Vince anche Lin Yu-Ting, l’altra atleta intersex alle Olimpiadi: la rivale se ne va in lacrime
Lin Yu-Ting è salita sul ring pensando all'unica cosa giusta per sé: picchiare duro e con intelligenza tattica per battere nel primo match delle Olimpiadi (categoria 57 kg) Sitora Turdibekova. E ce l'ha fatta per "decisione unanime" al netto della tempesta mediatica che aveva investito lei, l'altra atleta intersex come Imane Khelif.
Turdibekova si batte, perde e non stringe la mano a Lin Yu-Ting
L'uzbeka invece non è stata l'altra Angela Carini: ha lottato con orgoglio per tutti e tre i round previsti, s'è dovuta arrendere alla valutazione che ha premiato l'avversaria, s'è rifiutata di stringerle mano, è scesa dal quadrato visibilmente delusa e provata dal punto di vista emotivo, le è scappata anche un lacrima per la rabbia e l'amarezza. Ma non s'è ritirata. È rimasta al suo posto a fare il suo mestiere: prendere e dare pugni sperando di competere e vincere. Poi, ricevuto il verdetto, ha abbandonato il palcoscenico senza lasciarsi andare ad atteggiamenti sopra le righe.
La struttura fisica della taiwanese fa subito la differenza
L'andamento dell'incontro ha confermato i pronostici della vigilia: Lin Yu-Ting ha sfruttato altezza, lunghezza delle braccia che, abbinate alla destrezza e alla rapidità con la quale ha affondato i colpi, ha fatto la differenza fin dall'inizio. Il destro potente sferrato in apertura di duello aveva già lasciato intendere quale sarebbe stato il filo conduttore dell'incontro: ha dominato il primo round e messo il cappello sugli altri assestando pugni devastanti. Turdibekova ha potuto solo opporsi con coraggio alla pugile che è testa di serie ed è favorita per la medaglia d'oro.
Chi è Lin Yu-Ting: 2 volte campionessa del mondo
Nel corredo accessorio di sospetti, ombre e allusioni la 28enne boxeur di Taiwan c'era finita per lo stesso motivo dell'algerina Khelif. Ovvero, essere ritenuta "un uomo" per i valori ormonali e i riscontri diagnostici sul DNA. Fattori che, secondo la IBA, furono determinanti perché, non avendo superato il test sull'idoneità di genere, fosse squalificata ai Mondiali a un passo dalla medaglia. Mentre per il CIO era (ed è) perfettamente in regola come Khelif.
Nel suo palmares figurano 2 titoli mondiali (nei pesi gallo e piuma), un bronzo iridato (sempre nei piuma) e altre 4 medaglie (3 ori, 1 bronzo) tra Giochi e Campionati asiatici.
Ha scelto la boxe per difendere la madre dalle violenze del padre
Quanto alla storia personale, ne ha una particolare anche Lin Yu-Ting. Ne ha parlato il suo allenatore, Zeng Ziqiang: la taiwanese ha imparato a boxare per difendere se stessa e sua madre dalla violenza del padre. Poi il pugilato è divenuto la buona occasione per ritagliarsi un futuro e darne uno nuovo alla mamma: ha incassato una borsa di studio per l'istruzione e lo ha donato alla donna per aiutarla dopo che il padre aveva abbandonato la famiglia.