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Vero Volley Monza, gli allenamenti non si fermano: “Gli atleti sono d’accordo e i decreti lo consentono”

Alessandra Marzari, presidente del Vero Volley Monza, fa chiarezza sul caso esploso in seguito alla rescissione di Serena Ortolani, stella della Saugella Monza. Entrambe le squadre del Vero Volley continuano ad allenarsi nonostante il Coronavirus: “Quando gli atleti si fermano impiegano tempo per per riprendersi e i nostri sono seguiti dall’inizio dell’emergenza”, ha spiegato a Fanpage.it.
A cura di Sergio Chesi
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Nell'Italia piegata dal Coronavirus anche lo sport ha compreso, gradualmente, la necessità di fermarsi. Prima i campionati, poi gli allenamenti: lo sport professionistico ha praticamente spento il motore, in attesa di vincere la sfida più importante. In questo contesto il Vero Volley Monza rappresenta un'eccezione. Entrambe le squadre che fanno capo al Consorzio, maschile e femminile, continuano ad allenarsi regolarmente. Nonostante la Lombardia sia il cuore italiano dell'emergenza, nonostante il campionato sia fermo senza prospettive di poter tornare in campo a breve. Nei giorni scorsi ha fatto rumore la notizia dell'addio di Serena Ortolani, nome di punta della Saugella Monza: non se l'è più sentita di continuare ad allenarsi e ha chiesto di rescindere il contratto per poter rientrare a casa. "Credo non abbia più intenzione di giocare per tutto l'anno, indipendentemente da cosa faremo noi", ha spiegato a Fanpage.it Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley e medico presso l'ospedale Niguarda di Milano, chiarendo il particolare approccio della società a questa situazione.

Presidente, dritti al punto: perché vi allenate ancora?
"Perché tutti i due decreti del governo lo permettono, sia quello dell'8 che del 12 marzo. Al decreto del 12 è seguita una nota della regione Lombardia che confermava la possibilità, per gli atleti di interesse nazionale, di allenarsi purché ci fossero le condizioni igienico-sanitarie necessarie. Ho parlato con i miei atleti ed erano tutti consenzienti, quindi abbiamo continuato ad allenarci".

Il fatto che non sia prevista una ripartenza del campionato nel breve periodo non vi ha fatto cambiare idea?
"No. Gli atleti, quando si fermano, ci mettono tanto a riprendersi. Sono preoccupati di farsi male, è importante per loro continuare a fare attività. Non si può smettere e ricominciare così".

Come garantite la sicurezza delle squadre?
"Gli atleti sono stati seguiti dall'inizio dell'emergenza. Da metà febbraio controlliamo che stiano bene, che non abbiano il minimo sintomo. Gli abbiamo spiegato bene cosa devono e non devono fare, come si devono comportare. Vivono in quarantena, fra di loro, nello stesso posto fisico. Dall'8 marzo hanno sempre tenuto comportamenti adatti. Il palazzetto è in una condizione ideale perché è in uso esclusivo, tutto chiuso. Ci vanno solo gli atleti: i maschi la mattina e le femmine al pomeriggio. Ci sono delle caratteristiche molto favorevoli per garantire che sul piano sanitario la cosa non sia per nulla pericolosa".

Gli atleti come stanno vivendo la situazione?
"La squadra maschile è molto tranquilla. Le ragazze sono state giù per qualche giorno, dopo che Serena ha detto che non se la sentiva più e voleva tornare a casa. Quando una persona lascia la squadra è sempre una tragedia".

Teme che altre ragazze possano andar via?
"Non lo so, le vedo tutti i giorni e al momento mi sembrano tutte tranquille. Anche l'altro venerdì, prima che Serena se ne andasse, era tutto tranquillo. Non so bene cosa sia successo".

Al di là dell'episodio in sé: continuerete ad allenarvi?
"Certo, le squadre si stanno continuando ad allenare. Attendiamo le decisioni del governo e della Lega. Se il campionato non dovesse più riprendere e si decidesse per chiuderla qui, smetteremmo di allenarci. Dovendo ricominciare l'anno prossimo ci sarebbe tutto il tempo".

Ha parlato della situazione con altri presidenti?
"Sì. Conegliano, come noi, si stava allenando fino alla scorsa settimana. Si sono fermati solo da qualche giorno. Anche loro hanno una situazione molto tranquilla".

Siete nel cuore del territorio più colpito dall'emergenza. Cosa state facendo per la comunità?
"Abbiamo predisposto dei presidi. C'era bisogno di un luogo per la distribuzione delle mascherine e abbiamo messo a disposizione un'area del nostro palazzetto. Un altro spazio lo abbiamo dedicato ad un gruppo di ingegneri che stanno provando ad adattare le maschere da snorkeling di Decathlon a maschere per CPAP. Avevano bisogno di un posto dove organizzarsi, che avesse certe caratteristiche, e gli abbiamo lasciato la nostra sala stampa, modificandola in modo che fosse isolata dal resto del palazzetto. E' un aiuto minimo e siamo contenti di poterlo fare".

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