Svelato il mistero del ritardo nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi: sventata una minaccia
La tanto attesa finale maschile dei 100 metri alle Olimpiadi di Parigi è stata contraddistinta da un piccolo mistero. L'inizio della gara, contraddistinta poi dalla vittoria dell'americano Lyles dopo un arrivo al traguardo al cardiopalma, è stato ritardato. Una scelta a sorpresa legata, come si è appreso in un secondo momento, al tentativo di invasione di uno spettatore che ha seminato un po' di scompiglio.
Perché la finale dei 100 metri alle Olimpiadi è stata ritardata
Ma cosa è successo, prima di quella che viene considerata una delle gare regine dei Giochi olimpici? Quando tutti gli atleti, compreso l'azzurro e campione in carica Jacobs, erano quasi pronti per gareggiare, ecco il tentativo di ingresso in pista da parte di un uomo. Quest'ultimo dopo essersi mischiato ai tifosi, ha deciso di fare irruzione direttamente nella zona dello stadio destinata ad ospitare la gara.
Tentativo d'invasione in pista prima della finale dei 100 metri, aveva un messaggio speciale
Gli addetti alla sicurezza però sono riusciti a bloccarlo in tempo. Una foto divulgata sui social, scattata dagli spalti, mostra infatti lo spettatore al tappeto e immobilizzato dagli addetti ai lavori. Stando alla ricostruzione dei tabloid d'oltremanica, l'uomo indossava una maglia con la scritta "Free Palestine" ovvero "Palestina libera". La sua volontà dunque era quella di veicolare quel messaggio, anche se gli steward hanno seguito alla perfezione il protocollo per la sicurezza impedendogli dunque di disturbare il corretto svolgimento della competizione. Il tentativo di invasione è stato letto come una minaccia.
Non tutti i presenti si sono accorti cosa stesse succedendo, sia sugli spalti che nelle corsie. Lo stesso Lyles che di lì a poco avrebbe trionfato nella prova dei 100 metri, con un guizzo al fotofinish. A quanto pare, proprio il neo campione olimpico e successore di Jacobs, è apparso letteralmente sconcertato quando gli hanno spiegato i motivi del ritardo: "È per questo che stavamo aspettando?"