Warholm è un alieno: primo uomo sotto i 46 secondi nei 400 ostacoli, vince un oro mostruoso
Che fosse favorito si sapeva, che potesse battere il proprio record del mondo anche, ma che lo facesse abbassando il precedente primato di 76 centesimi è qualcosa che va oltre i limiti umani ed appartiene ad una sfera extraterrestre. Karsten Warholm vince la medaglia d'oro alle Olimpiadi col tempo irreale di 45"94 ed a 25 anni entra di diritto nel novero dei più grandi di sempre dell'atletica leggera. Già due volte campione del mondo a Londra 2017 e Doha 2019, il norvegese fa corsa di testa dall'uscita dai blocchi e ne ha ancora sul rettilineo finale per scoraggiare il tentativo di rimonta di un altrettanto strepitoso Rai Benjamin, argento in 46"17.
Il tempo dello statunitense è inferiore a sua volta di 53 centesimi (mezzo secondo, un'eternità) rispetto al vecchio record di 46"70 stabilito da Warholm l'1 luglio di quest'anno ai Bislett Games di Oslo. Sulla pista di casa l'ostacolista norvegese aveva cancellato dopo 29 anni il primato di Kevin Young, adesso lo polverizza diventando il primo uomo a scendere sotto i 46 secondi. I tempi dei primi due classificati di queste Olimpiadi resteranno nella storia come una roba da marziani, difficile anche solo da credere. Dietro di loro il bronzo va al brasiliano Alison Dos Santos, che con 46”72 peraltro corre appena 2 centesimi sopra il vecchio limite.
In pista c'era anche l'azzurro Alessandro Sibilio, che la sua Olimpiade l'aveva già vinta qualificandosi per la finale: il 22enne napoletano chiude ottavo in 48”77, ma potrà raccontare di aver partecipato a qualcosa di memorabile. "Ho fatto una grande Olimpiade – dice ai microfoni Rai – Con questi fenomeni una medaglia era praticamente impossibile: è stata una delle più grandi gare della storia dell'atletica. Questi sono tempi mostruosi, senza ostacoli. Ho corso due giorni fa il mio personale, oggi ho spinto e ho cercato di stare con gli altri. Ho pagato nel finale, ma ero già contentissimo della semifinale. Ora non è ancora finita perché c’è una 4X400 che lotta per qualcosa di importante, siamo davvero forti e c'è un muro da battere".