Tamberi ai Mondiali per saltare oltre tutto: dopo le Olimpiadi sono cominciati i problemi
L’avvicinamento ai Mondiali di atletica leggera di Eugene di Gianmarco Tamberi, oro olimpico in carica nel salto in alto, è stato ricco di problemi, frenate e incomprensioni. Non sono mancati i problemi fisici, problemi che lo hanno limitato in diverse occasioni; ma quello che sembra mancare oggi al nostro oro olimpico nel salto in alto è la serenità, quella placida ma allo stesso tempo feroce concentrazione sull’obiettivo.
L’anno post-olimpico di Tamberi era iniziato all’insegna dell’esplosione internazionale da una parte, ma anche della continuità atletica dall’altra. Il 19 febbraio incanta e diventa una delle copertine più condivise e quindi globali dell’All Stars Celebrity Game dell’NBA. Vola a schiacciare prendendo un rimbalzo offensivo e l’America (e con lei il mondo che segue la NBA) se ne innamora definitivamente.
Un mese dopo, il 20 marzo, Tamberi è alla Štark Arena di Belgrado, dove si prende con i denti un bronzo mondiale indoor con un buon 2,31, battuto dallo svizzero Loïc Gasch che salta la stessa misura con un numero minore di errori e dal sudcoreano Woo Sang-hyeok che sale a 2,34. Le paillettes del glamour americano non fanno male a Gianmarco, lui è abituato ad essere lo show e quando la sua testa decide che è il momento di concentrarsi solo sul salto in alto, niente può distrarlo.
Superato con medaglia il Mondiale indoor per Tamberi però iniziano i problemi, come succede anche per Marcell Jacobs, che invece vince l'oro sui 60 metri in Serbia. Gianmarco inizia a mostrare segnali di insofferenza, a dichiarare spesso che tecnicamente non è preparato, non è pronto, non è centrato come nella stagione olimpica. Eppure, conferma spesso, che sta facendo di tutto per concentrarsi e focalizzare tutti i suoi sforzi sull’atletica e sui Mondiali di Eugene, in cui vorrebbe completare il Grande Slam e vincere l’unico alloro che gli manca, il titolo mondiale all’aperto.
La Diamond League è stata un mezzo strazio. A Doha, in casa di Barshim dove i due volevano festeggiare insieme l’oro di pochi mesi prima, anche a causa di un vento fastidiosissimo (che però era lo stesso per tutti) è arrivato settimo, saltando 2,20 alla terza prova con enormi difficoltà nello stacco. Nella tappa successiva a Birmingham aggiunge 5 centimetri, arriva secondo in un lotto di partecipanti non eccezionale ma continua a dire che c’è tanto da lavorare. Dopo un buon 2,30 saltato a Ostrava, Tamberi arriva carico al suo meeting, il Golden Gala di Roma. Anche qui però delude: 2,24 e un terzo posto che non può accontentarlo.
Da questo momento in avanti, le mezze parole, le allusioni e le disillusioni di Gianmarco Tamberi iniziano a diventare fatti e a mostrare che c’è qualcosa di inceppato nel suo leggerissimo e meraviglioso motore aereo. Agli Assoluti di Rieti vince con un modesto 2,26 ma non è la misura a preoccupare. Teso e nervoso come non mai, non stringe la mano a Marco Fassinotti e lo manda platealmente a quel paese. Pochi giorni dopo una bomba ancora più fragorosa, si divide dal padre che lo ha da sempre allenato. Le sue parole descrivono malintesi che durano da anni e ancora una volta una condizione emotiva di grande nervosismo: “È una decisione che stavo considerando da tempo, perché in questi anni di collaborazione a grandi risultati si sono alternate altrettanto grandi divergenze".
Passano cinque giorni e tutto si rimescola ancora una volta. Il Presidente Federale Stefano Mei fa un grosso lavoro diplomatico e li rimette insieme. Tamberi questa volta dice: "Da parte del Presidente è arrivato l'invito, sia a me che a mio padre, di continuare la collaborazione in vista degli imminenti impegni sportivi, al fine di scongiurare possibili problemi in gara, ed entrambi abbiamo accettato di proseguire assieme".
Una tregua quindi, non la pace definitiva. Ora ci sono i Mondiali di Eugene e i problemi sono anche altri. C’è l’irritazione di un nervo del retto femorale alla gamba di stacco che lo limita e lo fa preoccupare. Tamberi però continua a dire che in maglia azzurra tutto magicamente sparirà, sia dalla testa che dalle gambe. Lui è “Mister Determinazione” e “Mister Sogno”, dopo quello che ha dovuto passare da Montecarlo 2016 in poi, niente gli è precluso. Questa volta però speriamo che davvero trovi una serenità capace di accompagnarlo non solo in questa edizione dei Mondiali, ma anche nel proseguo della sua carriera, perché uno con il suo talento e la sua tecnica, in un panorama come quello attuale del salto in alto, potrebbe darci ancora delle soddisfazioni immense.