Tavecchio, la gaffe diventa caso politico: Pd e Sel chiedono un passo indietro
Carlo Tavecchio ha dimostrato, con la sua affermazione improvvida di ieri, di non avere una grande dimestichezza con i discorsi pubblici. Che quanto abbia detto ("Nel campionato italiano giocano quelli che prima mangiavano banane") faccia di lui un razzista o meno, è cosa che non spetta a noi dire, ma certo è che quella frase, che ha scandalizzato tanti, non è passata inosservata nemmeno al mondo della politica, specie quello di sinistra, con Pd e Sel che nel pomeriggio hanno chiaramente avanzato la richiesta di un passo indietro da parte del candidato alla presidenza della FIGC, fino a ieri praticamente già eletto con il 70% delle preferenze. Debora Serracchiani afferma senza mezzi termini:
Il caso Tavecchio non dovrebbe nemmeno essere in discussione: la sua candidatura semplicemente non può essere presa in considerazione. Se lo sport deve essere anche un mezzo per proporre modelli di comportamento allora chi usa espressioni di stampo razzista non può andare ai vertici di un organo importante e visibile come la figc
Roma e Juventus possono tornare a sperare?
E adesso che l'opinione pubblica si muove, le sue possibilità di fare il salto dai dilettanti alla presidenza della federazione, si assottigliano inesorabilmente. Andrea Agnelli e James Pallotta, gli unici in serie A a non averlo sostenuto, possono quindi sperare ancora in qualche speranza residua, dopo che ieri avevano quasi rassegnato le armi e si preparavano a due anni di "opposizione". Gli attacchi arrivano anche da Assocalciatori e l'associazione in rappresentanza degli allenatori, guidate rispettivamente da Damiano Tommasi e Renzo Ulivieri, che sin dal principio hanno sostenuto la candidatura di Albertini.
UDC e Forza Italia difendono Tavecchio
Il sostegno a Tavecchio arriva dalla parte politica opposta, con UDC e Forza Italia che hanno tentato di attenuare lo smottamento che le parole di Tavecchio hanno generato. Lorenzo Cesa sostiene che la polemica soffra di una spinta da sinistra eccessiva e Laura Comi, a sua volta, opta per la via garantista, invitando a non condannare qualcuno per una dichiarazione pubblica sopra le righe. E pure lo stesso Tavecchio si è posto sulla difensiva, attribuendo la responsabilità della gaffe principalmente all'emozione del momento, non a quello che si potrebbe definire razzismo endemico: "Accetto tutte le critiche, ma non l'accusa di razzismo. La Federazione condurrà una politica fattiva contro ogni discriminazione".