alla seconda posizione il nativo di Akron, che ora mette nel mirino il primo posto di Kareem Abdul Jabbar.
A cura di Luca Mazzella
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É ufficiale: da stanotte sulla strada di LeBron James verso il primo posto all-time dei migliori marcatori NBA è rimasto un ultimo ostacolo da superare per aggiungere alla sua leggendaria bacheca l’ultimo e probabilmente definitivo traguardo per passare all’immortalità. Il teatro dell'ennesima serata da ricordare per The Chosen One è stato questa volta il parquet di Washington, nella sfida in back to back contro i Wizards.

Sul 49-44 per i Lakers nel corso del secondo quarto, LeBron ha ricevuto palla da Stanley Johnson tagliando alle spalle del suo avversario per un comodo layup che gli ha quindi consentito di issarsi oltre i 36.928 punti segnati in carriera dalla leggenda dei Jazz e chiudere poi la partita a quota 36947, con il primo posto di Kareem Abdul Jabbar distante ormai solo 1440 punti, raggiungibili “facilmente” segnando 20 di media per le prossime 70 partite. Un ritmo assolutamente in linea col rendimento attuale del numero 6, che si godrà quindi aggancio e sorpasso il prossimo anno.

Altro record, altra sconfitta

Un traguardo dal retrogusto amaro, come ormai si può dire di ogni record collezionato quest’anno da LeBron James. Il sorpasso al “Postino” avviene infatti nell’ennesima sconfitta desolante dei Los Angeles Lakers 2021-22, questa volta sul campo dei Washington Wizards per 127-119. Anche la squadra della Capitale, in crollo verticale dopo una primissima parte di stagione positiva, si è dimostrato avversario superiore ai gialloviola che evidentemente non hanno beneficiato granché della vittoria elettrizzante per modalità arrivata contro i Toronto Raptors 24 ore prima, con tripla di Russell Westbrook (stanotte 22 punti, 10 rimbalzi e 8 assist col 67% dal campo ma con 8 palle perse a evidenziare le solite problematiche di gestione e convivenza con James appunto) e quarto periodo fisicamente devastante proprio del Re, che sui social aveva poi difeso il suo compagno dai continui attacchi ricevuti dai fan della squadra. E così dopo aver toccato anche il +16 nel corso della partita, come più volte avvenuto quest’anno i Lakers si sono sciolti sul più bello per poi cedere di schianto nel quarto periodo, abbattuti dai continui canestri del redivivo Kristaps Porzingis.

Difficile immaginare che questo record possa in qualche modo essere un’iniezione di fiducia e adrenalina per una squadra che continua a viaggiare in direzione completamente opposta a quella del suo condottiero, che abbandonata ogni velleità di successo almeno fino al rientro di Anthony Davis, ancora in infermeria ma ormai in pianta stabile riaggregato al team per gli allenamenti senza contatti, si gode il record storico in un clima desolante e perdente come mai viveva dalla sua prima stagione da rookie ai Cavs. Nonotante questo, anche alla 19esima stagione NBA LeBron continua ad aggiungere tasselli che resisteranno per decenni e decenni prima di vacillare davanti al prossimo giocatore generazionale. La squadra crolla, ma la stella del "Prescelto" anche a 37 anni è ancora più luminosa che mai.

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