Tyson messo ko dalla sciatica: “Quando s’infiamma il nervo non riesco nemmeno a parlare”
Il tempo passa per tutti. È implacabile anche se hai nelle braccia tanta forza da sprigionare un pugno d'acciaio. Anche se incutevi terrore con uno sguardo oppure strappavi le orecchie a morsi ai tuoi avversari. Anche se combattendo sul ring ti sei guadagnato soprannomi da leggenda come Kid Dynamite, Iron Mike o addirittura l'uomo più cattivo del pianeta per la violenza e la ferocia della tua boxe. A 56 anni Mike Tyson si è arreso al nervo sciatico che quando s'infiamma gli provoca un dolore tale da lasciarlo bloccato, togliergli il respiro. Sta così male che non ce la fa nemmeno a parlare. E nulla conta che in carriera sei arrivato in cima al tetto del mondo dei pesi massimi.
Messo ko da un mal di schiena. La sorte sa essere davvero beffarda e ti presenta il conto a distanza di anni. E non ti basta più avere un fisico bestiale per resistere all'incedere della vecchiaia e ai disturbi che lo affliggono come una persona comune. Quelli di cui soffre Tyson sono in una forma acuta e quando sta male gli riesce difficile anche fare i gesti più semplici come camminare. Ecco perché in aeroporto era apparso seduto su una sedia a rotelle o, più di recente, è stato visto deambulare appoggiandosi a un bastone.
Non c'è altro problema di salute che lo affligge, è solo un "vecchio problema" (come lui lo ha definito) che ogni tanto fa capolino e gli dà il tormento, che col passare del tempo peggiora, che gli rende la vita quotidiana un inferno. Lo lascia impotente, bloccato. Ma non c'è ragione di preoccuparsi, la sua vita non è in pericolo né è affetto da una patologia debilitante e irreversibile.
"Grazie a Dio è l'unico problema che ho. Per il resto sto bene". Nell'intervista a Newsmax TV l'ex pugile ha smentito le voci sulle sue condizioni chiarendo che quali sono le sue complicazioni. Del resto, nel 2005 fu costretto a dire addio alla boxe a causa di quei dolori (oltre all'infortunio al ginocchio) che rappresentavano un segnale chiaro: era finita anche per lui, era arrivato il momento di appendere i guantoni al chiodo.
Da allora ha lasciato parlare di sé per il racconto dei suoi eccessi, della sua prima rissa da ragazzino e della morte della madre, dell'esperienza vissuta in carcere, della relazione pericolosa con la droga e delle altre tentazioni collaterali alla sua attività di pugile professionista, del suo commercio di caramelle alla cannabis a forma di orecchio, per la lite furibonda in aereo con un passeggero che lo infastidiva.
Nonostante tutto, era tornato al suo vecchio amore – la boxe – a novembre del 2020 quando ha accettato di combattere un incontro di esibizione contro Roy Jones Jr. Polvere di stelle e nostalgia canaglia gli regalarono un sorriso amaro e il timore che una vita condotta sempre al limite, prima o poi, lo avrebbe mandato al tappeto: "So che un giorno moriremo tutti… poi mi guardo allo specchio e noto quelle piccole macchie che mi sono spuntate sul viso".