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Olimpiadi Parigi 2024

Wiffen “vittima” della Senna alle Olimpiadi, ricoverato d’urgenza in ospedale: “Ho contratto un virus”

Il campione olimpico negli 800 metri e medaglia di bronzo nei 1500 metri di nuoto era stato scelto come portabandiera dall’Irlanda ma è stato costretto a saltare la cerimonia di chiusura dei Giochi. Due giorni dopo l’esperienza nella 10 km di fondo nelle acque libere del fiume ha avvertito un malessere sospetto.
A cura di Maurizio De Santis
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L'Irlanda aveva scelto Daniel Wiffen come portabandiera per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi 2024. Avrebbe dovuto sfilare assieme alla connazionale Mona McSharry ma alla parata celebrativa, quella che con il volo di Tom Cruise ha di fatto passato il testimone a Los Angeles 2028, ma non l'ha potuto fare. È stato ricoverato d'urgenza in ospedale perché stava male: due giorni prima aveva nuotato nella Senna partecipando alla gara di 10 chilometri in acque libere.

Lui che aveva già vinto (ma in piscina) un oro negli 800 metri e un bronzo nei 1500 volle provare quell'esperienza che ha avuto effetti devastanti: oltre alla capacità di adattamento (un conto è stare nella propria corsia, altro è tenere un ritmo tale da non prendere calci in faccia seguendo la scia degli avversari) e alle difficoltà ambientali (come il rischio di costeggiare l'argine e graffiarsi, di ritrovarsi accanto a uno scarico fognario, incrociare strani "pezzi marroni" o ingerire acque insalubri) ha pagato anche con il trasporto al nosocomio e un bel po' di preoccupazione.

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Non ci sono evidenze mediche (o, almeno, non sono state enunciate esplicitamente) che collegano direttamente il malessere all'inquinamento del fiume a cui tutti i nuotatori sono stati esposti, fatto sta che – per una strana coincidenza della sorte – a distanza di 48 ore ha dovuto ricorrere a cure sanitarie specifiche per i disturbi accusati. È stato lo stesso Wiffen a parlarne, condividendo sui social un messaggio così da spiegare quali sono le sue condizioni e, più ancora, tranquillizzare tutti: sta molto meglio ed è profondamente dispiaciuto per non essere riuscito a portare la bandiera del suo Paese. Quanto alla causa del ricovero ospedaliero s'è limitato a parlare di un virus, senza fornire dettagli ulteriori

"Grazie a tutti coloro che mi hanno contattato, sono davvero deluso di aver perso l'opportunità di essere il portabandiera ieri sera. Purtroppo sono corso in ospedale perché non stavo molto bene per un virus per cui sono in cura. Ora mi sento meglio. Spero di stare abbastanza bene da poter rivedere tutti al rientro in patria".

Wiffen starà forse pensando a quel che disse subito dopo la gara nelle acque libere conclusa in 18ª posizione. "È la cosa peggiore che abbia mai fatto", si lasciò sfuggire a caldo, ancora col fiatone e con addosso quella sensazione di ribrezzo provata immergendosi nella Senna. A raccontarla in maniera tanto colorita quanto disgustata erano stati altri nuotatori prima di lui, rimasti scioccati dall'elevato livello di contaminazione per la presenza (ben oltre la soglia di guardia) di Escherichia coli di quel corso nonostante gli ingenti e costosi interventi di bonifica.

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"Ho vomitato nove volte e ho avuto la diarrea", ha fatto sapere Léonie Beck, ammalatasi dopo la gara (come lei, anche altri due connazionali) anche se la federazione tedesca non ha confermato direttamente che i sintomi riportati fossero la conseguenza del contatto con l'acqua del fiume parigino. Ma il fatto stesso che diversi allenamenti siano stati spostati o addirittura annullati a Olimpiade in corso per tutelare la salute degli atleti è già una risposta alla prudenza diplomatica manifestata in via ufficiale. "Ho annusato e visto cose da dimenticare", mormorò la belga Vermeleyn dopo essere emersa dalla Senna. Peggio andò al triatleta canadese, Mislawchuk, che non ce la fece a trattenere i conati di vomito (rovesciò per ben 10 volte).

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