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Olimpiadi Parigi 2024

Velasco cerca una persona nel caos, la deve abbracciare per prima: il passato è sepolto in lacrime

Un attimo dopo la fine della finale di pallavolo femminile alle Olimpiadi di Parigi che ha dato la vittoria della medaglia d’oro all’Italia, Julio Velasco deve fare immediatamente una cosa: abbracciare qualcuno che ha condiviso con lui un grande dolore sportivo 28 anni fa, Lorenzo Bernardi.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ultima azione della finale delle Olimpiadi di Parigi: la palla schiacciata dagli Stati Uniti è fuori, l'Italvolley femminile vince una storica medaglia d'oro, portando il bilancio della squadra azzurra a 40 medaglie e pareggiando dunque Tokyo, ma con più ori. Sono quei momenti che segnano una carriera, anzi una vita. Julio Velasco a 72 anni ne ha viste tante, ha la saggezza di sapere quanto ingannevole sia il successo e come non bisogni esserne schiavo. Ma in quell'attimo di gioia purissima, c'è qualcosa che deve fare. Non è un gesto meditato, è istinto, sentimento, pancia. Velasco esplode assieme a tutta la squadra azzurra, giocatrici e panchina, ma nel caos totale delle persone e dei pensieri, cerca qualcuno. Lo deve abbracciare e stringere forte. È Lorenzo Bernardi, ‘mister secolo', il più fenomeno della ‘Generazione di Fenomeni' azzurra di 30 anni fa. C'erano entrambi alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, un momento di dolore sportivo grandissimo: adesso è arrivato il momento di seppellire definitivamente quel passato. Velasco e Bernardi sono campioni olimpici.

Lorenzo Bernardi e la Generazione di Fenomeni: il grande dolore di Atlanta 96

Julio e Lollo si cercano immediatamente nella bolgia della South Arena, c'è un cerchio da chiudere, un conto da saldare. In quei momenti le immagini scolorano, il tempo va indietro di 28 anni, Parigi diventa Atlanta. Si gioca la finale dei Giochi, l'Italia della ‘Generazione di Fenomeni' (i vari Bernardi, Giani, Cantagalli, Bracci, Gardini, Lucchetta, Zorzi, Gravina, Tofoli, il compianto Bovolenta, per citarne alcuni) negli anni precedenti ha vinto tutto (2 Mondiali, 3 Europei, 5 World League) ed è alla ricerca dell'unica cosa che manca, il titolo olimpico. Il cammino fino alla finale è una marcia inarrestabile, poi arriva la sconfitta 3-2 con l'Olanda, con un set decisivo drammatico, finito 17-15. Eravamo favoritissimi, la mazzata fu fortissima.

Velasco lasciò la panchina dell'Italia, ma quel film non era finito lì. Non c'erano i titoli di coda. Né per lui né per Bernardi, oggi 56enne assistente allenatore di Julio sulla panchina della nazionale femminile e a quell'epoca semplicemente il più forte giocatore al mondo, che qualche anno dopo sarebbe stato eletto dalla Federvolley Internazionale ‘Miglior giocatore di pallavolo del XX secolo'.

Velasco abbraccia Bernardi e seppellisce il passato: sono entrambi campioni olimpici

Vincere le Olimpiadi non era un'ossessione per Velasco, non era rimasto incagliato nel rimpianto mai superato di quel giorno ad Atlanta. "Io non sono come Roberto Baggio, che dice di non avere pace perché ancora oggi si rammarica quel rigore sbagliatoha spiegato ieri a caldoDeve vivere in pace, sono cose che succedono. Io ho sempre accettato questa cosa, non sono mai stato ossessionato di conquistare per forza questa medaglia d'oro. A me non mancava, non è mai mancata".

E però Julio sapeva da chi andare dopo aver finito il lavoro. Ha cercato Lollo, lo ha abbracciato e ha chiuso quel cerchio, 28 anni dopo. Il conto è pagato, si torna a casa. Con una medaglia d'oro in più.

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