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Mondiali di rugby 2023

Sudafrica verso una imbarazzante umiliazione ai Mondiali di rugby: in campo senza inno né bandiera

La nazionale sudafricana si è qualificata ai quarti di finale della Rugby World Cup che si sta disputando in Francia, ma potrebbe scendere in campo senza poter rappresentare il proprio Paese. Colpa della federazione, rea di non rispettare i parametri antidoping WADA e che potrebbe portare gli Springboks all’umiliazione più grande.
A cura di Alessio Pediglieri
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La nazionale sudafricana, tra le favorite per la vittoria ai Mondiali di rugby che si stanno svolgendo in Francia, potrebbe subire l'onta di scendere in campo nei quarti di finale senza che allo stadio risuoni l'inno e sventolino le bandiere del Paese. Tutto perché ad oggi la federazione del Sudafrica non sta rispettando i protocolli WADA antidoping: se entro il 13 ottobre non cambierà la situazione, il Sudafrica dovrà accettare la decisione irrevocabile.

Manie Libbok e compagni stanno vivendo con ansia il prossimo impegno mondiale. Hanno già ottenuto il pass per i quarti di finale ma devono ancora sapere se arriveranno da primi nel Girone B o da secondi dietro l'Irlanda. Comunque sia, sono attesi ai quarti di finale in programma il prossimo 14 ottobre contro una squadra del Gruppo A, quello degli azzurri. Ad impensierire gli Springboks, però, non è l'attesa di conoscere le proprie sorti in classifica o l'avversario (che potrebbe essere la Francia, la Nuova Zelanda o, addirittura, l'Italia)  bensì il rischio concreto di dover scendere in campo senza poter rappresentare la propria Nazione.

Il Sudafrica non sta soddisfacendo le richieste imposte della WADA, l'organismo mondiale per la lotta al doping, che scadranno entro il 13 ottobre, proprio alla vigilia dei quarti di finali in Coppa del Mondo. E una delle conseguenze che la nazionale sudafricana potrebbe sarebbe è proprio quella di non poter rappresentare il proprio Paese. Il codice antidoping WADA entrato in vigore nel gennaio 2021 non ammette eccezioni e tutti i Paesi membri sono tenuti a rispettarlo. In totale sono più di 700 le organizzazioni e federazioni sportive che hanno accettato il nuovo codice e tra queste c'è anche il Sudafrica.

Purtroppo, però, una delle ultime comunicazioni ufficiali della WADA ha evidenziato la "non conformità di tre organizzazioni antidoping con il Codice mondiale antidoping. Le due organizzazioni nazionali antidoping in questione sono Bermuda e Sudafrica, e la principale organizzazione di eventi in questione è la Pan American Sports Organization (Panam Sports)". I rigidi protocolli e le sanzioni in caso di mancato rispetto erano conosciuti da tempo ma fino ad oggi la federazione sudafricana non sembra aver mosso un dito. Tuttavia, di fronte all'umiliante minaccia di disputare una partita dei Mondiali senza bandiera e inno nazionale, sembra che si siano già avviate le procedure per rientrare nei ranghi.

Dopotutto, molto più che in altri sport, il rugby rappresenta vivamente l'identità nazionale e l'orgoglio di poter giocare sotto precise bandiere e colori. Non a caso, è la patria della Haka e tra i Paesi più rappresentativi, tra cui il Sudafrica, esiste da sempre un fortissimo legame di appartenenza con le proprie origini. Non poter mostrare al mondo la propria Nazione, per gli Springboks, già vincitori di tre Mondiali (1995, 2007, 2019) in 7 presenze totali, sarebbe una vera e propria onta. Una eventualità davanti alla quale il Governo ha già fatto sapere di essersi mosso, attraverso un processo costituzionale per la finalizzazione di un disegno di legge. Ma il tempo stringe, l'umiliazione è dietro l'angolo.

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