Zanardi resterà in coma indotto per altri 8-10 giorni, mamma Anna sempre al suo capezzale
Le condizioni di Alex Zanardi restano critiche. Il campione italiano, travolto da un camion in un incidente in handbike mentre percorreva le strade senesi in una manifestazione da lui stesso organizzata, sta ancora lottando tra la vita e la morte restando intubato, respirando artificialmente e mantenuto in coma farmacologico. Quando è arrivato al pronto soccorso dell'Ospedale di Siena le sue condizioni erano da subito estremamente gravi: forte trauma cranico, un ‘fracasso facciale', politraumi sul resto del corpo.
L'impatto con la parte laterale del mezzo pesante non è stato fatale unicamente per un semplice caso e adesso, dopo un delicatissimo intervento neurochirurgico non resta che aspettare. E ad aspettarlo, insieme all'Italia intera, ci sono Anna, Daniela e Niccolò, i suoi cari più stretti: la moglie, la mamma e il figlio.
La famiglia, intesa come nucleo di vita primario, è sempre stata vicina ad Alex Zanardi, ancor prima dell'incidente del 2001, ancor più poi nella sua ‘seconda' vita costruita giorno dopo giorno, trasformando l'affronto del destino in una nuova opportunità. La moglie Daniela non lo ha mai abbandonato ed era presente anche in quel maledetto 19 giugno, quando attorno alle 17 è avvenuto l'incidente tra la handbike di Alex e il camion che proveniva dalla corsia opposta. "Non lo lascerò solo" ha subito detto tra le lacrime Daniela che è stata tra i primi a soccorrere il marito e a seguirlo in ospedale. Dove è stata raggiunta dal figlio Niccolò e da mamma Anna.
Mamma Anna, 84 anni, non ha permesso ai dolori e all'età di obbligarla a non andare in ospedale. Nel triste e mesto via vai i terapia intensiva, dove per evidenti motivi, si può entrare uno alla volta, anche lei non ha voluto mancare nel dare assistenza al figlio, seppure incosciente e tenuto in coma farmacologico. Lo sarà per almeno un'altra settimana, dicono i dottori. Unico modo per permettere al fisico di Zanardi di reagire prima di intraprendere il cammino verso gli eventuali danni cerebrali e neurologici. 8, forse 10 giorni di sonno indotto. Lo stesso sonno che mamma Anna vorrebbe far suo e potersi risvegliare dall'incubo insieme a suo figlio e poterlo riabbracciare come ha già fatto mille altre volte.