Tamberi si toglie qualche sassolino dopo l’impresa ai Mondiali: “In tanti avevano dubbi”
L'impresa compiuta da Gianmarco Tamberi a Budapest è una di quelle che rimarrà per sempre scolpita nella storia dello sport italiano. Il 31enne di Civitanova Marche con la medaglia d'oro conquistata ai Mondiali di Atletica 2023 è infatti diventato il detentore dei tre titoli più importanti nel salto in alto: dopo il successo alle Olimpiadi del 2020, e quello nell'Europeo del 2022 ora ha centrato anche il titolo iridato che lo mette al pari di un'altra leggenda dell'atletica italiana, vale a dire quell'Alberto Cova unico atleta azzurro prima di lui a riuscire mettere in bacheca titolo continentale, olimpico e mondiale.
Un'impresa che Gimbo ha festeggiato con la sua ormai tradizionale esuberanza: corsa verso le tribune e bacio alla moglie Chiara, poi gesti d'affetto verso l'amico Barshim (che questa volta si è dovuto accontentare del bronzo) salito in pedana con il figlio, e infine un tuffo nella vasca dei 3000 siepi insieme al vincitore della gara, il marocchino Soufiane el Bakkali. Un'impresa che ancora non ha però del tutto realizzato, o almeno cosi si evince dalle prime parole rilasciate dopo la conquista del suo primo oro Mondiale: "È pazzesco, è una sensazione indescrivibile. Non riesco a sentirmi dire che sono campione di tutto. Sono stato ripagato di tutti i sacrifici fatti. Dico grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato. Mi sento un essere umano che batte i supereroi" ha infatti esordito il saltatore in alto marchigiano intervenendo ai microfoni di Sky Sport.
Analizzando la sua gara conclusa con quel 2,36 saltato al primo tentativo che gli ha permesso di sopravanzare lo statunitense Harrison, Gianmarco Tamberi ha anche rivelato qual è il suo segreto per ottenere questi straordinari risultati che lo hanno fatto entrare di diritto nel gotha dello sport italiano: "Ho fatto un grande riscaldamento, uno dei migliori della mia vita. Sono riuscito a restare concentrato, esternando le mie sensazioni. Il mio segreto è essere me stesso in pedana e al momento del bisogno, quando gli altri hanno sbagliato, è servito" ha infatti aggiunto il re del salto in alto a livello mondiale.
E dopo aver conquistato l'unico titolo che mancava nella sua già straordinaria carriera Gimbo ne ha approfittato anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa con chi lo aveva criticato per aver cambiato allenatore lasciando il padre Marco Tamberi, al quale ha comunque riconosciuto parte dei meriti di questo oro iridato, per farsi seguire da Giulio Ciotti: "In tanti avevano dubbi sul cambio di coach, senza dubbio questa medaglia è merito anche di mio papà nonostante non ci parliamo da tanto tempo, ma lui mi ha insegnato a saltare, non ho imparato da solo" ha infatti chiosato il nuovo campione del mondo del salto in alto.