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Paralimpiadi

“Vuoi sposarmi?”: la proposta della guida all’atleta non vedente emoziona il mondo

Manuel Antonio Veiga è la guida di Keula Nidreia Pereira Semedo, l’atleta di Capo Verde in pista per le qualificazioni dei 200 metri femminili T12 alle Paralimpiadi. Il risultato sportivo passa in secondo piano, a conquistare la scena è la singolare proposta di matrimonio al termine della gara.
A cura di Maurizio De Santis
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Il sorriso di Keula Nidreia Pereira Semedo è un raggio di sole che squarcia lo stadio olimpico. Apre un varco nella coltre di pioggia e nuvoloni che avvolge la pista di Tokyo dove si corrono le qualificazioni delle semifinali dei 200 metri femminili T12. L'atleta di Capo Verde è arrivata ultima ma non le importa, c'è dell'altro che fa scoppiare il suo cuore. Le batte in petto fortissimo per la proposta speciale ricevuta e per la gioia. La sua guida, molto più di un compagno e un sostegno in pista, è in ginocchio davanti a lei.

La gara è terminata da poco, è quello il momento giusto per dichiararle il suo amore dinanzi al mondo intero. Manuel Antonio Veiga si prostra dinanzi alla compagna, china la testa, prende il cofanetto con l'anello e lo porge alla donna pronunciando due parole semplici ma cariche d'affetto: "Vuoi sposarmi?", le dice con la voce rotta dall'emozione. E quando ascolta il "sì" e si accorge del volto felice di Keula la pioggia scherza con le sue lacrime.

Intorno a loro s'è formato un capannello di avversari che applaude e si congratula. Gli spettatori sulle gradinate sfoderano gli smartphone per riprendere quel momento di grande romanticismo e registrano una richiesta di matrimonio molto particolare. Il tam tam sui social network fa il resto e la portata di quel gesto così semplice e spontaneo diventa globale.

L'atleta capoverdiana ha iniziato la sua carriera nel 2005 ed è stata insignita della medaglia al merito sportivo nel suo Paese. Keula soffre di disabilità visiva e si è dedicata all'atletica leggera perché il suo allenatore l'ha incoraggiata quando ha notato che aveva doti fisiche e tecniche che le avrebbero permesso di misurarsi in pista. Insieme hanno costruito un piccolo mondo fatto di sensazioni reciproche, complicità. L'uno accanto all'altro. Con lo stesso passo, in gara come nella vita di tutti i giorni. Uniti, più forti di ogni cosa.

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