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Olimpiadi Parigi 2024

La gara “più dopata di sempre” nella storia delle Olimpiadi: squalifica e medaglia revocata dopo 12 anni

La finale dei 1500 metri femminili di Londra 2012 torna in auge ancora una volta per la vicenda doping: a 12 anni di distanza il Tribunale Arbitrale dello Sport ha squalificato la russa Tomashova e ne ha revocato l’argento allora assegnatole per la positività delle atlete turche. Ben 6 finaliste risultarono fuorilegge.
A cura di Maurizio De Santis
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La "gara più sporca e dopata di sempre". A distanza di 12 anni dalle Olimpiadi di Londra la finale dei 1500 metri femminili torna in auge per la vicenda doping che fu clamorosa per il terremoto provocato dalla positività di ben 6 su 9 atlete e lo scossone dato alla classifica, con tanto di nuova assegnazione delle medaglie. La ex mezzofondista russa Tatyana Tomashova, oggi 49enne e ritiratasi dalle competizioni nel 2016, conquistò l'argento sulla pista inglese: giunse quarta ma le venne dato d'ufficio poiché le avversarie che l'avevano preceduta sul podio vennero tutte sospese e si videro revocare i titoli per le gravi irregolarità riscontrate dall'analisi dei loro campioni.

Una sentenza emessa martedì dal Tribunale Arbitrale dello Sport, che si è avvalso di tecnologie più recenti nella nuova indagine sulle provette rispetto a quelle precedenti risalenti al 2021 (e relative ai valori emersi fuori competizione il 21 giugno e il 17 luglio 2012), è stata ferale per l'ex atleta (positiva agli steroidi anabolizzanti) e per il mondo dello sport per il diorama inquietante tracciato sullo sfondo.

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A Tomashova è stato inflitto a posteriori un periodo di squalifica di 10 anni, la cancellazione di tutti i risultati ottenuti tra il 21 giugno 2012 e il 3 gennaio 2015, con tutte le conseguenze che ne scaturiscono compresa la decadenza da eventuali titoli, premi, medaglie (quella di Londra 2012), punti ed eventuali premi in denaro. L'ennesimo brutto colpo alla carriera della russa che sui 1500 metri in quattro anni (dal 2002 al 2006) aveva vinto due titoli mondiali, un titolo europeo e l'argento olimpico ad Atene. Le mancava la consacrazione ai Giochi: ha perso anche quella assieme alla medaglia e all'onore che non potrà mai più riscattare considerato anche un altro precedente: nel 2008 era stata bandita per due anni dopo essere stata accusata di manipolazione di campioni e manomissione della procedura di controllo anti-doping.

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La gara "più sporca di sempre alle Olimpiadi"

L'ennesimo capitolo amaro e vergognoso di una vicenda, la gara più sporca di sempre, che potrebbe protrarsi ancora oltre oppure trovare la parola fine. Dipende tutto da cosa farà la russa: se Tomashova non presenterà ricorso, il Comitato Olimpico Internazionale promuoverà la svedese di origine etiope Abeba Aregawi (che a sua volta ha violato le norme antidoping nel 2016 ma ha evitato la squalifica) dal bronzo all'argento e l'americana Shannon Rowbury dal quarto posto al bronzo.

Singolare anche il caso della mezzofondista africana che a Parigi 2024 celebrò il bronzo ottenuto a tavolino (nella foto sotto): fu scagionata dalle accuse per mancanza di prove che attestassero l’assunzione di meldonium dopo il 1° gennaio 2016, data nella quale la sostanza è stata inclusa nella lista dei prodotti vietati. La mezzofondista era stata inizialmente sospesa, ma la bassa concentrazione e l’assenza di prove di assunzione nell’anno in corso furono decisive per la sua riabilitazione. La Svezia, nonostante fosse libera di gareggiare, la escluse dalla spedizione olimpica di Rio 2016.

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Risultati finali originali dei 1500 m femminili alle Olimpiadi del 2012
1. Asli Cakir Alptekin (Tuchia) 4:10.23 (squalifica, doping)
2. Gamze Bulut (Turchia) 4:10.40 (squalifica, doping)
3. Maryam Yusuf Jamal (Bahrein) 4:10.74
4. Tatyana Tomashova (Russia) 4:10.90 (in attesa di squalifica, doping)
5. Abeba Aregawi (Etiopia) 4:11.03 (ha evitato una squalifica per doping nel 2016)
6. Shannon Rowbury (Usa) 4:11.26
7. Natallia Kareiva (Bielorussia) 4:11.58 (squalifica, doping)
8. Lucia Klocova (Slovacchia) 4:12.64
9. Ekaterina Kostetskaya (Russia) 4:12.90 (squalifica, doping)
10. Lisa Dobriskey (Gran Bretagna) 4:13.02
11. Laura Weightman (Gran Bretagna) 4:15.60
12. Hellen Obiri (Kenya) 4:16.57
DNF – Morgan Uceny (Stati Uniti).

Quanto all'oro, resta al collo della bahreinita Maryam Yusuf Jamal che salì sul gradino più alto del podio in seguito ai provvedimenti presi nei confronti delle turche Asli Cakir Alptekin e Gamze Bulut (s'erano piazzate rispettivamente prima e seconda) oltre a Nataliya Koreyvo ed Ekaterina Kostetskaya, tutte positive e squalificate per doping. Basta dare un'occhiata ai risultati finali originali che risalgono a 12 anni fa per toccare con mano quanto siano stati devastanti gli interventi della giustizia sportiva sulla finale dei 1500 metri femminili nell'edizione dei Giochi del 2012.

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