“Troppo grassa per fare la tennista”. La storia di Taylor Townsend
Lei si chiama Taylor Townsend, è un'afroamericana di 16 anni e (tanto per cambiare) divide l'America. Adora giocare a tennis e lo fa anche molto bene. Tanto da diventare la campionessa junior degli Australian Open e la numero 1 delle classifiche mondiali under 18. Ma c'è un problema, almeno secondo quanto afferma la Federazione dei tennisti americana (USTA). Taylor ha un corpo come Serena Williams, ed è proprio questo il problema: è alta un metro e sessantotto per un’ottantina di chili (post dieta), troppo per Patrick McEnroe, il manager del programma di sviluppo dell'USTA. E così alla prodigiosa ragazza di Chicago viene negato il rimborso delle spese di viaggio e di iscrizione ai recenti Us Open di New York. Le viene inoltre intimato di recuperare la forma fisica prima di tornare a disputare tornei ufficiali.
La notizia, riportata dal ‘Wall Street Journal', ha suscitato non poche polemiche tra gli appassionati di tennis, addetti ai lavori e colleghi della Townsend. Dalla sua parte c'è innanzitutto Serena: «Se è andata così è davvero una tragedia, perché chiunque merita di giocare», ha commentato la Williams, fresca vincitrice sul cemento di Flushing Meadows, dove la Townsend ha messo piede, arrivando fino ai quarti di finale, grazie alla madre Sheila che ha pagato di tasca sua le spese per la partecipazione.«Per una donna, in particolare negli Stati Uniti, specie per un’afroamericana, non ha senso avere a che fare con cose simili. Le atlete hanno forme, taglie e colori della pelle diversi» ha aggiunto Serena Williams. Non la pensa così, almeno per quanto riguarda il discorso sulle taglie, Michelle Obama. La First Lady da un paio d'anni si è attivata per distruggere il morbo dell'obesità giovanile negli Stati Uniti, patria del "cibo-spazzatura, attraverso il programma “Let’s move” che punta a promuovere un’alimentazione più sana e un maggiore esercizio fisico. E la "pancetta" della Townsend non è certo un bell'esempio per quest'America salutista e dinamica. La USTA ha recepito il messaggio è ha deciso di chiuderle i rubinetti dei fondi.
Eppure le preoccupazioni della USTA per la salute di questa tennista non le hanno impedito di giocare e vincere sia nel torneo sia nel doppio agli Australian Open. Secondo la madre Shelia – ex tennista alla Lincoln University – la USTA non ha dato loro eventuali dettagli sul motivo dell'esclusione della figlia: «Volevo capire da loro quale fosse il problema per poterla aiutarla a migliorare quanto già stava facendo per perdere peso e non demotivarla – ha detto la donna alla ABC News – Ma non sono mai stati in grado di darmi spiegazioni». E alla fine la signora Sheila ha fatto ciò che ogni genitore avrebbe fatto per il proprio figlio: : ha pagato le tasse di iscrizione e finanziato personalmente la figlia agli US Open. Nonostante la pressione e i dubbi dei suoi allenatori, Taylor ha perso in semifinale, ma ha portato a casa il titolo del doppio con la sua compagna, Gabrielle Andrews.