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Tortu ha nascosto la medaglia d’oro olimpica per paura: “Ho disegnato una mappa del tesoro”

Il velocista italiano racconta un curioso retroscena dopo la conquista della medaglia d’oro nella staffetta 4×100. L’ha celata in un posto segreto e solo 3 persone sanno dov’è.
A cura di Maurizio De Santis
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Filippo Tortu (ultimo a destra) bacia la medaglia d'oro conquistata nella staffetta 4x100 alle Olimpiadi di Tokyo
Filippo Tortu (ultimo a destra) bacia la medaglia d'oro conquistata nella staffetta 4×100 alle Olimpiadi di Tokyo

L'ultima frazione è rimasta scolpita nella storia. Filippo Tortu bruciò ogni cosa in una frazione di secondo: l'avversario inglese, rimontato e beffato per un "capello"; il telecronista che scandì quell'attimo con un iconico "oh, no… l'Italia" (memore della finale amarissima di Wembley contro gli Azzurri di Mancini); le previsioni della vigilia, perché nessuno avrebbe scommesso sull'ennesimo miracolo dell'Italia dopo l'incredibile (e per molti sospetto) exploit di Marcell Jacobs nella gara regina dei 100 metri piani; le voci di una presunta concorrenza/diatriba in seno al quartetto su chi avrebbe dovuto correre l'ultimo tratto.

Il sogno di Tortu s'è materializzato a Tokyo, con la conquista della medaglia d'oro nella staffetta 4×100 alle Olimpiadi. L'ennesimo successo di un'estate straordinaria per il nostro Paese, dal calcio alle discipline dei Giochi nel Sol Levante. "L'ho voluta e me la sono presa", dice nell'intervista al Corriere della Sera e rivela un curioso retroscena. "L’ho nascosta". Proprio così, l'ha celata in un posto segreto. A mo' di forziere che un tempo i pirati seppellivano in un punto che solo loro conoscevano ed era indicato su una mappa.

Jacobs, Patta, Desalu e Tortu posano dinanzi al tabellone subito dopo la vittoria dell'oro nella staffetta 4x100
Jacobs, Patta, Desalu e Tortu posano dinanzi al tabellone subito dopo la vittoria dell'oro nella staffetta 4×100

Il velocista italiano non rivela dove ("non posso dirlo") e spiega che dietro la sua scelta c'è una motivazione precisa. "Per colpa dei ladri e per scaramanzia. Ho tracciato una specie di mappa del tesoro… 40 passi a est, venti a ovest, gira intorno alla credenza, vai dritto fino al bagno… Mamma, papà e mio fratello Giacomo sono a conoscenza di tutto. E sanno che nemmeno sotto tortura devono rivelare dove si trova il nascondiglio".

Il 6 agosto è stata giornata indimenticabile. Il tempo di 37″50 ha trasformato in leggenda il rendimento della spedizione di atletica nel Sol Levante. Appena più dietro (37″51, per un centesimo) si è piazzata quell'Inghilterra messa nei guai per la positività al doping di uno degli staffettisti (Ujah). Tortu ricorda tutto come fosse ieri e quasi non ci crede che è successo davvero. "Non mi aspettavo di correre così veloce, non ero mai sceso sotto i 9” nella mia frazione. Di carattere però sono così, non mi piace vantarmi".

Filippo Tortu taglia il traguardo, nell'ultima frazione ha spinto l'Italia sul gradino più alto del podio olimpico
Filippo Tortu taglia il traguardo, nell'ultima frazione ha spinto l'Italia sul gradino più alto del podio olimpico

Un vecchio adagio del mondo dello sport recita: squadra che vince non si tocca. Ma a giudicare dalle parole di Jacobs e dagli spifferi di "spogliatoio" non è da escludere che qualche modifica nell'assetto base della staffetta possa esserci. Il re dei 100 metri non ha mai fatto mistero di voler essere il quarto corridore. "Al prof Di Mulo (Filippo, responsabile del settore velocità della Nazionale di atletica leggera, ndr) ho sempre dato la mia totale disponibilità: dove mi vuole, mi mette – ha aggiunto Tortu -. Ma io so che la frazione dove rendo di più, per come sono fatto, è l’ultima".

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