Tom Kim perde in finale alle Olimpiadi e piange: sa già cosa lo attende al ritorno in patria
Il sudcoreano Tom Kim piange lacrime amare per come è andata a finire la gara di golf, per quel doppio bogey (completare il percorso di una buca con due colpi in più rispetto a quelli previsti dal par) che gli ha pregiudicato la possibilità di salire sul podio alle Olimpiadi e infilare al collo almeno una medaglia, per quel che l'attende al ritorno in patria. Ha concluso solo all'ottavo posto ed è rimasto devastato dall'esito della sfida che ha premiato Scottie Scheffler (Stati Uniti) con l'oro, Tommy Fleetwood (Gran Bretagna) con l'argento e il giapponese Hideki Matsuyama col bronzo.
Nulla da fare per Kim profondamente dispiaciuto e dal punto di vista sportivo e per le conseguenze che un risultato del genere avrà sulla carriera, considerate le rigide prescrizioni che la legge del suo Paese impone a tutti, anche agli sportivi. Se fosse riuscito ad arrivare terzo, avrebbe evitato il servizio militare obbligatorio preservando così anche parte della sua carriera nel PGA Tour. Ma gli ultimi colpi si sono rivelati un incubo per il 22enne golfista, apparso visibilmente provato.
"Non mi sono mai sentito in questo modo – ha ammesso Kim a caldo, immortalato da un video che lo mostra estremamente scosso per quegli errori che hanno messo tutto in discussione -. Questo tipo di reazione emotiva ha sorpreso anche me". Kim è seduto, piega leggermente la testa all'indietro, ha gli occhi rossi e umidi. Quel gesto gli serve perché così può trattenere le lacrime, cerca di non farle uscire. È impresa ardua, l'espressione che ha stampata in viso dice tutto. E spiega come sei sente veramente: "Se sto così è perché penso a tutto il duro lavoro che ho fatto quest'anno per arrivare ai Giochi".
Il campione, Scottie Scheffler, è suo amico. Per lui ha avuto accenti di consolazione molto delicati. Deve aver toccato e corde giuste, aiutando il collega sud-coreano a sfogare quel magone che lo aveva irretito per il piazzamento a Parigi 2024. Sperava, contava di far meglio… le cose sono andate male. "Quello che Scottie mi ha detto dopo il round mi ha emozione e adesso cero solo di tenere duro". Nella testa di Kim s'affollano tanti pensieri, uno su tutti perché le norme non gli lasciano scampo: tutti gli uomini della sua nazione devono arruolarsi prima del 28° anno di età e prestare servizio con le forze armate per 21 mesi.
Ed è quello che dovrà fare il golfista, che vede i Giochi Asiatici del 2026 e addirittura Los Angeles 2028 come una sorta di exit-strategy per non marcare visita alla leva: rientrano nel novero delle delle esenzioni per gli atleti che abbiano vinto competizioni internazionali di rilievo e riconosciute dalle autorità. Un esempio: Heung-min Son del Tottenham, grazie al successo nei Giochi Asiatici del 2018, fu militare solo per 21 giorni.
Come l'ha presa? Ufficialmente s'è detto molto sereno al riguardo. "Non sono affatto preoccupato – aveva affermato alla vigilia della gara decisiva parlando dell'ipotesi di arruolamento -. È così che funziona il nostro Paese ma i risultati nel gol possono aiutare". L'esempio che ha dinanzi a sé, però, un po' fa riflettere: Bae Sang-moon si sottopose a 21 mesi di leva nel 2015 nonostante avesse vinto diversi eventi nel circuito PGA. "Solo perché è successo a lui non significa che sia così anche per altre persone – ha aggiunto Kim -. E io non ci sto pensando". Lo farà quando e se gli arriverà la cartolina.